sabato 22 novembre 2014

Oh zee, giornata zeetorica. Anche se l'ammortizzazione era troppo molle.

Oggi, per la prima volta da quando ho cominciato ad andare in bici, ho usato dei freni diversi rispetto agli Avid Elixir.

Ora, non ho da dire male su questi freni che mi hanno accompagnato per tutti e cinque gli anni; soprattutto non sono uno che cambia impostazioni per capriccio, no. Quindi se ho comprato e montato i Shimano Zee un motivo ci sarà.

Il motivo principale è che gli Elixir non frenavano più. Poi gli Elixir sono totalmente inconsistenti (avrei voluto scrivere "I freni più inconsistenti che abbia mai provato", ma ho provato solo quelli, quindi non posso scriverlo). Infine, gli Elixir sono - come dicono gli inglesi - un pain in the ass da spurgare.

Le ho provate tutte: ho ripetuto più volte lo spurgo, ho cambiato le pastiglie, ho pulito i dischi con l'alcol isopropilico (che di per sé è una rarità). Niente: pinzando energicamente, con la mano destra facevo girare la ruota e questa girava. Capite? GIRAVA. Cioè, un freno deve bloccare la ruota, non deve permetterle di girare.

In verità non mi ero accorto di questo: durante l'ultima uscita sul monte Curt, ho fatto il nuovo KOM (su Strava), non perché andassi forte per mia volontà ma semplicemente perché non riuscivo a fermarmi. Infatti il commento che avevo scritto su Strava diceva: "Inoltre non so come abbia fatto a fare il KOM di Pilone, dato che l'ho fatto praticamente tutto col posteriore bloccato, in modalità "mioddio qua non mi fermo più".
Non a caso, a Pogno un ragazzo, provando la mia bici, si è messo a frenare da fermo, spingendo la ruota, e mi fa "Ehi, guarda che non frena un cazzo". E qualche mese fa, un altro ragazzo, a cui ho prestato la bici per una discesa, mi aveva detto che era un casino da guidare perché il freno una volta andava in un modo e poco dopo andava in un altro.

Avevano entrambi ragione.

Forse il mio kit da spurgo non funziona più molto bene (in effetti una delle due siringhe non tiene più l'aria completamente); forse questo o forse quello.

Sta di fatto che oggi, con gli Zee, quando mi sono sentito in emergenza, ho pinzato forte e ho rallentato da 30 km/h a 3 km/h in due metri (ovviamente sto sparando numeri a caso, perché non sono stato a fare telemetrie). "Ovvio", dirà qualcuno, "hanno quattro pistoni anziché due". Verissimo. Ma chi caxxo se ne frega.

Devo ammettere, comunque, che ho avuto un momento di inconsistenza di frenata, nell'unico pezzo ripido della discesa, che mi ha ricordato molto quella degli Elixir: per intenderci, facciamo finta che quando il freno funziona normalmente, la leva ha una corsa di 4 cm. Quando succede questa cosa strana, è come se all'improvviso, durante la frenata, la corsa aumentasse a 5 cm (ovvero si avvicina di più al manubrio) e quindi, per abitudine, mollo la leva e la ritiro, però questa volta ha una corsa di 3 cm (ovvero rimane più lontana dal manubrio).
Questo mi succedeva sempre con gli Elixir nelle discese ripide ed è, come dicevo all'inizio, uno dei tre motivi che mi ha portato a cambiarli.

Vedremo come andrà in futuro.

Ora come ora sono ben contento dei miei nuovi Zee. E mi piacciono anche le leve, a dirla tutta.

Nota aggiuntiva: comincio a capire l'importanza di un setup definito dalla tipologia di sentiero. Oggi ho mantenuto il mio normale setup da giro di montagna su sentieri naturali. Dato però che nel pistino di Cumiana ci sono salti e sponde, tale setup si è rivelato sbagliato, portandomi ad andare a pacco sia con la forcella che con l'ammo. Perciò ho deciso che d'ora in poi presterò attenzione anche a questo aspetto.
Che sicuramente influisce più di un tipo di gomma piuttosto che un altro.

Yeahbboy!

domenica 12 ottobre 2014

Il 2014 è il sesto

Immerso nei miei pensieri, mi sono chiesto quando avessi effettivamente cominciato ad andare in bicicletta. Quindi sono tornato indietro a vedere il primo post di questo blog, quello di presentazione, scoprendo che ho appoggiato il mio corpo su di una sella esattamente il 6 febbraio 2009.

No, dico, nel 2009, non so se mi rendo conto della cosa: il 6 febbraio 2014 erano 5 anni esatti che vado in bici. Ora che siamo ad ottobre, quindi, siamo quasi a 6 (sei, six, roku) anni che mi massacro psicologicamente la mente cercando di imparare ad andare su due ruote.

Ne ho passate tante, ma quest'ultimo periodo, quello che è stato inaugurato intorno a luglio 2013, quando mi sono trasferito a Torino, è stato ed è tuttora forse quello che ha avuto maggiore impatto su di me.
Innanzitutto l'anno scorso dovevo sfondarmi di notturne per andare in bici infrasettimanalmente, che significava quindi fare più o meno sempre delle discese abbastanza brevi, in solitaria, e sempre le stesse due discese con la Rockrider (tranne qualche volta quando uscivo con altri). Quest'anno, invece, posso girare anche di giorno, durante la settimana, quindi variando maggiormente i percorsi. Poi quest'anno passo tempo in sella anche ad una bici da corsa, che forse uno può pensare che non c'entri un caxxo con l'mtb, ma si tratta pur sempre di stare in sella e, secondo me, contribuisce ad avere sempre più confidenza con un mezzo a due ruote.

Il vero cambiamento, però, al di là del fare sempre meno gare, è arrivato solo negli ultimi due mesi circa, quando, in seguito ad un momento di crisi "Non so andare in bici" (uno abbastanza pesante, direi), ho avuto come una sorta di sblocco mentale da questa forte necessità che sentivo di spingere, spingere, spingere, cercando senza successo di ottenere qualcosa. E a quel punto mi sono sentito libero. Libero di fare le cose senza pressioni - da parte di me stesso. Libero di essere libero.

Ora, dopo quasi 6 anni, ho finalmente cominciato a saper aspettare: aspettare che le cose vengano quando devono venire, senza dannarmi l'anima perché non mi sento di fare un passaggio, di fare un salto, di fare un drop, di fare qualsiasi cosa. Sto praticamente seguendo le mie sensazioni, senza forzare alcunché.

Allo stesso tempo, ho ricominciato un po' a frequentare i bike park, ovvero quell'aspetto della bici che mi aveva fatto iniziare ad andare in bici, perché a me, di fare salita e di vedere i panorami, può fregare poco o nulla: io voglio la discesa, sant'iddio!!!!!!!!

Per qualcuno tutto questo è naturale. Quello di seguire il proprio flow interno, intendo. Per me è arrivato dopo tanto, tantissimo tempo, e solo da quando ho raggiunto questa sorta di equilibrio interno ho cominciato ad apprezzare i miei risultati.

