mercoledì 31 marzo 2010

Obiettivo 30 raggiunto!

Così ieri finalmente sono riuscito a raggiungere i 30km in bicicletta, tutti d'un fiato, ma anche quasi tutti in pianura.

Distanza: 30.10km
Tempo: 1h24'10
Velocità media: 21.47km/h

Come al solito, in mezzo ho buttato il mio circuitino personale con doppia salitella al Parco Nord, con 6 ripetute su 50+100 metri.
Per completezza di info, ogni ripetuta consiste in:

1. salita con pendenza caruccia su sterrato di una cinquantina di metri
2. discesa di 50 metri
3. tratto asfaltato di poche centinaia di metri
4. salita con pendenza caruccia di 100 metri su asfalto
5. discesa di qualche centinaio di metri abbastanza blanda (da pedalare)

Le salite le faccio pedalando a cannone in piedi (per emulare le pedalate che si devono dare durante le PS nelle Superenduro), infatti ieri sono riuscito a farne 4 in toto, mentre la 5 e la 6 le ho fatte fino a 60 metri pedalate in piedi e poi seduto, cambiando il rapporto.

Ah, mi sono iscritto alla Pro di Sestri Levante: ovviamente dato che sono riuscito a portare a termine con estrema sofferenza Pogno (che è una Sprint), mi sembra logico fare una Pro, che è più pesante ancora, no?

Weekly plan (ormai già cominciata):
lun: riposo
mar: 30km pedalata al mattino (mantenimento ritmo); palestra con pect, spalle e tricipiti alla sera
mer: riposo (10+10km tranquillissimi per andare in ufficio)
gio: almeno una decina di ripetute sul Circuitino Parco Nord (rilanci), poi qualche curva piatta.. però mi hanno chiuso il mio spot preferito, quindi devo trovarne un altro.. in generale direi allenamento sulla guida
ven: palestra con bicipiti, dorsali/trapezi e gambe
sab: riposo totale
dom: 3/4 salite/discese per il Monte Canto in modalità freeride.. magari frontino?
lun: discesa pura al Tamaro

martedì 30 marzo 2010

Gara SE: Pogno

Ecco il report del weekend. Di nuovo in ritardo, essendo senza connessione a internet. Stavolta, però, metto le cose in ordine cronologico, quindi Day 1 per cominciare e Day 2 per finire.

Solo una nota anacronistica; una riflessione del post-gara: devo rivedere i miei obiettivi. E’ vero che ufficialmente ho detto “Portare a termine la gara”, ma dentro di me, nel profondo del mio culo, ho sempre il “Arrivare tra i primi 100”. E per la terza volta di seguito non ci sono riuscito.

Facciamo un minimo di autoanalisi, Masatomo, prima di passare a parlare della gara vera e propria: un anno e un mese fa circa, al tuo 33esimo anno di vita, cominciavi ad andare in bicicletta. Per tutto l’anno quasi ogni weekend lo passavi su questa o quella discesa, è vero, ma 365 giorni fa il massimo dislivello che conoscevi era quello del cavalcavia Bruno Buozzi, Sesto San Giovanni, provincia di Milano.. Davvero ti aspetti di poter ottenere risultati di un certo tipo? Non sei superman, torna coi piedi per terra.

A fondo post, qualche riga di descrizione delle foto che trovate nel post.

Buona lettura.

DAY 1

Il giorno di prove qui a Pogno è andato.

Arrivati alle 10.30 circa, prendendocela comoda, siamo riusciti a fare due discese a testa su ogni PS. E meno male che la prima e la terza coincidono, altrimenti dubito fortemente che saremmo riusciti a provare. Perché? Perché la risalita della PS1/3 è megagigalunghissima. No, dico, 12km in salita. Ok, non salitona da bava alla bocca, ma pur sempre salita. E vorrei ricordarvi che settimana scorsa non sono riuscito a fare più di una salita per ogni PS.

Al mattino, la PS1/3 è fangazza: nella prima parte le ruote fanno sguish sguish e mi dicono tipo "Ehi, Masatomo, io, ruota davanti, vado a sinistra, lei, ruota dietro, va in diagonale con un'angolazione di 54° opposta alla mia, giusto per". E vai di piede giù per cercare di non andare a terra.
Nonostante tutto, la pista è scorrevole e divertente: alla prima discesa, vuoi perché sono freddo, vuoi perché come sempre alla prima discesa sono un palo, arrivo alla fine con un dolorino agli avambracci. Niente di nuovo. Per contro il ginocchio non duole. Meno male. Vado fuori pista IN UN RETTILINEO e mi aggrappo a un albero per non finire giù da un piccolo dirupo (chiuso da alcuni tronchi, comunque). La bici fortunatamente si appoggia in qualche modo e non finisce giù nemmeno lei.  Raccolgo e riparto.

Arrivo giù e mi incontro con Aadm, per portarlo su: è il suo turno.

Scende. Mi racconta i suoi due cappottoni con inclusa legnata col casco a terra. Risaliamo.

Stavolta mi metto dietro a un ragazzo: ho notato l'assenza di protezioni e gli spd, oltre alla posizione in sella, quindi ho pensato "Uhm, questo va". Per un po' riesco a stargli vicino, ma poi comincia a lasciarmi indietro. Fortunatamente arrivano i pezzi in supersalita che spezzano le gambe (con il fango, poi) e quindi rallenta fino a scendere per spingere a mano. Così lo recupero. Questo accade un paio di volte, perché nella parte finale non ci sono pezzi in supersalita. Quindi non lo vedo più finché non arriviamo giù. Nonostante ciò, comunque, c’è un abisso tra la prima discesa e questa e ne sono soddisfatto. Forse forse posso farcela a stare sotto i 10', se non mi fotte il tratto finale tutto pedalato (porco d'un cazzo).

Porto su di nuovo Aadm.

Scende. Risaliamo.

Ci spostiamo sulla PS2.

Purtroppo si può salire solo fino a un certo punto con l'auto, quindi ci tocca pedalare un buon 15' per arrivare alla partenza della prova. E non 15' di pedalata tranquilla. No. In piedi.

Si parte: riesco a scendere bene e la prima sezione me la ricordo. Il ripido del video lo faccio subito, ma non viene come avrei voluto: certo, lo prendo più veloce dell'ultima (unica) volta, ma atterro probabilmente sulle radici o giusto giusto poco oltre. Pazienza. Invece non riesco proprio a trovare la confidenza per fare una mini saltino di legno che vola oltre delle radici con atterraggio in ripido. Chissà se domani mi sentirò di farlo. Secondo me no. Arrivo poi al primo tratto in salita, da superspingere. E mi raggiunge un tizio su una bici xc. "Blabla" e poi ripartiamo. Al tratto in salita successivo scendo a spingere e mi raggiunge di nuovo Mr.Xc. A questo punto lo lascio passare perché da lì in avanti è tutto un su e giù e non vorrei fargli da tappo. Lo seguo a ruota. Ovviamente lui ci sa fare - e io non sono 'sto campione, ovvio - perché devo rallentare solo un pochino per evitare di andargli in culo. L'ho già detto che ha una bici da xc? Ha manico.
La parte finale è tutta un salterellare e dico "Ma sì, esageriamo un po', pompiamo 'sti saltini che anche un bambino lo farebbe". Pompo. Ovviamente la pista va verso destra mentre io svolazzo verso sinistra. Per fortuna atterro. Con qualche goccia di sudore freddo in più sul mio corpo. Pensando "Uhm, magari prima devo ancora prendere confidenza coi salti".

Arrivo giù e sono distrutto ma soprattutto demoralizzato, perché alla terza discesa sono stancarello e domani teoricamente dovrò fare tre discese con TRE SALITE ANNESSE!

Etchù!

Salute!

Facendo due calcoli al volo (si fa per dire perché mi sono scervellato come un Einstein sotto effetto di dopamina imbevuta di aglio), per poter arrivare alla partenza della PS1/3 con almeno 10’ di anticipo, devo viaggiare a 10km/h. Pazzia pura.

Porto su Aadm.

Scende. Risaliamo.