Certo, l'ultima gara che ho fatto non mi ha dato grandi risultati, mi sono piazzato, come sempre, intorno a metà classifica, ma la differenza maggiore è stata che l'ho vissuta in modo molto sereno: cercando di fare bene, ma nel modo giusto.

Chissà quanto durerà tutto questo.
Chissà se tra qualche tempo tornerò ad aggredirmi psicologicamente.

Nel frattempo, mi godo questo momento.

martedì 22 luglio 2014

Di tubeless che (per ora) funziona

Prima prova per le nuove gomme.. cioè, non nuove, ma latticizzate. Ci siamo capiti.

Dopo i primi problemi relativi al trasudamento del liquido, oggi finalmente ho portato le gomme a fare il primo giro. Giusto perché bisogna darsi da fare, sono andato sul Col Laz Arà, dove, nella terza parte, c'è tutta una discesa pietrosa tipo ciottolato ma con pietre grosse e quindi tante, ma tante botte alle ruote (e alla bici in generale).

Bene, le gomme hanno tenuto, apparentemente non c'è stata perdita né di lattice né di pressione, nonostante abbia preso male le misure in un pezzo in falsopiano, dove ho cercato di saltare una pietra andando piano e atterrandoci sopra totalmente e pesantemente col posteriore: ho sentito proprio il colpo, ma la camera ha retto.

L'unica cosa che posso dire, ma forse dipende più da altri fattori (es. che ero freddo alla partenza della discesa, dopo una lunga pausa pranzo), è stato che, nonostante avessi gonfiato le gomme a 2.20 contro i soliti 2.50 che usavo con le gomme con le camere d'aria, ho avuto l'impressione che fossero un po' più rigide, che la bici mi rimbalzasse un po' troppo di qua e di là.
La tentazione di portare la pressione a 2.00 è tanta, ma, come mi ha detto il compagno di giro oggi - e compagno di esperimento latticizzazione - il rischio è che magari poi la gomma tenda a deformarsi troppo e che ci sia il cosiddetto burping. Boh!

Edit di qualche ora dopo: dopo essermi informato meglio e aver visto diversi video di burping all'anteriore, ho deciso di tenere il setup tubeless solo al posteriore: il cerchio non è tubeless ready, così come non lo è la gomma, perciò non mi fido: un conto è se ti burpa il posteriore, che puoi controllare, ma se ti burpa l'anteriore quando atterri da un salto o qualcosa del genere, ecco, diciamo che è un po' più complicato da controllare. Perciò, siccome non voglio girare imparanoiato, ho deciso questo mix.

E in futuro, quando sarò ricco sfondato, allora mi comprerò tutto tubeless vero e proprio e sarò più sereno.

giovedì 17 luglio 2014

Latticizzare o Foss? Il primo, grazie.

Dopo aver dato fondo alle mie enormi riserve di camere d'aria, ho finalmente acquistato il kit per latticizzare: con €38 circa, mi sono comprato il Joe's No Flat. Prima di parlare di questo, comunque, vorrei fare un salto indietro alle tanto osannate Foss.

Per chi non lo sapesse, sono camere d'aria in un materiale particolare, una sorta di plastica autoriparante, se vogliamo. In effetti, devo dire, nel caso delle microforature causate, ad esempio, dalle spine, queste Foss si comportano molto bene, dato che il materiale si stringe attorno alla spina e in un certo senso chiude il piccolo foro. Inoltre, in caso di forature non troppo grosse, la fuoriuscita di aria è molto più lenta rispetto alle normali camere. Ma i vantaggi finiscono qua: la camera pizzica come qualsiasi altra camera d'aria - quindi non c'è il vantaggio di girare a pressioni più basse - inoltre anche le toppe specifiche si comportano come le normalissime toppe, ovvero che se le usi per un foro un po' più grande della spina, dopo un paio di uscite non tengono più un caxxo.

Ma andiamo con ordine.

Alla prima uscita con le Foss, gonfiate a circa 2.20, vedo delle rocce in un prato e decido di passarci in mezzo, visto che c'è un varco. Prendo male le misure e ci passo sopra, ma a velocità ridotta. Pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffff, ho pizzicato. Una volta arrivato a casa, da una parte metto la toppa, dall'altra decido di andare di accendino, come pubblicizzato. Risultato? Una sorta di zombie di plastica che mi si sfalda tra le mani. Butto via tutto.
Sposto quindi la Foss dall'anteriore al posteriore, gonfiandola ai soliti 2.50.
Resiste un po' di più, esattamente 7 uscite. All'ottava, mi accorgo che perde aria, ma non scende subito. Quando torno a casa, vedo che ha un bel foro, di circa 3x2 mm. Lo chiudo con la toppa, seguendo per bene le istruzioni.
Per le successive 3 uscite mi rendo conto che sta perdendo aria, ma talmente poco che riporto la pressione al suo livello normale e faccio le mie uscite. Finché, alla quarta, alla fine del giro, mentre stiamo sorseggiando una birra, ad un certo punto si sente un Pfffffffffffffffffffffffffffffffff potentissimo: la toppa ha ceduto.
Decido quindi di andare di accendino. Stavolta, però, onde evitare di vedere uno zombie mostruoso, cerco dei video su internet e copio pari pari. Infatti sembra tenere. Quando però vado a montarla, scopro invece che non tiene proprio nulla, quindi ripeto la procedura e, di nuovo, quando la monto e gonfio, mi rendo conto che non tiene.
Nel cestino.

Risultato: €30 per due camere d'aria, una delle quali pizzicata alla prima uscita; la seconda, invece, che ha resistito 8 uscite più 4 con la toppa, per un totale di 12 uscite. Facendo due conti estremizzati, se avessi pizzicato ogni 2 uscite avrei dovuto sostituire 6 camere d'aria, ovvero €9 da Decathlon. Ergo, non ne vale la pena.

Torniamo invece alla latticizzazione, fatta senza compressore e senza particolare fatica nel tallonare le gomme ma con molta fatica invece nel mettere la gomma sul cerchio. In pratica il kit per latticizzare cerchi non tubeless contiene due strisce con una valvola: la si poggia nel cerchio e crea un ambiente isolato tra gomma e cerchio, così da permettere all'aria di rimanere dentro. Il problema si presenta quando metti su la gomma e questa striscia si sposta troppo o da un lato o dall'altro, senza possibilità di sistemarla, mentre in verità deve rimanere centrale (altrimenti non crea l'ambiente isolato). Quindi eccomi a togliere e mettere, togliere e mettere, togliere e mettere la gomma.
Il resto, poi, è abbastanza semplice, basta avere l'accortezza di avvicinare il più possibile il cerchietto della gomma ai lati del cerchio, schiacciare la gomma all'altezza della valvola e inserire un po' d'aria: voilà, la camera è montata (a dispetto di chi dice che senza compressore sia una cosa complicatissima). 120 ml di liquido, poi, rendono la ruota pronta per essere utilizzata.

Ora le ho gonfiate a 2.20 (sempre che il manometro sia corretto, eh), ma teoricamente fino a settimana prossima non avrò occasione di valutarne il funzionamento. Per ora, però, partiamo con una nota negativa: la ruota anteriore, prima, pesava 2,67 kg.. adesso 2,91 kg.. un aumento di 240 grammi per ruota. Praticamente 1/2 kg su due ruote, con la bici che ora totalizza un bel 15 kg tondi tondi.