Incontriamo due tizi di Ancona e una volta trovata una scorciatoia che ci evita la parte pedalata per arrivare alla PS2 (shhhh, è un segreto!) scendiamo insieme. Stavolta, nonostante sia la seconda discesa, mi sento meno distrutto di prima, anche se nelle salitine scendo completamente a piedi e spingo tranquillamente a mano. Stavolta pompo un po’ meno i salti, ma mi piace come prendo alcune curve e mi piace che in certi tratti ho smesso di guardare poco oltre la ruota perché quello che c’è sotto la bici è già sotto la bici e quindi meglio guardare cosa c’è più avanti (di questo poi ne riparliamo tra qualche riga). Arrivo alla fine e saluto i due ragazzi.

Porto su Aadm.

Mentre lui scende, mi appisolo in auto ascoltando i Goldfrapp. Dolce riposo. E quando Aadm arriva mi rendo conto che praticamente mi ero addormentato. Confrontiamo i nostri tempi – presi un po’ a caso, a dire la verità - e non differiscono di molto.

Armi e bagagli, verso il nostro bed&breakfast con vista sul lago, ma non prima di aver ritirato il numero (stavolta ho l’87, dato che mi sono iscritto in anticipo rispetto a S.Bartolomeo) e lavato la bicicletta.

Appena Aadm avrà finito, sarà doccia per me, seguita da una bomba di carboidrati con dieci kg di riso e patate e carote bollite. Yummy, che cenetta allettante e squisita che mi aspetta (aggiornamento post cena: credo che questo sia stato uno dei piatti più babbi di minchia che abbia mangiato negli ultimi tempi. Fine aggiornamento). Ma domani devo avere le forze per portare a termine la gara. Anche se ho i miei dubbi: i trasferimenti sono molto (troppo) impegnativi per la mia preparazione.

Staremo a vedere.

Tornando al discorso sul dove guardare quando si è in sella.. è una cosa che ti dicono tutti quando cominci ad andare su due ruote: “Mi raccomando! Guarda davanti a te, non guardare la ruota, perché non serve a niente!” Strano ma vero, le persone che te lo dicono sono persone che vanno in bici già da un po’. Per loro è naturale, un comportamento del genere, ma per una persona che fino a poco prima raggiungeva velocità massime di 16km/h correndo a piedi in una pista di atletica piatta e ovale tutta uguale, guardare 10 metri avanti scendendo a 40km/h tra pietre e radici non è poi così semplice. Quindi, un anno dopo aver cominciato ad andare in bicicletta, nonostante sia mille anni luce dal fare una discesa degna di tale nome,  mi sento di poter dare un consiglio ai neofiti – ai più neofiti di me: prendete confidenza col mezzo (e ci vorrà taaaaaaanto tempo), dopodiché vedrete che automaticamente comincerete a guardare più avanti e poi ancora un po’ più avanti. Non si può guardare avanti se non si sa come si comporta la bicicletta tra le gambe; non puoi guardare 10 metri più in là se non sai come una ruota si comporta quando a date velocità incontra questo o quell’ostacolo.

E ora: a thousand times goodnight a tutti.

DAY 2

Comincio il primo trasferimento, quello lungo e noioso, ma con poca pendenza. Dietro consiglio di un altro ciclista, controllo le mie pulsazioni (prendedole per 20” al collo e moltiplicando per 3) e sono intorno ai 150bpm. Dopo 10 minuti in sella. Strano, perché ho un buon ritmo a riposo (circa 55bpm). Saranno i tre litri di caffè e l’emozione di una gara. Il ciclista di cui sopra mi consiglia di stare intorno ai 130. Rallento un po’ e dopo qualche tempo ricontrollo. 150bpm. Vabbè, fanculo, non è che posso andare a 4km/h per mantenere questi battiti. Mi chiede di solito quanti ne ho, gli rispondo che non lo so perché quelle tre volte in vita mia che sono andato a fare giri pedalati di questo tipo (oltre alla gara di S.Bartolomeo) non mi sono preoccupato di controllare. Devo farmi esperienza nel campo, non ce n’è, ma non voglio cominciare con ‘ste cose di controllare i bpm e simili.
Arrivo all’inizio della prova con 10’ di anticipo. Così posso riposare, mangiare un pezzo di crostata e un pezzo di banana (sponsorizzati Superenduro).

PS1
Parto bene, me la pedalo fino alla prima curva (tanto la pista è di un lisciume totale) e poi comincio a guidare. Girello domenicale. Finché si arriva alla salita viscida. Scendo in salto. Cado perché sguiscio tutto. Spingo coi piedi, che sguisciano anche loro e in qualche modo, dopo aver consumato 356 calorie in 10 secondi, arrivo alla fine della salitella. Corro con la bici a lato e le salto sopra al volo.
Scendoscendo.
Niente da raccontare, se non che sorpasso un tizio che mi urla “Vado a sinistra!” e io vado a destra, ringraziando. Poi non capisco se è di nuovo lui, che si è ripreso, o se è qualcun altro partito dopo di me, ma ho la sensazione nella parte finale – quella più stretta del percorso – di avere qualcuno dietro e di sentire un continuo blabla tipo “Eh, ma dai” o simili. Non sento una richiesta diretta di far strada (e anche se la sentissi avrei problemi a farlo passare proprio in quei punti), quindi non mi faccio da parte – che significherebbe andare giù dal burrone – e arriviamo in fondo, dove comincia la parte finale pedalata. Su una gobbetta c’è un gruppo di gente che vuole far foto; dicono “Vai vai, forza!” allora prendo la gobbetta nel punto più alto e faccio il possibile per cercare di fare un saltello: non è facile perché non si arriva in velocità e quindi bisogna pedalare e VOLERLO fare. Spero sia bastato. Passo a lato del commissario che dice “87” alla radiolina e me la prendo comoda prima di passare davanti alla fotocellula, semplicemente perché non la vedo. Boh. Devo ricordarmi che ESISTONO LE FOTOCELLULE E BISOGNA PASSARCI DAVANTI! Mi fermo un attimo e dopo qualche secondo passa quello che penso che mi blablasse dietro poco prima. Non mi era appicciato al culo, quindi forse in verità non era lui che mi blablava o magari ho avuto le allucinazioni sonore e non avevo dietro nessuno. Non lo saprò mai.

Controllo orario e si parte per il secondo trasferimento.
Questo non è lungo, ma in piedi. Praticamente tutte le energie che ho le uso per fare questa risalita. Oltretutto, preso dalla paranoia di non arrivare in tempo, arrivo con 15 minuti di anticipo. In verità, ripensandoci, non ho spinto più del dovuto, perché ho usato il rapporto più agile disponibile, quindi anche volendo non sarei potuto arrivare più tardi rimanendo in sella. Forse avrei potuto risparmiare forze allungando i tratti in cui sono sceso a spingere a mano? Chissà.

PS2
Si comincia pedalando a più non posso perché dopo qualche curva c’è già la prima salitella che butta in una canalina con maledettissima curva stretta in contropendenza in salita. Insomma, la curva sulla quale arrivo tutto sparato e bam, immobile, come nelle sabbie mobili.
Pedalo di nuovo, perché anche il tratto successivo è in salita.
Mi rendo conto che sto spingendo sui pedali, più di quanto dovrei fare per poter avere un minimo di energia residua per la terza prova. Ma non importa: tutta esperienza che non mi servirà a nulla perché la prossima volta farò esattamente la stessa cosa.
La pista inizialmente è abbastanza in discesa, poi però comincia con questi eterni saliscendi e io devo arrendermi alla mia impreparazione, continuando a fermarmi in svariati punti per spingere a piedi. Finché sento qualcuno sopraggiungere da dietro: è un superpedalatore – se la viaggia alquanto in discesa – che lascio passare buttandomi un po’ fuori pista. “Bravo”, mi ringrazia, e continua a scendere. Mi appiccico a lui, ma pian pianino mi lascia indietro, sia per i numerosi colpi di pedale da buttare dentro ogni tot metri, sia perché scende bene. Se non vado errato, dovrebbe essere il numero 89 (partiva due posizioni dopo di me), sono curioso di vedere dove si è posizionato in classifica.
Arrivo in fondo alla prova, decisamente distrutto. Stavolta non c’è il controllo orario, quindi si va direttamente alla partenza della PS3.