Per niente leggera, questa soluzione. Speriamo ne valga la pena, comunque.

lunedì 14 luglio 2014

Quando l'aria ha importanza

Oggi ho potuto appurare quanto sia comodo avere la forca e l'ammo ad aria.

Fino a ieri giravo con un sag pari al 15%. Siccome continuavo a pizzicare al posteriore, ho pensato che, al di là della mia mal distribuzione del peso - quindi un problema di tecnica - potesse incidere anche il fatto che avessi l'ammo e la gomma gonfiati troppo (minimo 2.50 bar, che per uno che pesa 63 kg e non va forte è eccessivo) - quindi un problema tecnico.
Il punto è che siccome ho la brutta - e sbagliata - tendenza a frenare un po' con l'anteriore in curva, ai tempi dell'acquisto della Vitus avevo pensato di ovviare alla cosa tenendo la forcella più rigida, di modo che non mi andasse ad affondare durante la compressione. Per evitare di squilibrare la bici, quindi, ho pensato di indurire anche il posteriore.
Ora.. ovviamente questa è tutta una congettura e, da bravo scienziato che non sono, ho messo il sag al 20%, e, contemporaneamente, ho messo una gomma dual ply al posteriore. Sbagliato! Avrei dovuto fare prima una cosa e poi l'altra, per isolare il problema, ma non importa.

È chiaro che una sola uscita non valga nulla per capire se ho intuito quale potesse essere il problema, ma giovedì avevo messo solo la dual ply gonfiata a 2.50 e mi sono reso conto che fosse tutto troppo rimbalzino. Per contro non avevo forato (e con una media di una foratura ogni due uscite, mi sembrava un buon risultato iniziale), quindi ho deciso di rendere meno rigida l'ammortizzazione in generale, aumentando il sag di ammo e forca (dal 15 al 20%) e gonfiando a 2.20 circa sia l'anteriore che il posteriore, visto e considerato che ora dietro ho una dual ply.

E oggi sono andato a provarla nel luogo dove più spesso ho bucato: il sentiero delle Guardie, sul Monte Curt.

Inutile dire che mi sembrava di galleggiare, di saltellare sopra ad un materasso. Guardando poi i dati su Strava, ho tirato giù di 16" il mio precedente tempo. In verità di per sé non significa nulla, dato che nel giro di un paio di mesi sono passato da 5'42" a 5'42" a 5'38" per arrivare al 5'22" di oggi. Anche perché, sempre rianalizzando i dati, ho avuto punte di velocità maggiori (sensibilmente maggiore, tipo 10 km/h più veloce) in passato. Però mi sta bene così: dopotutto i sentieri, col tempo si scavano, variano e quant'altro, perciò ci può stare che in certi tratti dove prima riuscivo a tirare maggiormente oggi non riesca più a farlo allo stesso modo (anche se 10 km/h di differenza in 6 mesi è un po' tantarello).

Questo è tutto ciò che ho da dire, per oggi.

Evviva l'ammortizzazione!

lunedì 2 giugno 2014

Gara cyclocross: The Bike Republic

Prima e ultima gara di cyclocross, durante la manifestazione The Bike Republic, qua a Torino.
Ultima perché non ne vale la pena: non sono uno a cui piace pedalare in pianura (a meno che non sia proprio per allenarsi a fare fondo con la bici da corsa, che poi in verità un'uscita in bdc è anche un po' una gita che ti porta fuori città), se poi devo fare tutta la fatica che ho fatto forse è meglio evitare.

A fine gara
Pre-gara
(clicca per ingrandire)
Sulla sabbia
(clicca per ingrandire)
Nello sterrato
(clicca per ingrandire)

Ciò non toglie che sia stata un'esperienza divertente e interessante.
Il percorso inizia con curve strettissime su asfalto: io ho sempre difficoltà con 'ste dannate curve, quindi le faccio decisamente lente. Rettilineo con rampetta random a metà e poi piccola rampa che butta sulla sabbia, a cui segue un tratto di incredibile fango. Ma proprio di quello fangoso. Poi pezzetto sterrato dritto e la morte fatta a scaloni (4 gradoni alti 30 cm da fare con bici in spalla), rampetta per scendere con curva deraposa e curvetta stretta che ti ributta sulla parte iniziale.
Un percorso di circa 600 m da ripetersi per 50' più un giro. Devastante.

La traccia registrata dal Garmin: praticamente quella che lascerebbe un criceto.
Come sempre quando non so bene come fare, parto dalla seconda fila, perché non voglio intralciare e perché so che se partissi davanti mi metterei a pompare come un dannato e nel giro di poco sarei schiantato a terra. Partire dietro ha di positivo che mi faccio la prima parte trotterellando. Di negativo ha che il mio trotterellare è un po' più veloce di quello di altri, quindi per i primi 3 giri circa mi trovo fisso in culo agli avversari, cercando di sorpassare dove possibile. Ma il percorso è stretto per la maggior parte del tempo, quindi tante volte devo farmi quasi un giro completo prima di poter passare (solitamente mi hanno lasciato passare sullo sterrato dritto o nelle curve, dove sono riuscito a prendere un pochino più ritmo, facendole TUTTE col piede giù).

Non mi è ben chiaro cosa sia quel Lap 5..
Al terzo giro, però, faccio per sganciarmi per l'ennesima volta e non ci riesco. Porco d'un cazzo. È la seconda volta che mi succede: tutto questo attaccare e staccare ha smollato la vite della tacchetta, che si è quindi staccata del tutto. Chiedo a Marta di andare a prendermi le brugole in auto, ma per fortuna ce le ha in borsa, quindi al giro successivo mi fa segno e mi fermo, convinto che la vite sia ancora lì, per darle una stretta. Ovviamente non c'è più, quindi non so che fare e rimango seduto un attimo a pensare (intanto riprendo fiato). Decido di staccare tutta la tacchetta e di girare sganciato, dato che per fortuna c'è un po' di piattaforma sui pedali.

Riparto, ma sono rimasto fermo circa 2'. Quasi un intero giro, per intenderci.

Quindi giù di pedali, cercando di recuperare posizioni. La mia idea iniziale di "Ma sì, me la faccio con calma, giusto per fun" è andata a farsi fottere.

Fortunatamente tantissimi sono in gara solo e unicamente per divertirsi (qualcuno si beveva anche della birra prima della gara, ma ho come la sensazione che nemmeno lui, come me, sapeva a quali fatiche saremmo andati incontro), quindi c'è chi si ferma, chi va proprio pianin pianino e cose del genere, e da più o meno ultimo avanzo e avanzo. Ovviamente tutto questo ha un costo, ovvero che sono sempre più devastato, ma insisto e insisto, anche se il mio ritmo piano piano cala, tanto che ad un certo punto, rendendomi conto di aver recuperato tutti coloro che avrei potuto recuperare, rallento. Poi, in verità, guardando i dati del Garmin, a quanto pare ho avuto un andamento più o meno costante per tutta la gara, quindi evidentemente è stata solo una mia percezione.

Ogni tanto butto l'occhio sul Garmin e vedo che sono sempre in zona 5, tendente alla 5.8. I dati mi dicono che sono stato mediamente a 177 bpm, ossia 95% HRmax in zona 5.6, con il HRmax di 188 bpm. Ho lavorato in zona 5 praticamente quasi tutti i 50' di gara. Certo, non è come, ad esempio, fare bici da corsa in questa zona (dopo pochi minuti probabilmente le gambe mi crollerebbero e non riuscirei a mantenere la velocità necessaria a lungo), ma è pur sempre un dato interessante.

L'andamento della mia frequenza cardiaca.

Come si nota dal grafico, lì a metà tra 8:20 e 16:40 è dove mi sono fermato. Nonostante mi sia fermato (cioè, non  proprio fermo fermo perché smanettavo con la scarpa, mi alzavo, mi sedevo, mi rialzavo, mi risedevo), l'HR è sceso solo intorno ai 140 bpm. Strano, perché ho un recupero decisamente buono, ma evidentemente la situazione è ben diversa dalla fine di uno sforzo.

La gara, finalmente, finisce. Arrivo 7° su 18 (di cui probabilmente 9 un po' più ciclisti - incluso io - e 9 cazzeggiatori totali), magari qualche posizione in più sarei riuscito a guadagnarla se non avessi perso un giro, ma ce n'è sempre una e quindi va bene così. Di sicuro non avrei mai potuto vincere, dato che i primi due erano proprio forti (quando sono rimasto fermo mi hanno doppiato).

Bella esperienza, quindi, ma a conferma che anche se ci metti dentro del fango e dello sterrato, per me la discesa ha proprio un ruolo importantissimo e quindi direi che l'avventura cyclocross si chiude qua.

martedì 20 maggio 2014

Intervalli e FC che si accumula

Ecco qua un immagine dei dati di oggi, dove ho provato a fare degli intervalli molto brevi, con recuperi forse un po' troppo lunghi tra un set e l'altro (mi ricordavo male), ossia di 5'. Buoni per recuperare appieno le scorte di fosfocreatina, ma non per delle reps così brevi.
Sono 3 set da 9, 6 e 5 reps. Il perché della prima serie di 9 è presto detto: mi sono confuso e non mi sono fermato al sesto. Invece quel 5 del terzo set è dovuto unicamente al fatto che pensavo di averne fatti 6 e invece mi sono fermato a 5.

Ho fatto tutto su pianura, alternando 20" di lavoro duro e 10" di recupero (ovvero senza pedalare con troppo sforzo o a volte senza pedalare del tutto), quindi in verità, vista la brevità del lavoro duro non ho mai percepito uno sforzo particolarmente elevato, nonostante il picco massimo, 176 bpm, corrisponda al 94% del mio FCmax.

È interessante notare come ci sia una sorta di accumulo di pulsazioni. Cioè, non che la cosa sia strana, eh, considerato che con un recupero di 10" la FC non scende così tanto e quindi è ovvio che via via si accumuli, ma mi ha fatto venire in mente il discorso dell'allenamento della forza veloce coi suoi recuperi vantaggiosi prolungati e in generale la stimolazione tetanica.

La prossima volta potrei limitare il recupero, terminandolo nel momento in cui le FC tornano alla frequenza precedente l'intervallo.

Boh, basta, finito qua, non voglio fare il professionista delle attività motorie: dopotutto sono alla fine del primo anno, quindi mi manca ancora del tempo prima di poter fare lo scienziato con cognizione di causa e fare il bullo di periferia.

domenica 4 maggio 2014

Gara Superenduro Promo: Priero

E dopo tante promesse, eccola qua: la mia prima gara in categoria Promo.

"E cos'è Promo?", dirà qualcuno. È la categoria di quelli che per primi dovrebbero lasciare la nave che affonda, ossia vecchi e bambini. E quelli come me, che non hanno voglia di sfondarsi il culo facendosi una gara completa.
"Ma come", continuerà qualcuno, "fino all'anno scorso hai fatto gare intere!".. sì, è vero, ma come le ho fatte? Sempre col terrore dei crampi, col freno a mano tirato nei rilanci perchè "se pedalo troppo poi mi vengono i crampi" o "se pedalo troppo non finisco la gara". Per non parlare poi del mio stato fisico al termine delle gare. Devastato è un eufemismo.

Perciò eccomi qua, tra ragazzinetti del 2000 e vecchiarelli degli anni '60. Più Andrea e Giovanni, che avevo lasciato l'anno scorso con un "l'anno prossimo sfida nella Promo!". E così fu.

Day 1
Come sempre (tranne per Roasio), il sabato arrivo in loco. Però stavolta sono tranquillo, perché anche se mi faccio l'intera prova si tratta solo di 2 PS e non 4, come al solito. Quindi me la posso provare tutta. Salgo verso la PS2, col cardio sott'occhio perché ormai è diventata un'ossessione "Rimani in zona 2, rimani in zona 2, massimo qualche puntatina nella zona 3!". Ho le gomme da fango, perché quando sono venuto a provarla martedì, con la fangazza, Alessandro mi ha detto "Secondo me le gomme col fango fanno la differenza" e io gli ho creduto.
Comincio la mia discesa e dopo le prime curve mi rendo conto che faccio cagare: non riesco a stare in piedi, mi spavento ad ogni radice ricoperta di fango che mi fa scivolare un metro sì e l'altro pure. Torno su e riprovo, torno su e riprovo. L'ultima parte la faccio tutta alla shit, perché, continuando a non riuscire ad agganciare e a sganciare il pedale, controllo la tacchetta e scopro con rammarico d'aver perso una delle due viti.

Rabbuiato e col pensiero "Non so andare in bici" tatuato nel cervello, parto per andare a fare la PS3, ma dopo 5 minuti giro la bici e torno giù in paese: ci sono i furgoni gratuiti, chi cazzo sono io per non approfittarne?
E incontro Giovanni e Andrea. Quest'ultimo è stanco e quindi va a riposarsi, mentre io e il primo saliamo a provare di nuovo la PS2. Fortunatamente mi dà una botta di vita e la proviamo decentemente (anche perché s'è asciugata parecchio nel giro di poco, per via del sole e della temperatura). Torniamo su di nuovo e proviamo ancora, sempre meglio. Tanto meglio che sul salto finale ho addirittura il tempo di chiedermi "Ma quando cazzo atterro?!?!?" tanto lo prendo forte. Nella seconda metà Giovanni mi lascia indietro, ma l'avevo già preso in considerazione, quindi non mi ferisce più di tanto nell'orgoglio.

Torniamo su e proviamo la PS3. Giovanni è stanchissimo, quindi la facciamo in modalità supereasy, così ho modo di memorizzare l'unico punto da memorizzare (per me, intendo), ossia un taglio che permette di prendere quella fottutissima curva impiantosa senza impiantarsi.

Finisce la giornata, ci si saluta e mi infilo nel Doblò. Mangio riso col mais (senza condimento) e yakisoba che mi ha portato mio padre dal Giappone. Studio un po' (lunedì ho un esonero) e verso le 23.30 mi metto a nanna.
Si fa per dire.
Pioggia a catinelle e, per qualche assurdo motivo - probabilmente umidità - passo quasi metà nottata a tossire. Poi sudo sotto il sacco a pelo. Poi me lo levo e ho freddo. Insomma, tutta la notte così, dormicchiando e sveglicchiando.