Quattro pedalate e tiro fuori dallo zaino una di quelle schifezze chimiche in gel che mandi giù e ti danno energia. Una sorta di doping, dal punto di vista morale, ma in fondo non tanto diverso dal mandarsi giù una lattina di RedBull. Altre quattro pedalata e mi fermo completamente: arrivano i crampi.
Mi rilasso a terra, botte qua e là, stiramenti che stiro davanti e mi viene il crampo dietro; stiro dietro e mi viene il crampo davanti.
Riparto.
Mi fermo di nuovo. Stavolta non mi mollano.
E invece poi si fanno da parte e ricomincio a pedalare.
A metà salita, l’idea di girare la bici e chiudere lì la prova si fa sempre più strada nella mia mente.
A tre quarti di salita, decido definitivamente che non posso abbandonare il colpo, ma non posso nemmeno più pedalare, semplicemente perché non ne sono più in grado.
Quindi scendo a piedi e comincio a spingere la bici.
Mi passa uno, mi passa un altro, mi passa il terzo, quarto, quinto e così via, finché perdo il conto.
Arrivo in cima, nonostante tutto. Con qualcosa come 10 minuti di ritardo sul mio orario di partenza, ma sono arrivato, cazzo.
Ora è tutto in discesa. Sì, col cazzo: maledetta Superenduro, con ‘ste salite buttate in mezzo alla discesa.

PS3
Parto a caso, incollato a un altro ragazzo, che è in orario.
Subito mi rendo conto d’aver fatto una stupidata, perché siamo appiccicati e tagliandomi l'aria gli sto incollato addosso, ma comunque sono in ritardo, perciò non me ne preoccupo nemmeno, ormai l'importante è finire la gara e nient'altro. Quando è il momento di sorpassare, preferisco non farlo: sono sicuro che alla prima salita mi recupererebbe e gli farei da tappo. Perciò quando mi dice “Vai pure” gli rispondo “No, vai tranquillo”.
Arrivo all’ennesima salita, ma stavolta scendo a piedi e facendo molta attenzione a non intralciare eventuali ciclisti, salgo pianin pianino. E proprio verso la fine della salita, ecco che mi sorpassa un ragazzo.
Guardo indietro e non vedendo nessuno riparto.
Alla salita successiva, deja vu: scendo a spingere, lascio passare, riparto.
Poi però diventa tutta discesa e quindi vado.
Raggiungo un tizio e in una curva dove a sinistra vai di sponda e a destra vai su una radiciona, vado a destra perché il tizio va a sinistra.. tagliandogli un po’ la strada lo sorpasso.
Curve qua e curve là, arrivo alla fine.
Spingo a mano nel tratto pianeggiante che porta alla fine della prova, poi risalgo e a microkm/h arrivo verso la fine, dove alcuni compagni del Mitchumm fanno foto. E io ovviamente arrivo in retromarcia, seduto in sella. Niente di più glamour di un ciclista in sella durante una gara di Superenduro.
Di nuovo, il commissario comunica il mio numero e dopo aver fatto uno zigzag mi butto a lato della pista. “Ehi, devi andare fino alla fotocellula”. Cazzo, un’altra volta. Rialzo la bici e la spingo semicorrendo – sono totalmente senza forze – e poco dopo la fotocellula mi sbatto di nuovo a lato, sul prato, distrutto. Rimango lì un po’ di minuti, chiedo alla tizia a che ora ho passato il traguardo, mi da un orario che sfora di circa 5’ sul mio “finish” in tabella. Non so cosa significhi, ma probabilmente che la mia prova non sarà ritenuta valida.
“Però devi andare fino all’arrivo”, mi dice la tipa. “Oh, ah.. capito”.
Rialzo la bici e con una pedalata tipo vecchio novantenne arrivo alla vera fine.

Una tragedia totale.
131° alla prima prova (8'13.46), 117° alla seconda (8'12".34) e 207° alla terza (un terrificante 24'15.95) che fanno 40'41.75 più 9' di penalità, totalizzando quindi 49'41.75 e che mi fanno piazzare 207° nella classifica finale. Su un totale di 215 partecipanti finali.
In pratica in nessuna prova sono riuscito a piazzarmi nemmeno a metà classifica assoluta, ma nemmeno a metà classifica di prova.

Lasciando da parte il discorso discesa un attimo, la preparazione è stata completamente errata e, nonostante fosse la mia seconda gara, non sono riuscito a portarla a termine decentemente. In modo particolare, ho perso numerosi secondi nelle parti in cui c’era da pedalare e il dover scendere a spingere a piedi fa capire quanto ancora sia lontano dal poter terminare una gara nel vero senso della parola, ossia stare in sella dall’inizio alla fine.

Sinceramente non so come fare, ma l’idea che sempre più si fa strada tra i miei pensieri, a questo punto, è quello di aumentare a due le sedute di pedalata settimanale, aumentando il chilometraggio a circa 30km per sessione.

Si comincia martedì, con sveglia prestissimo e giro di 30km, un po' su asfalto, un po' su sterrato.

La tristezza di Milano.

Foto 1: prima dell'inizio della gara. Non si nota molto, ma nel pungo destro ho in mano qualcosa che ricorda un legnetto. Non so perché. Non lo so davvero. Foto di Madre di Giulio (Valfré) per LaBicicletteria.net

Foto 2: parte finale della PS1. Butto giù la bici e la gamba. Azione totalmente inutile perché in quel punto sarebbe stato meglio andare più lento e fare la curva normalmente. Foto di Madre di Giulio (Valfré) per LaBicicletteria.net

Foto 3: boh, foto in action su qualche curva. Stile dinamico, oh yeah. Foto del Mitchumm Team

Foto 4: parte finale della PS3, ero devastato su tratto piano pedalato e avendo visto i ragazzi del Mitchumm Team pronti a scattare la foto, ho pensato "Ma dai, ma che foto mi fate: una gara di Superenduro e io seduto in modalità zombie". Se si vede in questa foto devo averlo anche gesticolato. Foto del Mitchumm Team

Foto 5: fine gara, girovagando con Aadm (per la cronaca: giunto 194° con un ritardo sulla partenza della PS3 contro il mio 207°). Foto di Madre di Giulio (Valfré) per LaBicicletteria.net

venerdì 26 marzo 2010

Due giorni alla seconda tappa

Domattina trasferta a Pogno per il weekend di gara, con pernottamento in modalità VIP in un alberghetto vicino al lago. Se non fosse che sono con Aadm, potrebbe sembrare una seratina romantica passati ad osservare quel ramo del lago di.. ah no, non è il lago di Como.. mi sono confuso.
E pensare che Suding (campione italiano di DH) a Pieve se l'è dormita nel furgone.. se trovassi un modo per farmi una doccia calda a fine giornata prenderei anch'io in considerazione la possibilità di dormire lì dietro, dato che costa meno - niente - e che il Doblò è bello largo. Consigli per gli acquisti?

L'idea è quella di farsi due discese per ogni PS, ovviamente con risalita furgonata.

A proposito, non c'entra niente, ma giovedì sono andato in un negozio della 3 per prendere la chiavettina quella superfica da 300 ore al mese. Ovviamente ho avuto problemi come con qualsiasi cosa e quindi non sono ancora riuscito ad attivarla. Stasera dovrò passare nel negozio per lasciare altri dati. Peccato, sarebbe stato carino potermela portare dietro a Pogno e poter scrivere le impressioni della giornata alla fine della giornata stessa e non mille giorni dopo.

Nota negativa del giorno: dopo la gara a Pieve ho cominciato ad avere un dolorino al ginocchio. Nonostante ciò, settimana scorsa sono riuscito a girare a Finale e a Pogno (pedalando). Ora però il dolore sembra essere aumentato in certe circostanze (girando il gamba in un certo modo). Spero sia solo una stupidatina e niente che mi impedisca di fare la gara domenica.. o peggio che mi blocchi più avanti.

mercoledì 24 marzo 2010

Allenandosi al parco

Stamattina pedalata mezzo asfaltata e mezzo al parco, nel magro tentativo di farmi più gambe per la stagione di gare che sempre più sta entrando nel vivo.

Distanza: 22,59km
Tempo: 1h07'23"
Velocità media: 20,12km/h

In mezzo ci ho buttato 6 ripetutine del cazzo sulla salita da 100+100 metri nel parco, che volevano essere almeno 10 (anche se teoricamente una ventina sarebbe molto più interessante), ma a causa dell'orario di lavoro non sono riuscito a portare a termine.

La prossima volta sveglia netta alle 7.30 con uscita di casa al massimo per le 8, così da riuscire a portare a casa un risultato più interessante.