Day 2
È ora di partire: intorno a me adulti adultoni e bimbarelli. È la Promo.

PS1
Salgo moooolto tranquillo - la nottata si fa sentire - e arrivo moooolto in anticipo. Moooolto bene. Con Giovanni e Andrea, andiamo giù per la PS2 a guardare la gente che passa. Anche il tempo passa, infatti quando torniamo su vedo che c'è in partenza il numero 200. E io sono il numero 201. Corro come un fottuto a recuperare la bici, che ho lasciato tipo lontanissima dalla partenza.
Arrivo col fiatone in partenza, ma fortunatamente ho ancora un minuto di tempo e faccio respiri profondi per rilassarmi un attimo.
Parto.
Non spingo tanto perché questa prima parte, nelle prove, mi ha sempre sfiancato al vomito ("FCmax! FCmax!", mi dice il subconscio).
Arrivo alla seconda passerella di legno e vedo il tizio davanti a me fermo poco più avanti. Mi distraggo e quindi mi scivola via l'anteriore. Perdo un po' di tempo a tornare indietro e raccogliere la bici, spingo su per la terza passerella (non mi sarebbe convenuto tornare in sella) e riprendo ad andare. Sulla contropendenza quella bastarda trovo di nuovo il tipo davanti a me, che, zampettando, si fa pianin pianino metà della contropendenza, finché poi si ferma e mi lascia passare. Tra una cosa e l'altra ho perso un bel po' di tempo, ma chissenefrega, sono in una promo, per dio!
Faccio tutta l'ultima parte un po' alla cazzo di cane (sapete quando si ha proprio la sensazione di andare piano pensando "Ma quanto piano sto andando?!?") e finisco la prova.
Con 4'53" mi posiziono . "Vai! Grande!", potrà pensare qualcuno, ma sono in Promo, quindi non è questo grande risultato: Giovanni mi dà 20", io do 1" ad Andrea, che ha fatto tutta la discesa senza catena in seguito ad una caduta. E tutt'intorno a noi c'è gente del '67, del 2000, anche del 2001 e via dicendo. Come dicevo prima, vecchi e giovani.

PS2
Controllo orario e salgo per la PS3. Non mi dilungherò granché, perché non c'è niente da dire, in verità, se non che in generale sono soddisfatto: per la prima volta sono riuscito a pedalare DURANTE la prova speciale. Unica nota curiosa: arrivo al taglio memorizzato dal giorno prima e, purtroppo, il tizio davanti a me ha scelto proprio quel punto per fermarsi: non conoscendo il taglio, si ferma proprio su di esso, quindi io devo rallentare, girargli attorno - mentre lui mi chiede scusa - e proseguire. Oltre a questo punto, la prova va bene, tranne qualche eccessivo rallentamento in qualche punto, dato che, nello sforzo di memorizzare il taglio di cui sopra, non ho pensato a tutto il resto della prova. In generale credo d'aver dato quello che all'85% ho dato quello che potevo dare (in qualche punto avrei potuto frenare meno).
Chiudo la prova 6°, in 8'20".

Conclusioni
Credo d'aver trovato la mia strada, in mancanza di gare DH (che sono quelle che mi piacciono di più ma che sono anche le più costose e lontane): le gare enduro in versione Promo sono PERFETTE per me: posso spingere tanto (non tantissimo, a dire il vero, dato che non sono molto allenato sull'anaerobico e sul lattacido in generale) durante le prove senza pensare ai crampi e senza pensare che "minchia, mi mancano ancora 2 prove speciali, sant'iddio". È un peccato solo perché spesso le prove che vengono eliminate rispetto alla gara completa sono quelle più belle (vedi Roasio, dove hanno fatto PS1 e PS4, tagliando via la PS2 e la PS3 per motivi logistici, che erano le più fichissime), ma me ne farò una ragione: tanto, quando vado a provarle in anticipo, mi faccio il giro completo, perché sono lì per divertirmi.

Finisco la gara al 5° posto, davanti a Giovanni per 1" (che non ha pedalato niente sulla PS2 per via della stanchezza, ma che sulla PS1 mi ha dato ) e dietro ad Andrea per 13" (che ci ha dato dentro sulla PS3 ma è stato senza catena sulla PS1). La sfida, quindi, si è conclusa proprio nel mezzo.

Un miglioramento relativo rispetto a Riverosse, dove ero caduto e ho avuto un notevole rallentamento a causa di un problema tecnico sulla PS3 (ma anche qui sono caduto e ho subito un notevole rallentamento sulla PS1). Bisogna dirlo, comunque, che rispetto alla gara completa ho fatto la metà delle prove che hanno fatto loro, quindi con notevole stanchezza in meno. Ecco quindi un paragone che lascia il tempo che trova:

PS1: 4'53.60 - 5° nella Promo (15/100) e 100° nella totale (63/100)
PS2: 8'20.50 - 7° nella Promo (23/100) e 102° nella totale (66/100)
Totale gara: 13'14.10 - 6° nella Promo, 65/100 nella totale fake

Dopotutto, quindi, in un risultato assoluto, sono andato meglio rispetto a Riverosse.

W LE PROMO! Sono la dimensione ideale per divertirsi. E praticamente io, nelle gare di enduro, raramente mi sono divertito.

domenica 20 aprile 2014

E via di cardio: step 1 con HRmax teorico

Ok, oggi me ne sono andato a pedalare alla Mandria col cardio per sperimentare un pochino.

Prima di cominciare, ricordiamoci la mia FCmax, calcolata con Tanaka, ovvero 182, alla quale ho aggiunto 4 bpm in modo totalmente random, considerato che tale formula è per la media della popolazione, che non è sicuramente allenata quanto lo sono io (cioè, la media della popolazione si allena a camminare nei centri commerciali, per intenderci). Per pura coincidenza, 186 bpm corrisponde alla formula di Miller.

Mi sono detto "Bene, ci sono 5 zone, oggi rimarrò in zona 2, ovvero quella per l'allenamento aerobico." Ho deciso così perché quando mi sono portato il cardio l'altra volta in Maddalena mi sono fatto la salita con una media di 167 bpm, quindi totalmente (a livello teorico) in zona 4, ovvero quella dell'allenamento anaerobico lattacido. Che potrebbe anche andare bene, considerato che la letteratura dice che in mtb si sta proprio in quella zona, solo che io stavo salendo su asfalto ad una velocità di 10km/h, quindi non lo definirei proprio andare in mtb.

Tornando ad oggi, zona 2, dicevo, che, nel mio caso, va dal 68 al 76% FCmax, ovvero tra 142 e 153 bpm. "Facciamo 150 bpm", mi dico, giusto per avere cifra tonda.

Accendo tutto e parto. Ed ecco la prima sorpresa: considerato il mio allenamento, mi aspettavo di faticare ad arrivare a 150 bpm e invece sono più o meno lì sin dall'inizio. O meglio, gravito attorno ai 140 bpm con una pedalata tranquilla, molto tranquilla, e ciò non è un bene, perché, come dicevo prima, considerato l'allenamento mi aspettavo di avere pulsazioni decisamente basse per sforzi decisamente bassi. E invece mi sono ritrovato, nella prima parte, ad una media di 143 bpm con velocità media di 22km/h. Un po' troppo, direi.