Quando poi le giornate si allungheranno, butterò dentro, dopo il lavoro, qualche sessione al Parco Nord di CurvaPiatta/Microripidino/Saltello.

Che tristezza, però, vivere in una città.

lunedì 22 marzo 2010

Il troppo stroppia

Trasferta nella fangazza di Finale Ligure per fare un po' di discesa senza cronometri o studi, con gente in modalità "andiamo a girare oh yeah", per un totale di 7 discese non troppo lunghe (una media di 3/4km l'una) perché la parte alta è ancora chiusa per neve.

Poi con Aadm a provare la Superenduro di Pogno. Ed è trauma: la prima risalita ci colpisce per la sua brevità ma anche per la sua pendenza e ci porta, erroneamente, alla PS2.

La pista è molto bella e tecnica, curve con e senza appoggi, larghe e strette, salti e quant'altro (bellissima la curva a gomito super ripida!), ma c'è anche da usare molto i pedali, quindi risulta faticosa. Ecco un brevissimo video:



Una volta arrivati giù, cominciamo a pedalare verso la PS1/3 (la stessa prova va ripetuta due volte) e qui cominciano i veri problemi: il trasferimento è lungo all'inverosimile.. non è tanto in piedi, quanto luuuuungo e decisamente noioso. In pratica passi tutto il tempo a guardare oltre la curva successiva sperando di vedere, finalmente, il cartello con scritto "Inizio PS1/3". In certi momenti mi viene quasi da piangere.

Niente a che vedere con S.Bartolomeo, dove invece i trasferimenti erano faticosi, sì, ma con dislivello e chilometraggio distribuiti bene tra le tre prove (dislivello di circa 300+300+400 contro 400+160+500 metri).

Giunti alla partenza della PS, mi stendo a terra, esausto, e l'idea di rifarmi quella stessa salita una seconda volta mi fa pensare che forse, nonostante stia cercando di seguire il circuito Sprint, non sono ancora affatto pronto per affrontare una cosa del genere. Ma questo lo sapremo solo domenica prossima. Il mio pensiero è "Ho dato fondo alle mie energie". Perché quella è la sensazione che ho.

Dopo 10 minuti fermo a riposare, mangiando una specie di barretta energetica americana imported by Aadm - che mi ridà un po' di energia - ci lanciamo giù per la PS1/3.

Qui si nota subito come io vada meglio sulla roba tecnica - quindi con velocità "normali" - piuttosto che nelle parti veloci: quando si tratta di mollare i freni, non riesco a mollarli mai troppo. Speriamo che col tempo anche questo problema non sia più tale.

Il percorso è abbastanza lungo, ci sono rilanci ed ovviamente, visto che sono totalmente distrutto, scendo a spingere a mano alcuni pezzi. Come molto probabilmente finirò per fare in gara. Rispetto alla PS2 è più scorrevole. E infatti preferisco l'altro percorso: peccato dover ripetere questo ben due volte.

Al termine della prova, poi, dove pensi d'aver finito, devi invece ancora riprendere a pedalare per un bel tratto luuuuungo, fino ad arrivare al cartello "Fine PS1/3".

Sarà una prova davvero massacrante: prima di provarla, il mio obiettivo era lo stesso di S.Bartolomeo, ossia finire la gara entro i primi 100 e sicuramente rimanere sotto i 10 minuti in tutt'e tre le prove. Ma avendola provata, mi rendo conto che di nuovo, a causa della mia scarsa preparazione (nonostante ci stia mettendo impegno!) l'obiettivo sarà semplicemente portarla a termine.

Programma della settimana:
LUN riposo
MAR palestra
MER pedalata (vorrei salire a 30km, con almeno 10 ripetute in salita)
GIO palestra
VEN riposo o prove furgonate Pogno (dipende da sabato)
SAB prove furgonate Pogno o riposo (dipende da venerdì)
DOM gara

giovedì 18 marzo 2010

Troppa palestra


Martedì sera, dopo la pedalata del mattino, sono andato in palestra: oltre al solito riscaldamento sugli addominali (8 serie da 40) lavoro su pettorali e tricipiti, con aggiunta di nuovi esercizi per gli avambracci, dato che sabato, durante le prove a Pieve di Teco, ho avuto problemi - poi risoltisi quasi del tutto cambiando la posizione dei freni (un ringraziamento a Riky The Rider per il consiglio).

Senza un giorno di riposo per riuscire a fare tre sedute settimanali, ieri sera sono di nuovo andato in palestra.
Dato che gli addominali ho smesso di sentirli - non sento più il bruciorino quando sei lì che spingi e spingi - ho chiesto a Lorenzo (il proprietario nonché trainer della palestra) cosa fare. Ho quindi dimezzato il numero di ripetizioni ma ho triplicato il tempo di sforzo: praticamente se prima facevo circa una ripetizione al secondo, adesso ne faccio una ogni quattro secondi, mantenendo la posizione contratta per circa 3 secondi, contraendo gli addominali con forza. Alternerò tra questa cosa e le solite 8x40.

Dopodiché sono passato alle spalle, ai trapezi ed alle gambe.

E qui ho cominciato a soffrire la mancanza di riposo tra una sessione e l'altra, che mi ha portato a finire la sessione con un esercizio in meno per le gambe e interrompendo il progressivo aumento di peso, quindi anziché aumentare peso tra una serie e l'altra, ho mantenuto per la terza serie (o la quarta, in base all'esercizio) il peso della serie precedente.

Ciò non ha molto senso.

Oggi riposo totale e domani parlerò di nuovo con Lorenzo per riorganizzare la settimana di palestra: tre giorni sono troppi e non riesco a starci dietro, soprattutto perché così facendo non posso dedicare il tempo che vorrei stando in sella alla bici.

Vorrei fare un martedì e venerdì o martedì e giovedì, così da buttarci in mezzo una bella sessione tecnica in bici al mercoledì o giovedì - nel primo caso - oppure mercoledì o venerdì nel secondo. Tipo le mie solite curve su piatto, bunny hop, salterelli al parco e cose simili (è il massimo che possa fare, purtroppo).
In verità c'è anche una sorta di road gap, che però deve essere pompato, dato che non c'è una passerella e che sicuramente sarebbe da affrontare con la Canyon e non con la biciclettina da città.

Vedremo.

mercoledì 17 marzo 2010

Master of puppets

Sono ufficialmente Master 1-2, la categoria che più mi si addice. Purtroppo questo sarà il mio ultimo anno in tale categoria, perché nel 2011 sarò nel mio 35esimo anno, passando quindi a Master 3-4-5.

Cambiano anche i miei obiettivi, quindi: se prima non volevo essere sorpassato, adesso vorrei arrivare, entro fine stagione, a metà classifica di categoria.

Il blog ora cambierà titolo.

martedì 16 marzo 2010

Si pedala al parco in città


In vista della gara di Pogno (circuito Superenduro), ho deciso di farmi un 20km di pedalata almeno un paio di giorni alla settimana prima di venire in ufficio - tentando di farli il più possibile su sterrato anziché su tristissimo asfalto.

Stamattina, quindi, ho pedalato 10' agile per riscaldarmi, poi ho cominciato a spingere un po' di più, finché sono entrato nel Parco Nord. Lì ho raggiunto il "salitone" ed ho fatto cinque ripetute di 60 metri l'una.. 60 metri perché di più non sono riuscito a fare, nel senso che alla linea dei 60 non avevo più forze per spingere in piedi e quindi mi sedevo di nuovo.

Tra una ripetuta e l'altra, anziché tornar giù da dove sono salito, ho fatto il giro intorno, così da sfruttare una discesina abbastanza tranquilla su sterrato, con curva piatta inclusa.

Alla fine di tutto, tra una cosa e l'altra, mi sono portato a casa i seguenti dati:

Distanza: 21,85km
Tempo: 1h01'49"
Velocità media: 21,21km/h

Poca roba, visto e considerato che circa 10km li ho fatti sul grigio asfalto e nel meraviglioso traffico milanese - coi suoi semafori - ma meglio di niente.

Si ripeterà giovedì o venerdì.