Arrivato alla Mandria, mi trovo davanti una salita e decido di pestare fino alla fine di una specie di guard rail. Stiamo parlando di 400 metri con pendenza al 5%, eh, non di 3km, e li copro in 1'06. Le pulsazioni salgono, salgono, salgono e arrivano a 180 bpm. E li sento tutti.

Proseguo e arrivo al segmento Strava denominato "Tirata La Mandria". Ovviamente lo faccio molto più lento rispetto alla volta in cui l'avevo creato (avevo tirato). Mantengo una media di 147 bpm, ad una velocità media di 22km/h. Scopro successivamente che c'è anche la registrazione cardio di uno che seguo su Strava, perciò vado a vedere il suo segmento per confrontarlo col mio. E con orrore tremendo vedo che l'ha fatto a 24km/h con una media di 117 bpm. Più veloce di me oggi e con pulsazioni mooooolto più basse. Vabbè, ok, è uno che va forte in xc, con risultati di un certo spessore in gara (quindi allenatissimo) ed è pure molto più giovane di me, ma chiccazzosenefotte, sant'iddio! No, vabbè, dai, ovvio che non posso fare paragoni, li faccio giusto per dare un po' di colore..

Mi dirigo verso casa e comincio a farmi dei pezzi impennando, perché mi diverto, a impennare, e in giro non c'è molta gente (non mi piace molto fare il minchione in mezzo alla gente, tipo che quando impenno cerco sempre di farlo in modo discreto). E ogni volta che vado in impennata, i battiti salgono dibbruno, tipo 160 bpm, così, a caso.

In conclusione.. non so come concludere: tre giorni di fila a festeggiare a birra le vacanze di Pasqua hanno sicuramente avuto il loro peso, ciònonostante, mi sono sembrati valori un po' alti considerato lo sforzo: uno si allena e si aspetta che i bpm rimangano belli bassi, mentre invece bassi 'staminchia.

Domani, durante la salita - finalmente tiro fuori di nuovo la Vitus per fare un po' di mtb più seria - ho deciso di fare il test HRmax: in salita, 15' di riscaldamento, poi 5' incrementando il ritmo ogni 1' e al termine del 5° minuto, bam, in piedi a cannella per 15", poi mi fermo. Quello sarà il mio HRmax, sul quale potrò poi costruire le HRTZ corrette. Perché così, a caso, non si va da nessuna parte.

venerdì 18 aprile 2014

Le mie THRZ

Ecco le mie THRZ di partenza. Dico di partenza perché teoricamente il mio HRmax dovrebbe essere 182 (usando Tanaka), ma i bpm che vengono fuori sono un po' troppo bassi rispetto a Borg: mi sono comprato una fascia cardio e oscillavo tra il 14 e il 15 con circa 170 bpm. Quindi ho preso la deviazione possibile (secondo la letteratura circa 6bpm) e mi sono aggiunto 4bpm, per arrivare a un HRmax di 186 (giusto per non fare l'esoso aggiungendone 6). Considerato che sono decisamente allenato a livello cardiovascolare, mi è sembrato un buon compromesso.

Zona 1: 130/142 bpm (60-68% HRR)
Zona 2: 142/153 bpm (68-76% HRR)
Zona 3: 153/164 bpm (76-84% HRR)
Zona 4: 164/173 bpm (84-91% HRR)
Zona 5: 173/186 bpm (91-100% HRR)

I valori di HRR li ho trovati su un sito di un allenatore di ciclismo e mi sono sembrati più che plausibili.

Così, provando su di me queste cose, quando allenerò gli altri non farò tutto solo a livello teorico (facile, aprire il libro di Teoria dell'allenamento e dire "Ecco, fai così e cosà") ma sarò già stato cavia di me stesso.

Promemoria: tempo sui 1000 e 2000m

Dato che non so dove scrivere 'sta cosa, volevo solo segnarmi un promemoria che non c'entra niente con la bici, ossia il mio tempo sui 2000m fatti ad Atletica, in università.

1000: 3'35" (mi pare, non me lo sono segnato e non ricordo)
2000: 7'32"

martedì 8 aprile 2014

Risultati visita medica sportiva 2014

Ah già, mi sono dimenticato di scrivere qua i dati relativi alla visita medica 2014. Peccato non averne tenuto traccia ogni anno, così non posso vedere come va anno dopo anno.

Altezza: 169 cm (ci spero sempre, ma questa sembrerebbe rimanere la stessa ogni anno)
Peso: 63 kg
Spirometria: nella norma
   FVC (L): 4.79
   FEV 1 (L): 3.82
   Tiffenau (%): 79
Prova su cicloergometro
   FC (bpm): 52
   PAOS (mmHg): 140/85
      1': watt 100 - 120 bpm
      2': watt 100 - 130 bpm
      3': watt 150 - 140 bpm - PAOS 170/175
   IRI (indice di recupero): 112.8
   Valutazione: Ottimo

Un paio di pensieri: non mi è chiaro il protocollo utilizzato per l'ECG sotto sforzo, dato che vede un unico aumento di 50 watt tutti d'un botto al 3° minuto e l'interruzione del test dopo, appunto, solo 3 minuti. Inoltre la pressione parrebbe decisamente alta. Questo è quanto.

Augh!

sabato 5 aprile 2014

Cambio tutto!

Cioè, cambio tutto sul blog, intendo.

Sono fermo da due settimane (ultima uscita, come si può vedere nel widget di Strava qua di fianco, il 22 di marzo, quindi esattamente 14 giorni fa) a causa di una roba alla guaina del tendine (non al tendine stesso, ma alla guaina, pensa un po') e quindi ho deciso di passare qualche ora di questo sabato casalingo a sistemare il blog.

Ho cambiato un po' di colori, aggiunto e tolto cosine e cosette, rimesso il header che avevo all'epoca di Splinder e, soprattutto, ho cambiato il nome del blog: "1 giapponese e le sue 2 ruote" in fondo mi faceva abbastanza cagare, quindi ecco qua il nuovo titolo, "Masatomo no jitensha" che, in giapponese, significa "La bicicletta di Masatomo".

Mi era tornata la foga della scrittura, dopo Roasio (aka Riverosse), però praticamente sono stato fermo da quella gara, quindi ho avuto ben poco da scrivere.

Ora ho finito. Posso andare a farmi un giro.

lunedì 17 marzo 2014

Gara 360Enduro: Roasio (Riverosse)

L'unica foto di me in gara
Ho fatto bene a non scrivere le mie impressioni ieri, subito dopo la gara. Cioè, in verità non ne sarei nemmeno stato in grado, dato che mi sono dato un bel da fare per festeggiare con un po' di birra e, complice la stanchezza, alle 19.30 sono totalmente collassato nel letto. Ma questa è un'altra storia, c'è da scrivere un report sulla gara, no?

Ecco, la freddezza del giorno dopo mi aiuta meglio a capire com'è davvero andata la gara. E devo dire che non posso lamentarmi granché, visto e considerato tutto.