Ah, quasi dimenticavo: ho chiesto al presidente del Mitchumm Team di passarmi nella categoria Master 1-2.. non me la sento di fare l'Elite.

lunedì 15 marzo 2010

Gara DH: Pieve di Teco


Dal basso, ovviamente.. non sono quindi arrivato ultimo di categoria, ma terzultimo, mentre sull'assoluta (quindi agonisti e amatori mischiati) sono risultato 187esimo. Su circa 240, se non ricordo male. Donne incluse. Vabbè. Ma andiamo con calma. La classifica, innanzitutto:


Classifica Pieve di Teco


Dopo la sveglia delle 5, ieri mattina, io e Christian arriviamo a Pieve verso le 11.

Coda di circa 1 ora per il controllo tessere e per prendere il numero. 93. No, dico, 93. Numero a due cifre. Parto tra i primi cento. Wow. Prima di consegnarmi il numero, però, mi prendono la tessera e controllano. "Ah, Elite, non paga". Già, perché gli atleti Elite non pagano l'iscrizione alle gare. Fantasticheria pura. Però €25 dobbiamo sborsarli comunque per le risalite. Pazienza.

Ci mettiamo in coda per fare la nostra prima risalita. La coda è lunga. Lunghissima. E arrivare finalmente alla partenza della pista richiede qualcosa come un'ora, perché la risalita è a furgone.

E in cima arriviamo.

Parto per la prima prova. Senza cronometri, senza niente, tanto mi devo fermare e guardare. Il primo salto lo evito, il secondo lo guardo e lo faccio sulla destra, dov'è più semplice, il terzo pure. Oltre ai salti, è tutto un fermarsi e guardare, fermarsi e guardare. Ma è inutile, perché alla seconda discesa è così: "Ah sì, più o meno lì, se non sbaglio, c'è un ripidino.. no, forse però era una saltino.." o anche "Mmm, interessante, sì, potrei fare quella linea" poi mi giro, risalgo due metri, mi rigiro, non vedo più il passaggio e penso "Mmm, eh, ma qual era la linea interessante, non la vedo più, non me la ricordo".

Al termine della prima discesa, io e Christian le risalite le facciamo alternandoci alla guida del mio Doblò, perché di stare ad aspettare le mezz'ore ogni volta non ci va. Unico problema: si scende uno alla volta, da soli, e in preparazione a una gara invece è più utile scendere insieme, perché si guarda l'altro e si capiscono le cose.

Alla terza discesa, prendo il tempo: 11'32". Una schifezza totale. "Ah, ma mi sono fermato tanto a guardare e soprattutto perché mi facevano malissimo le mani", dico a me stesso.

Alla quarta discesa, riprendo il tempo: 7'56". "Bene, dai, mi sono fermato un attimo, dovrei riuscire a stare sotto i 7 minuti, suvvia". E chiudiamo le prove.

Nel frattempo sono arrivati Ricky (Di) e Andrea (Soravia), montiamo quindi il gazebo, prendiamo una birra media al bar e poi chiudiamo la giornata.

Stamattina torniamo a Pieve e troviamo ad accoglierci anche gli ultimi due compagni di squadra che prenderanno parte alla gara: Guglio e Ricky (Fasano).

Dopo circa trentadue secondi in coda per la risalita, il padre di Fasano si presenta col furgone e ci porta su.

Ci facciamo due discese, senza tempi e senza nulla, e per la prima volta provo l'emozione di sentire un fischiettino fare "Friiip" quando sto passando. E gente che se ne sta lì a bordo pista a guardare. Fantastico.

La prima manche parte: inutile dire che sono un po' emozionato, soprattutto perché parto quart'ultimo nella categoria Elite, dove c'è la gente forte. Infatti, prima di scendere, vedo la tabella di partenza e mi faccio un giro ad avvisare le tre persone che partiranno dopo di me: "Quando mi raggiungi, urlami, che mi faccio da parte e ti lascio passare". Gli Elite sono gente seria e se uno parte 30" dopo di me, è naturale che mi raggiunga. Per fortuna subito dopo di me parte Guglio.. almeno non mi bestemmia contro.

"Cinque, quattro, tre, due, uno", pacca sulla spalla e parto.

Scendoscendoscendoscendo.

Dietro non arriva nessuno.

Continuo a scendere, sbaglio di brutto qualche passaggio.

Dietro ancora non arriva nessuno.

Manca poco alla fine della pista, io sono gasato e penso "Yeah, vabbè, non sono andato così male, dai, non mi ha passato nessuno" quando sento urlare "A sinistra!" e quindi mi sposto tutto sulla destra, rallentando, e lascio passare qualcuno. Non è Guglio. "Mmmmmm", penso.

Finisco la mia prima manche: 6'13". Una meraviglia, perché il mio obiettivo era stare sotto i 7'.

Poco dopo arriva Guglio. Il suo tempo: 6'10". Dopo essere caduto tre volte. Seguono a ruota Andrea e Christian, anch'essi caduti. Tutti meglio di me, nonostante siano caduti.

Arriva la seconda manche.

Parto. Sono più gasato di prima e soprattutto l'aver già fatto una manche mi fa sentire più.. pronto.

Scendoscendo.

E cado. Non so esattamente come, ma finisco cappottato.

Riprendo la bici, guardo indietro, controllo un attimo che tutto sia a posto, penso "Ok, basta, posso ritirarmi, tanto la prima manche l'ho fatta" e invece mi rimetto in sella e riparto.

Guglio non ha fatto la seconda manche, quindi chi mi segue è di nuovo il ragazzo di prima. Solo che lui sarà ancora più gasato e veloce di prima, mentre io, addirittura, sono caduto. Quindi è tutto un scendere cercando di mollare i freni il più possibile, in attesa di sentirmi un urlo da dietro.

E l'urlo arriva. Stavolta, però, non c'è spazio per spostarmi perché sono su un ripido, che chiudo il più rapido possibile prima di fermarmi totalmente sulla sinistra per lasciarlo passare: sia mai che intralci un agonista serio.

Riparto al volo. Qualche secondo ancora e finisco la mia seconda manche.

Tempo: 6'24" o giù di lì. Peggio di prima. Però sono caduto. E mi sono fermato completamente per lasciar passare il pro.

Vivo nell'illusione che, probabilmente, se tutto fosse andato liscio, sarei potuto finire sotto i 6'.

Sarà solo un'illusione? Un pensiero che non lascerà mai il Mondo delle Idee? Congetture che trovano il tempo che lasciano? Non si saprà mai, ma mi piace pensarla così. Dopotutto in una caduta e in uno stop totale, 24" ci possono stare tutti.

Il mio obiettivo era quello di non farmi sorpassare da chi sarebbe partito dopo di me, ma in una categoria come quella Elite, questo è un obiettivo un po' troppo alto. E' come se fossi il portiere della Società Calcio Viale Monza a Milano e dicessi "Il mio obiettivo è non farmi fare gol da Totti".

No. Cambio obiettivo.

Il mio obiettivo è quello di riuscire a finire una gara a metà classifica entro la fine di questa stagione DH.
Anche questo è un risultato molto, molto ambizioso, ma se non ci si ponesse obiettivi ambiziosi, tutto sarebbe troppo semplice.

Prossima gara DH ad Agnona, l'11 aprile. Nel frattempo, la prossima gara Superenduro è il 28 marzo a Pogno. Ho circa due settimane di tempo per farmi le gambe al punto giusto.

Che meraviglia, andare in bici.

venerdì 12 marzo 2010

Proviamo 'sta DH

Domani mattina prestissimo trasferimento a Pieve di Teco, per provare la pista sulla quale domenica farò la mia prima gara di DH. E che pista dura, devo dire, dopo aver sentito i pareri di altre persone che ci hanno già girato.

Christian, compagno di squadra, passerà da me tipo alle 6 di mattina, caricheremo il Doblò e poi via per la Liguria. 3 ore. Poi si proverà la pista. Poi si andrà a dormire in albergo (sull'opzione di piantare tenda a caso dove capita, senza docce, alla fine abbiamo tirato una riga). E domenica.. gara.

Se per la Superenduro ero emozionato, per questa sono supermegaemozionato, come un bambino di 33 anni.. ah, già, scusate, effettivamente li ho, 33 anni. Ah già, scusate, effettivamente sono anche un bambino.

Il mio nervosismo, stavolta, è dovuto alla sensazione che in ambiente DH, nella categoria Elite (megayeah the best), l'agonismo sia a livelli altissimi e quindi il timore di rompere i coglioni a chi sta scendendo di brutto è legittimo. Non che i Master (gli amatori) siano delle schiappe, tutt'altro, ma almeno nei Master sei sicuro di trovare persone che non vogliamo necessariamente fare classifica. "Eh, facevi Master e via". Già. Ma quel che è fatto è fatto e per quest'anno ci conviverò.