Non sono più molto amante delle gare di enduro, perché alla terza prova, di solito, vengo assalito dai crampi: dopo lunghi studi e notti insonni attaccato a sensori che raccolgono dati (non è vero ma mi da' un'aria da pro) ho potuto constatare che mi vengono perché durante le PS sono sempre molto testo di gambe; aggiuntina di stanchezza da monocorona, il cocktail è pronto da consumare (lo lascio a voi, che io preferisco la birra).
Per questo motivo ho fatto un passo indietro: dal monocorona sono tornato alla corona doppia. Scomodo, lo ammetto, soprattutto perché per qualche motivo sovrannaturale, se pedalo all'indietro la catena cade. E sai quando sei lì alla partenza che dai un colpo di pedale all'indietro per sistemarti? Ecco, 3 volte su 4. Rottura di caxxo abnorme. Inoltre ora ho tre levette (sali corona, scendi corona, reggisella), quindi devo stare lì a pensare "Ma quale caxxo di levetta è che devo tirare, porcoddìnci!"..

Però.

Eh sì.. però porca miseria se mi serve, quel piccolo 22 mattacchione in salita. Porca porca miseria!

Aggiungici che le risalite sono in tempi piacevoli (metà della prima la faccio a spinta, così come metà della quarta) ed il gioco è fatto: ho concluso una gara senza crampi (firulì firulà!). Grande successo! Ringrazio gli sponsor, la famiglia che mi è stata vicina, il coddonchio di 'stacippa, etc, etc.

E via di cronaca.

PS1
Appongo il numero 148 sulla Vitus - che è alla sua prima gara, yeahbboy - metto il casco in testa (faccio la gara col solo integrale perché proprio di girare con zaino e doppio casco non ho voglia) e salgosalgo finché, guardando l'orologio, mi trovo largamente in anticipo, perciò smonto e spingo fischiettando.
Arrivo alla PS1, mi giro verso il 149 e gli dico "Abbi pazienza se mi prendi, che la pista è stretta e la gente mormora".
Prima di partire, controllo il rapporto: 22 davanti e dietro boh, chi si ricorda, perché se non vado errato ci sono tanti - TROPPI - saliscendi.
Parto un po' gasato: in questi ultimi mesi mi sono sentito rinascere dal punto di vista della bici - complice anche l'acquisto della mia nuova bici, dopo 5 anni di Canyon da 72,2kg - e quindi ho proprio voglia di vedere come sono messo.
Scivolicchio qua e là, mi impianto quasi del tutto in alcuni dei punti in salita (quasi in tutti, a dire la verità) ma non scendo mai a spingere, faccio tutto in piedi sui pedali. 22 I LOVE YOU! In un paio di punti perdo un po' il controllo a causa del fondo che scivola, ma fa parte del gioco, quindi me lo godo tutto. Nelle parti più ripide credo di non aver nemmeno mollato il posteriore, che probabilmente era bloccato e scivolava da tutte le parti. Eh, lo faccio per i concorrenti successivi, per pulir loro il tracciato. Troppo altruista, lo so, lo so. Sul ripido quello ripido ripido raggiungo il concorrente davanti, un po' in difficoltà per via della pendenza e del terreno, e per un po' devo rallentare, ma poi riprende il suo ritmo e, probabilmente sentendomi arrivare, decide anche di riprendere in mano la situazione. Arriviamo insieme al pezzo pedalato e bam, chi caxxo lo vede più. Io pedalo, eh, ma non a tutta perché ho paura di non averne più per dopo, quindi pedalo ma senza strafare. Certo, non è che vada a ritmo di gita, ma per intenderci siamo sui 22km/h (quelli bravi vanno a medie di 30km/h). Faccio cagare, ma pazienza.
Finisco la prova in 4'47" e sono 65° (e vai di normalizzazione: 51/100).

PS2
Mi riprendo un attimo perché nonostante non abbia pedalato potente tipo da strapotenza violenza, ho i polmoni che dicono "Ouch ouch" e riparto per la seconda salita, che è luuuuuuuuuunga ma non particolarmente violenta.
Me la prendo comoda, pedalando agile quasi a mulinellare, tanto ci dovrei stare nei tempi.
Arrivo all'inizio della prova, mi faccio mangiare da un insetto - che però schiaccio - e chiedo al giudice se posso partire di corsa, dato che si parte in una leggerissima salitina lunga circa 2 metri, ma partendo da fermo mi sembra quasi uno scoglio insormontabile. Mi dice di no, quindi amen.
Parto con un pedale agganciato e l'altro no e ovviamente faccio un po' di casino e mi impappino. Pazienza. Ovviamente il rapporto è sbagliato e mulinello per i primi 20 metri. Almeno sciolgo le gambe, dai.
La prova è breve, quindi decido di essere gasato e pompo (inutilmente, direi, perché non serve granché, credo) sulle radici per saltarle vie e i tre ragazzini lì apprezzano. Quindi in verità questa scenetta a qualcosa è servita, dato che mi sono gasato! La prova procede bene, a parte un paio di indecisioni (grazie, memoria di 'stocaxxo, che non mi fai ricordare mai niente), il salto lo faccio un po' corto perché a) non so saltare e b) non ricordo cosa c'è dietro. Nei due strappi in salita (mi avevano ricordato che erano corti, ma non erano proprio corti corti, eh) ovviamente arranco un po' ma fa niente.
Nei gradini sono un po' insicuro sulla velocità.. potrei pomparne uno ogni due, così da saltarne uno e non dover rallentare, ma non ho mai provato e non mi sento di farlo senza prima provare, soprattutto perché, come detto prima, sono una shit sui salti.
Arrivo alla fotocellula gasatissimo, pedalando al massimo col rapporto più duro, ma la gara non si fa negli ultimi 100 metri, quindi chiudo in 3'12", 63° (49/100).

PS3
Riprendo fiato un po' più a lungo e poi via, per andare alla PS3. Il trasferimento qua è supereasy: quasi tutto spinto, ma anche un bel po' in discesa vera e propria. Oltretutto è pure stradivertente. Il trasferimento perfetto, per dirla tutta.
Arrivo e parto. Poco prima, parlando con un altro concorrente che conosce bene il posto, gli chiedo dei due pezzi più tecnici, che mi ricordavo più o meno: "Allora, il primo fallo tutto a destra, invece il secondo.." e lo interrompo "sì, il secondo più o meno lo ricordo, bella!".
Quando arrivo, rallento un po' perché c'è uno scollinamento, butto lo sguardo a destra e ovviamente ci vado pure con la bici.. in quel momento mi rendo conto che invece era quello che, martedì, avevo provato prendendo la linea di mezzo, che mi portava perfetto perfetto in traiettoria per la parte successiva: l'altro concorrente si è confuso ed ha invertito i due pezzi! Quindi mi trovo a scendere totalmente a caso dentro 'sto canalone sulla destra. Vabbè, pazienza.
Sul secondo pezzo vado a destra, ma lo faccio comunque male (proprio non me lo ricordo!).
La discesa è un po' lunghetta e sto cominciando a stancarmi, quindi lascio un po' scorrere la bici senza darmi troppo da fare finché, ovviamente, piego un po' troppo la bici su 'sto terreno scivoloso e la perdo, finendo a terra. La curva è lenta, quindi stupido doppiamente. Mi rialzo e riparto, solo che non funziona più la leva dell'anteriore. Cioè, non è che non funzioni, per frenare più o meno frena, solo che c'è una strana resistenza. Vado avanti un po' lento per qualche tempo, finché, smanettando a caso sulla parte sinistra del manubrio (proprio a caso, eh) la leva si sblocca e posso riprendere un ritmo più decente, anche se non come vorrei, perché ormai ho perso un po' la foga della prova.
Verso la parte finale, però, il 149 mi raggiunge (sarà stato contento, quindi a qualcosa è servita, la cadutina), ma non c'è modo di farlo passare prima di tagliare il traguardo, che comunque, per fortuna è poco più avanti. Lo tagliamo praticamente insieme, io in 5'18". Ben indietro in classifica, 92° su 127 (72/100). E pensare che credevo sarebbe stata quella in cui avrei fatto meglio. Pensa il destino che scherzi che gioca!