Spero solo di partire per primo (nella gare di DH, per chi non lo sapesse, gli ultimi a partire sono i top).

Obiettivo per questa mia prima gara e per l'intera stagione: non farmi sorpassare e non essere d'intralcio agli altri.
Si parte dall'obiettivo più basso possibile, anche se, nonostante il suo bassismo, dato che gareggerò nella categoria dei supermegaprofessional pro Elite the best in the world, sarà un obiettivo.. alto.

mercoledì 10 marzo 2010

Le gambe e le iscrizioni


Gambe ancora provate da domenica: ieri pedalata casa-lavoro e viceversa, molto blanda. Alla sera puntatina in palestra per un allenamento spezzettato, cercando di accorpare in due sedute settimanali quello che solitamente faccio in tre.

Oggi pure, pedalata casa-lavoro con 'sto gelo e 'sta cazzo di neve, convinto di riuscire a farmi almeno un 20km su strada (circa raddoppiando la solita strada che faccio), ed invece niente, perché ancora ouch ouch le gambe.

Certo che ho dei tempi di recupero entusiasmanti.

Devo farmi la gamba per evitare di ritrovarmi messo male alla prossima gara di Superenduro, senza essere in grado di rilanciare.

A questo proposito, iscrizioni portate a termine per le prossime due tappe nella mia crescità ciclistica:

13/14 marzo a Pieve di Teco, per la mia prima gara DH.. il tempo non promette granché, ma vabbè, se sarà bagnata per me lo sarà anche per tutti gli altri.

27/28 marzo a Pogne, per il secondo appuntamento di Superenduro, al quale voglio.. DEVO.. arrivare più preparato.

lunedì 8 marzo 2010

La classifica di S.Bartolomeo

Ecco un dettaglio della classifica di S.Bartolomeo.



Per vedere l'intera classifica, ecco qua il link.

Quindi 9'03.7 al termine della PS2 (piazzandomi 97esimo) e poi 12'01.0 al termine della PS3.

Ribadisco, perciò, la soddisfazione per il risultato della PS2 e la delusione per la PS3 (e per il risultato finale).

Obiettivo per la prossima Superenduro (a Pogno il 28 marzo): fare tutta la gara senza crampi e senza dover spingere la bici nei rilanci. Ah, ovviamente finire tra i primi 100, stavolta.

Gara SE: San Bartolomeo

Day 3
Premetto che parto dal Day 3 perché i Day 1 e 2 li ho scritti venerdì e sabato offline (non avevo la connessione a internet), ma siccome il succo del discorso è la giornata di gara, parto direttamente da questa.

La mia prima gara di Superenduro è stata portata a termine.

Questo era il mio obiettivo primario. Poi c'era quello di scendere sotto i 10' in tutte le prove. Ma purtroppo non ci sono riuscito. Vediamo di ricapitolare un po' com'è andata la gara.

Trasferimento 1
C'è un cambio di programma, quindi ogni trasferimento può durare al massimo 1h10'. Per me mezza tragedia, perché 1h30' mi lasciava dei buoni margini, mentre questi 20' in meno mi imparanoiano.
Parto comunque rilassato.
Mi passano in diecimila.
Quasi verso la fine, non mi sento più rilassato. Perciò comincio a pedalare più forte ed arrivo comunque con circa 5' di anticipo. La maggior parte del tempo la perdo a cercare di infilare tutto dentro lo zaino, che pesa circa 100kg, pieno com'è di roba. Inutile. Ok, sono pronto per la prima Prova Speciale.

PS1
"202 (il mio numero n.d.r.), preparati".
Mi preparo. Però mi sono dimenticato di una cosa fondamentale: cambiare la corona da quella piccola a quella grande, perché se lo faccio in corsa mi cade.
In panico, cerco di cambiarla.
"202, vai!"
Ed ovviamente la catena cade.
Butto giù la bici e comincio a smanettare. "Dai, tanto ha visto che m'è caduta la catena, mi abbuonerà qualche secondo". La rimetto su. "Ok, sono pronto". "Ma sei già partito da un po'".
Cazzo.
Parto.
Pedalopedalopedalo, spingo a più non posso ed ovviamente sbaglio anche a più non posso. Passo a lato di un salto che durante le prove ho sempre fatto semplicemente perché non lo riconosco e non so come va a finire. "Scusate", chiedo a quelli che erano lì a fare foto"
"Non preoccuparti, tranquillo", mi rispondono.
A metà il fiatone è un doppio fiatone.
Pezzo in salita, pedalopedalo.
Passaggio interessante, perdo il pedale sinistro, faccio casino ma riesco a stare in piedi. Poco dopo la mia linea passa all'esterno. Ovviamente all'esterno c'è un tizio che sta cambiando camera d'aria. "Cazzo, devo chiudere la curva". Piede giù, curva stretta e sensibile rallentamento.
Il fondo è un po' viscido qua e là, ma regge abbastanza. Certo, nelle curve un po' più piatte e bagnate la ruota dietro va dove vuole, ma pazienza, l'importante è tenere la bici in piedi.
La prova finisce.
Guardo il mio orologio, un po' dopo aver passato l'arrivo, e vedo che segna circa 9 minuti (non avevo fatto partire il cronometro, purtroppo). Potenzialmente un 8 minuti. "Beh, vedrò dopo la classifica".

Trasferimento 2
Forte della paranoia quasi al termine del primo trasferimento, decido di salire più deciso. Più deciso durante tutta la salita comunque significa circa 10' di anticipo, non di più.

PS2
La prova meno facile.
Cambio cambiato in anticipo, quindi parto normalmente.
Scendo, scendo e scendo. Evito un salto che se preso piano non vale la pena; se preso medio ti rilancia verso l'alto perché atterri sul rilancio e rischi di volare via (provato venerdì sulla mia pelle); se preso forte tutto ok. Io non so cosa sia forte, quindi evito.
Scendo, scendo e scendo.
Passo un tizio. Passo il secondo. Passo il terzo. Il quarto non mi lascia passare (anche perché non è un punto dove risulta facile far passare qualcuno) e mi rallenta per una buona trentina di secondi. Fortunatamente incrociamo un quinto ed entrambi si fanno da parte per lasciarmi passare.
Scivola qua, scivola là, arrivo al ripido tra pietre. Esito mezzo secondo, ma poi mollo e vado giù.
Tempo ufficiale: 9'03". 4 secondi meglio di venerdì, su asciutto. Tra tutti, riesco a stare sotto i primi 100. "Obiettivo conquistato!"

PS2 rientro
Rientrando dalla PS2, sento un dolorino alla gamba. E parte il crampo. Mezzo crampo, a dire la verità. Gli do botte, stiro di qua e di là. E riesco ad arrivare di nuovo alla partenza.
Stretch stretch, banana banana, stretch stretch.

Trasferimento 3
Il più pesante. Ma fa niente, dopo c'è un'altra discesa, quindi ne vale la pena.
Prendo una bustina di Enervit (regalo dell'organizzazione) e me la mando giù.
I crampi magicamente spariscono ed io riesco a salire normalmente. Nonostante abbia spinto a mano qualche pezzo abbondante, arrivo con 4' di anticipo.
Mi preparo in fretta e furia e mi reco sulla linea di partenza.

PS3
"Ah! Ecco il 202! Dai, che tra poco vai".
"Cinque secondi"
Abbasso lo sguardo. E ovviamente la catena è sulla corona più piccola.
"Oh cazzo, non di nuovo!"
"Vai"
Parto al rallentatore, sperando che così la catena riesca a cambiare decentemente.
Niente da fare, cade di nuovo.
Spingo la bici a mano fino ad arrivare alla discesa vera e propria. E lì butto al bici a terra e rimetto su la catena
Parto.
Fortunatamente non arriva ancora nessuno.
Questa è la prova più scorrevole, più veloce. Però è anche quella che ha ben tre rilanci e mezzo (leggi: pezzi da pedalare) in salita.
Pompo, pompo, salto, salto.
Ed ecco il primo rilancio. Marcia più leggera possibile senza cambiare corona, pedalo e salgo.
Pedalo, pedalo e ricomincio a scendere.
Sorpasso uno. Sorpasso due.
Ma poco dopo ecco il secondo rilancio. Stavolta non ce la faccio proprio, quindi scendo e spingo la bici a mano. E colui che poco prima ho sorpassato, mi risorpassa. Pedalando.
Riparte la discesa.
Spingo e spingo, ma ho perso davvero tantissimo tempo.
Nemmeno il tempo di dire "Yo, what the hell!" ed ecco il terzo rilancio.
Piango.
Provo a pedalare ma ecco il crampo.
Butto la bici a lato e faccio stretching.
Due giovani commissari mi rivolgono un rassicurante "Da qui è tutta discesa, vai tranquillo".
Ma non è vero, perché alla fine arriva il mezzo rilancio.
Scendo dalla bici e spingo. Di nuovo.
Tempo totale: circa 12'.

Alla fine, mi piazzo ultracentenario (non so esattamente dove, ma penso nella seconda metà del centinaio). E penso che la prossima volta non potrò farmi trovare così impreparato: non esiste che tutto ciò che guadagno in discesa lo perda nei rilanci. Non esiste che sorpasso qualcuno solo per farmi risorpassare pochi metri più avanti perché devo scendere a spingere a mano.

C'è ancora tanto da lavorare. Sulla tecnica e sul modo di affrontare alcuni passaggi. Ma anche sulle gambe. Soprattutto perché settimana prossima ho la prima gara DH.

Ed ora, retrospettiva Day 1 e 2.

Day 1
Eccomi nel letto della stanzina che Finale Freeride affitta ai bikers che vengono in queste zone a girare. Sono distrutto. No, di più. Sono distrutto di più, dopo aver provato le tre salite e le tre prove speciali in vista della gara di dopodomani.

Come ogni volta che si viene fin qua a girare, la sveglia, stamane, era puntata alle 5.30.
Dopo circa 2h45' quasi ininterrotte in auto, sono arrivato a San Bartolomeo. Il tempo promette bene, quindi penso proprio che, almeno per oggi, non tirerò fuori il k-way, che tanto ripara dall'acqua ma altrettanto mi lascia bagnato di sudore (cazzo, è di plastica, si crea 'sto microclima da foresta pluviale, con umidità che scommetto toccheranno il 101%).
Parcheggio la macchina vicino alle risalite della PS1 e PS2 perché sono furbo e so che arriverò qua al termine della PS2. Mi vesto con molta calma - sono da solo e nessuno mi corre dietro.. perlomeno non oggi.

Comincio a pedalare.
Il ritmo è.. diciamo.. sub-blando: una media di circa 7km/h, perché non devo fare il superuomo (come cerco di fare sempre) e arrivare su in tempo record. Il ritmo è dettato dalla frase: "Finché non sento fatica, tengo questa velocità". Infatti appena magari comincio a spingere di più, sentendo un minimo di fatichina (ma proprio minimo minimo), rallento e torno ai 7/8km/h.
E arrivo all'inizio delle PS1 e PS2 (partono dallo stesso punto).
"Beh, dai, 45' per salire più mettiamocene 10' perché non sono partito proprio dall'inizio inizio, per difetto sono salito in 1h".. il che mi lascia 30' per prepararmi alla PS. E mi fa pensare pure "Beh, 30' sono tanti, poi mi impigrisco, tanto vale salire a 6km/h, così fatico meno ancora".

Incontro due ragazzi, che mi dicono che fanno la PS2 ("Azz, volevo fare la PS1, ma vabbè, dai, vengo con voi"). Partono. Io pure, ma ovviamente la catena cade e rimango da solo. Meglio così perché due volte durante la discesa mi sono fermato, per riprovare un paio di pezzi. Praticamente tutto quello che ho "studiato" rivedendo i video è come svanito, perché durante la discesa non riesco a ripensare al percorso, talmente sono impegnato a farlo in quel momento.
9'07", cronometrati un po' alla cazzo di cane, come sempre, ma obiettivo -10' per la PS2 raggiunto!

Mi rivesto e ricomincio a salire.
Anche questa volta i tempi sono identici. Solo che mi sono stancato un pochino di più.

Mi preparo per la PS1 e scendo. Stavolta, però, qualcosina riesco a pensare, mentre scendo, e quindi alcuni passaggi mi vengono decentemente. Forse è tutta questione di rodaggio - ma anche di esperienza, che non ho - perciò devo solo avere fiducia. Per contro, sbaglio un passaggio che avevo ripetuto tre volte settimana scorsa, come se non l'avessi mai fatto. Bah.
Alla fine della PS, si scende ancora un pezzo su di una gippabile e poi c'è una salita abbastanza pesantuccia. Quindi scendo e spingo. Solo che sento un dolorino al quadricipite.. un dolorino tipo "Ciao, sono un crampo, sto per venire!". Allora mi fermo, stiro il quadricipite, vado in paranoia.
Mi consolo guardando il cronometro (sempre usato alla pene di canide): 7'45". Anche qui, obiettivo -10' raggiunto!
Stavolta mi fermo in un negozietto e compro tre banane, del cioccolato, e comincio a bere come un dannato, sperando che il crampo non si faccia vivo. Mi riposo un bel po', diciamo almeno mezz'oretta, che, ovviamente, in gara non potrei fare. Ma amen.

Parto per la terza salita. E questa pesta di brutto, ma di brutto brutto.
E' più lunga delle prime due e, soprattutto, in alcuni punti è pesante (anche perché ovviamente non ho l'allenamento adatto per una cosa del genere). Più volte mi trovo costretto a fermarmi per riprendere energie. Velocità media bassissima, intorno ai 6km/h, ma devo solo ringraziare di arrivare, finalmente, all'antenna, dopo circa 1h05' a pedalare. Aggiungiamoci un 10' perché anche qua non sono partito proprio dall'inizio. Ah, dimenticavo, sono arrivato all'antenna ridendo, perché ho comunque raggiunto un obiettivo per me valido.
Se rispettassi questi tempi, avrei 15' per riposare (senza però considerare che ho riposato abbastanza a lungo prima!).
A livello teorico, fare le precedenti salite con più calma potrebbe aiutarmi nel risultato finale.
Mi preparo e sopraggiunge un altro rider, il padre di Ugo di Brescia, così facciamo la discesa insieme.

Nella prima parte, in salita, va avanti e penso "Ecco, anche stavolta mi faccio la discesa da solo". Io pedalo, pedalo ma nel frattempo dico "Minchia, minchia" perché le forze sono ormai andate a farsi un giro da qualche altra parte. Ma per fortuna arrivo all'inizio della parte in discesa.
E Padre di Ugo di Brescia è lì, che mi ha aspettato. Gentile.
Partiamo quindi insieme, ma lui, per sua ammissione, va meglio in salita (ha anche 55 anni e scusate se è poco!), quindi a un certo punto mi lascia passare. E io vado.
Finché non arriva la parte dove, porco d'un cazzo, si deve pedalare di nuovo. Mio dio. "Minchia, minchia" anche qua, a velocità superlativamente infime, col rapporto più agile possibile, salgo e continuo con "Minchia, minchia". Fortuna che finisce la salita e ricomincia la discesa.
Vado.
Ma porca di una miseriazza, un altro pezzo da pedalare!!!!!!!! Velocità meno che infima, tutto ciò che ho guadagnato in discesa la perdo in questi due pezzi pedalati. E sento il dolore al quadricipite rifarsi vivo, quindi tento di spingere di più con la gamba sinistra e di non spingere con quella destra.
"Minchia, minchia".
Ovviamente la PS non può finire in discesa. No, deve finire in salita.
Fanculo.
Finisco e poco dopo arriva Padre di Ugo di Brescia. Che ovviamente, essendo forte sui pedali, ha recuperato quasi tutto il tempo.
Che nervi che non ho avuto più le forze per rilanciare.
Tempo finale: 11'09".. obiettivo -10' sforatissimo.
Con un totale di circa 28', sono riuscito almeno a portare a termine tutto il giro (nonostante la pausa prima della PS3).

Che dire.. più o meno ci sono, ho avuto abbastanza forza per poter almeno finire il percorso, anche se, a dirla tutta, i punti pedalati presenti in due delle tre prove mi hanno messo definitivamente in crisi, facendomi procedere quasi in retromarcia.

Vediamo se la Red Bull che mi porterò dietro il giorno della gara mi sarà d'aiuto.