PS4
Riprendo fiato e parto, insieme al 147, per l'ultima risalita. C'è però un pezzo di trasferimento che è una discesa superdivertente. Nonostante non faccia parte della gara, lo faccio in modalità un po' gasata. E mi scivola di nuovo via l'anteriore su delle pietre. Pietre che mi lasciano un po' di segno sui due stinchi. Eeeeeeeeeh, l'ingenuità dei giovani!
La risalita è ok, con gli ultimi tornanti a spinta. Anche qui arrivo con ottimo anticipo e quindi ho tempo (taaaanto tempo) per rilassarmi, quasi al punto di addormentarmi.
Si parte e si pedala subito subito per un pezzetto. Ma è l'ultima prova, quindi spingo un po' di più. Fortunatamente la discesa è tracciata, quindi riesco più o meno a capire dove devo passare, ma in verità è un po' come se fosse la prima volta che la faccio (e credo che ciò valga un po' per tutti i concorrenti), dato che martedì c'erano solo alcuni cartelli che dicevano più o meno dove passare. In un punto specifico, poi, rallento tantissimo perché non mi è molto chiaro dove passare, ma fa niente. Me la ricordavo meno da pedalare, ma in verità il punto è che ci sono un bel po' di curve strette e scivolose, la cui uscita non è visibile, quindi tendo sempre a rallentare parecchio perché voglio evitare di scivolare via. Anche qui, come sulla PS1, in alcuni punti mi fermo quasi in salita, ma non fa niente, perché comunque mi sto divertendo tanto.
Verso la parte finale c'è tutta una specie di deviazione che martedì non c'era (ma anche se ci fosse stata non me la sarei ricordata) che poi porta all'unico salto ancora aperto (uno è stato tolto, un drop è stato del tutto chiuso).. ovviamente non ho confidenza, avendolo fatto solo una volta e senza nemmeno guardarlo, e quindi lo prendo ad una velocità che mi permetta di chiuderlo, senza strafare. Mollo tutto sulla parte finale, dritta dritta, poi faccio un po' di casino scodacchiando di qua e di là per rientrare nel boschetto finale e taglio il traguardo in 4'12", cioè 72° (56/100).

La gara è finita e i crampi non si sono sentiti. Vorrei vedere, dato che tra una cosa e l'altra ho fatto una sola risalita completa pedalata e non era nemmeno particolarmente impegnativa.

Chiudo il tutto in 17'30", posizionandomi 74° (ovvero 58/100), un bel po' al di sopra della metà classifica. Considerati gli accadimenti sulla PS3 e la mia incapacità di esprimere la potenza necessaria sui rilanci, non dovrei, in verità, lamentarmi, perciò non lo farò.

La cosa che più importa, in verità, è che, a parte i tratti pedalati, nei pezzi in discesa mi sono piaciuto (tranne un paio di cosine qua e là, ovvio). Non ho finito dove volevo finire: in verità speravo di riuscire a finire tra i primi 50, ma è evidente (al di là della PS3 con caduta) che ho ancora parecchio da fare sotto tutti i punti di vista, con maggiore attenzione alla potenza (o anche forza esplosiva).. dando voce allo studente SUISM, dovrei concentrarmi un po' sul lavoro anaerobico lattacido e alattacido. Solo che non devo mica andare a vincere gare, quindi farò qualcosa ogni tanto qua e là, giusto per. E di sicuro le prossime gare le farò in versione Promo, perché qua a Riverosse mi è andata di lusso, coi tempi di risalita e le risalite poco pesanti.

PS1: 4'47.45 - 65° (51/100)
PS2: 3'12.00 - 63° (49/100)
PS3: 5'18.40 - 92° (72/100)
PS4: 4'12.46 - 74° (56/100)
Totale gara: 17'30" (74/100)

E ora.. gubbài (come direbbe il coach Marta)!

martedì 25 febbraio 2014

Recap 2013.. eccolo qua!

Lo so, lo so, è tardissimo.
Non scrivo più, praticamente, ma magari, quando tra un paio di settimane ricominceranno le gare, qualcosina di nuovo scriverò, anche se non ci conterei granché, dato che ormai è totalmente cambiato il mio approccio alle due ruote. Devo dire, però, che rileggendo il mio report dell'ultima gara a Priero mi sono un pochino pochetto gasato. E mi è venuto, in un barlume di ricordo di vite passate, di quanto mi piacesse scrivere.

Innanzitutto i numeri, estrapolati dal report di Garmin Connect, che quindi non tiene in considerazione le uscite solo DH, dove non uso il Garmin.

Attività: 114 (nel 2012 in tutto 111, incluse quelle dh)
Distanza: 2.501,92 km
Tempo: 225:31:41 h:m:s
Dislivello: 89.066 m (WTF!!!!!!!!!!!)
Velocità media: 11,1 km/h
Velocità massima: 62,0 km/h (in discesa su asfalto)

Gare DH: 1
91° su 100 (peggiore 2012: 78° su 100).. va bene che sono caduto, ma porcoddìnci 91°!

Gare SE: 2
Migliore: 48° su 100 (2012: 64° su 100)
Peggiore: 72° su 100 (2012: 65° su 100)

Un buon numero di uscite. Speriamo in un 2014 con più uscite: l'università, almeno a livello teorico, dovrebbe permettermelo, no?

lunedì 27 gennaio 2014

Recap 2013? Uhm..

Ecco, sì, dovrei fare il recap del 2013.. ma.. non ho proprio un caxxo di voglia, sarò sincero.

In generale posso dire che:
- sono andato in bici un bel po'
- ho finalmente cambiato bicicletta e sono passato ad una Vitus Sommet II - quella che costa meno
- vivo a Torino e dopo 5 mesi sto ancora scoprendo posti nuovi dove girare
- vado in università alla SUISM (ex ISEF) perché, ormai mi è chiaro, io sono per lo sport e lo sport è per me: mi servono giusto le competenze (anche scientifiche).

Per ora direi che basta così.

Magari ci risentiamo per il recap del 2014. Ma magari anche un po' prima, dai: è che sono un po' occupato a studiare e ad andare in bici per ricordarmi di scrivere.