Ora al ristorante a mangiare spaghetti ai frutti di mare, bere un paio di birre e, perché, un po' di vino. Tanto domani riposo.

Day 2
Sveglia involontaria alle 8.30, dopo essere andato a dormire alle 22.30, come i nonni.

Faccio colazione in centro a Finale Ligure - focaccia, torta di mele e caffè americano - e poi torno in stanza, dove finisco di vedere Requiem for a dream e comincio The Big Lebowski, che però è corrotto e l'audio non è sincronizzato e quindi mollo il colpo.
Mangio una pasta col sugo di pomodoro pronto, prendo l'auto e mi dirigo a San Bartolomeo, per andare a fare il controllo tessera.

Arrivo alle 13.30 circa. Ovviamente non c'è ancora quasi nulla.
Guardandomi in giro, riconosco Andrea Mocellin, col quale ogni tanto ho girato. Gran manico della DH. Vado a salutarlo e chiacchieriamo qualche minuto. Nel frattempo arriva anche Giulio Valfré, altro manico della Superenduro e facciamo due chiacchiere. Mentre parliamo, dietro di noi appare Lorenzo Suding, campione italiano di DH, che prenderà anch'egli parte alla gara. Con lui non ci chiacchiero perché non lo conosco, ma noto che sorseggia un po' di Moretti. Poi con Andrea e un altro ragazzo vanno a farsi la PS2 (meccanizzata). No, non so se avete capito: s'è bevuto un po' di birra e poi va a fare una discesa. Se lo facessi io sarei fuori pista ogni 10 metri.

Anche Giulio va per la sua strada e quindi io me ne vado a fare un giro. Fino alle 16.30 circa. Girando un po' in bici, un po' a piedi, facendo un po' di spesa (un sacchetto di cagatine = €19.. diciamo che non è una città economica!) per cenare stasera e colazionare domattina.

Vado al banchetto, che finalmente è aperto, e mi danno il numero 202. Palindromo. Mi piace. Guardo la lista per curiosità e vedo Suding e Giuffré tra i primi partenti (ovviamente quelli forti partono tra i primi 30), più tanti altri nomi noti. A seguire, poi, gli altri atleti (non so se anche per i successivi 30 l'ordine di partenza dipenda dalle capacità o dalla casualità, ma il fatto che Mocellin abbia un numero più alto del mio (partirà dopo di me, ma nemmeno troppo dopo), mi fa propendere per la casualità. E mi fa pensare che probabilmente sarò uno dei tanti che gli dovrà lasciare strada. Fosse stato per me, l'avrei messo tra i primi, altroché. Più che altro perché partendo così indietro sono sicurissimo che incrocerà tanta gente davanti a sé.

Stasera direi pasta (di nuovo) al sugo pronto di pomodoro, con aggiuntina di mozzarella, stavolta. Poi magari una tazza di latte con cereali, un Buondì al cioccolato e poi dentro al sacco a pelo, per finire di vedere "The curious case of Benjamin Button", che ho mollato a un terzo qualche settimana fa.

Eppoi a nanna, che domani c'è il briefing alle 9. E la mia partenza dovrebbe essere intorno alle 10.30. Tipo un'oretta e mezza al freddo.
Ehm. Che bello. Mi rifugierò in auto.

Buona serata!

giovedì 4 marzo 2010

Palestrando tutto in uno

Ieri sera la sessione in palestra è stata un po' un casino.

Unica seduta settimanale vista la vicinanza della gara, l'istruttore mi ha fatto fare praticamente un esercizio per ogni gruppo muscolare a rotazione, tipo 15 ripetizioni sui pettorali, poi corri di là e 15 ripetizioni sulle spalle, poi corri dall'altra parte e 15 ripetizioni sui dorsali e così via - stavo praticamente correndo in giro per tutta la palestra - il tutto per tre volte (col solito 15 - 10 - 8 ripetizioni, aumentando il peso).

Al termine della parte superiore, poi, sono passato alle gambe, anche lì con tre serie da 15 - 10 - 8 ripetizioni, una su un gruppo, l'altra sull'altro e così via.

Lavorare così, con recuperi bassi e su tutti i gruppi muscolari nella stessa giornata, nonostante fosse un solo esercizio per gruppo, è stato un po' pesantuccio, però l'ho percepito come.. non saprei.. come "Ma sì, giusto per fare qualcosa".

Non m'è piaciuto molto.

Come nota a parte, devo cambiare gli esercizi per gli addominali: una volta sentivo dolori il giorno dopo, adesso, nonostante abbia anche aumentato il numero di ripetizioni, il giorno dopo è come se non avessi fatto nulla e anche durante l'esercizio non percepisco molto la fatica.
Ora come ora faccio 40 ripetizioni per 8 esercizi diversi (quindi 320 in totale), fatti due a due con un recupero di 45" tra coppia e coppia (ossia 40 + 40 poi riposo).

mercoledì 3 marzo 2010

Come un ossesso

Come fossi ossessionato, vedo e rivedo i filmati delle tre Prove Speciali della Superenduro.
Prendo appunti.
Poi chiudo gli occhi e cerco di visualizzare almeno i passaggi più interessanti del percorso.

I filmati.. ogni volta che li rivedo mi gaso, osservo le linee, comincio anche ad ansimare nei tratti pedalati sui quali, ricordo, domenica scorsa soffrivo come un cane.

E poi entro un po' in paranoia, perché vorrei poter provare ancora una volta tutt'e tre le discese, soprattutto quei passaggi un po' impegnativi ai quali non ho dedicato, purtroppo, abbastanza tempo domenica scorsa. E mi preoccupa perché a forza di rivederli mi appaiono sempre più facili, sempre più piatti (a causa della HelmetCam, che appiattisce tutto), facendomi pensare che non siano poi così complicati ed in un certo senso facendomi percepire una realtà distorta.

Quindi questo weekend andrò assolutamente a riprovarli.

Questo weekend sarà un lungo weekend.

Questo weekend ci sarà da divertirsi.

lunedì 1 marzo 2010

Provando la Superenduro

No, in verità non ho provato la Superenduro nella sua completezza, ovvero non mi sono fatto i trasferimenti (leggi: le salite).. praticamente mi sono saltato via la parte più dura della gara, ma vabbè, non ho la preparazione necessaria per affrontare un massacro del genere.

Finché le gambe reggeranno, le userò come motore.

Le PS (Prove Speciali).. ma vogliamo parlarne?

Le tre discese sono molto scorrevoli, con qualche passaggio impegnativo ma comunque molto divertenti (roba che i top atleti le usano per rilassarsi durante una gita domenicale). Il dislivello non è molto accentuato: bisogna buttare pedalate qua e là in alcuni punti in cui tale dislivello è quasi inesistente. Purtroppo - per me - in quasi tutt'e tre le prove ci sono pezzi da pedalare in salita.. e ciò, nelle cinque discese che ho fatto, mi ha davvero distrutto anima e corpo.

Ecco il video della helmet cam, talmente noioso che teoricamente non ne varrebbe la pena: mi sto convincendo sempre più che la helmet cam sia una roba alquanto inutile, perché a) dal punto di vista scenico sembra tutto piattissimo e b) dal punto di vista dello studio del percorso non è molto d'aiuto, perché quando le riguardi pensi "Ma è tutto dritto e piatto!" e non puoi dire robe come "Ah, ho individuato una buona linea" perché sembra tutto facile e poi invece dal vivo è un po' meno facile.

Vabbè, pazienza.


Prova speciale 1 (provata solo una volta): 11'35"
Prova speciale 2: 10'38"
Prova speciale 3 (anche se non ho capito bene dove finisce): circa 12'

Tempi da bassissima classifica (dando un'occhiata a quelle dell'anno passato, con un impressionante 19' del primo classificato contro i miei potenziali 34'!!!), in minima parte influenzati anche dalle pedalate (sia in salita che in piano) buttate qua e là durante la discesa (a tratti sono sceso ed ho spinto a mano perché ero devastato). Considerando inoltre che i tempi delle classifiche dell'anno passato sono stati fatti a seguito delle salite, che io non ho fatto, questi i miei obiettivi:

1. portare la gara a termine
se 1 va a buon fine allora 2. scendere sotto i 10 minuti in tutte e tre le P.S.
se anche 2 va a buon fine allora 3. stordirsi con vagoni di birra, che questa settimana eviterò in toto.