martedì 22 luglio 2014

Di tubeless che (per ora) funziona

Prima prova per le nuove gomme.. cioè, non nuove, ma latticizzate. Ci siamo capiti.

Dopo i primi problemi relativi al trasudamento del liquido, oggi finalmente ho portato le gomme a fare il primo giro. Giusto perché bisogna darsi da fare, sono andato sul Col Laz Arà, dove, nella terza parte, c'è tutta una discesa pietrosa tipo ciottolato ma con pietre grosse e quindi tante, ma tante botte alle ruote (e alla bici in generale).

Bene, le gomme hanno tenuto, apparentemente non c'è stata perdita né di lattice né di pressione, nonostante abbia preso male le misure in un pezzo in falsopiano, dove ho cercato di saltare una pietra andando piano e atterrandoci sopra totalmente e pesantemente col posteriore: ho sentito proprio il colpo, ma la camera ha retto.

L'unica cosa che posso dire, ma forse dipende più da altri fattori (es. che ero freddo alla partenza della discesa, dopo una lunga pausa pranzo), è stato che, nonostante avessi gonfiato le gomme a 2.20 contro i soliti 2.50 che usavo con le gomme con le camere d'aria, ho avuto l'impressione che fossero un po' più rigide, che la bici mi rimbalzasse un po' troppo di qua e di là.
La tentazione di portare la pressione a 2.00 è tanta, ma, come mi ha detto il compagno di giro oggi - e compagno di esperimento latticizzazione - il rischio è che magari poi la gomma tenda a deformarsi troppo e che ci sia il cosiddetto burping. Boh!

Edit di qualche ora dopo: dopo essermi informato meglio e aver visto diversi video di burping all'anteriore, ho deciso di tenere il setup tubeless solo al posteriore: il cerchio non è tubeless ready, così come non lo è la gomma, perciò non mi fido: un conto è se ti burpa il posteriore, che puoi controllare, ma se ti burpa l'anteriore quando atterri da un salto o qualcosa del genere, ecco, diciamo che è un po' più complicato da controllare. Perciò, siccome non voglio girare imparanoiato, ho deciso questo mix.

E in futuro, quando sarò ricco sfondato, allora mi comprerò tutto tubeless vero e proprio e sarò più sereno.

giovedì 17 luglio 2014

Latticizzare o Foss? Il primo, grazie.

Dopo aver dato fondo alle mie enormi riserve di camere d'aria, ho finalmente acquistato il kit per latticizzare: con €38 circa, mi sono comprato il Joe's No Flat. Prima di parlare di questo, comunque, vorrei fare un salto indietro alle tanto osannate Foss.

Per chi non lo sapesse, sono camere d'aria in un materiale particolare, una sorta di plastica autoriparante, se vogliamo. In effetti, devo dire, nel caso delle microforature causate, ad esempio, dalle spine, queste Foss si comportano molto bene, dato che il materiale si stringe attorno alla spina e in un certo senso chiude il piccolo foro. Inoltre, in caso di forature non troppo grosse, la fuoriuscita di aria è molto più lenta rispetto alle normali camere. Ma i vantaggi finiscono qua: la camera pizzica come qualsiasi altra camera d'aria - quindi non c'è il vantaggio di girare a pressioni più basse - inoltre anche le toppe specifiche si comportano come le normalissime toppe, ovvero che se le usi per un foro un po' più grande della spina, dopo un paio di uscite non tengono più un caxxo.

Ma andiamo con ordine.

Alla prima uscita con le Foss, gonfiate a circa 2.20, vedo delle rocce in un prato e decido di passarci in mezzo, visto che c'è un varco. Prendo male le misure e ci passo sopra, ma a velocità ridotta. Pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffff, ho pizzicato. Una volta arrivato a casa, da una parte metto la toppa, dall'altra decido di andare di accendino, come pubblicizzato. Risultato? Una sorta di zombie di plastica che mi si sfalda tra le mani. Butto via tutto.
Sposto quindi la Foss dall'anteriore al posteriore, gonfiandola ai soliti 2.50.
Resiste un po' di più, esattamente 7 uscite. All'ottava, mi accorgo che perde aria, ma non scende subito. Quando torno a casa, vedo che ha un bel foro, di circa 3x2 mm. Lo chiudo con la toppa, seguendo per bene le istruzioni.
Per le successive 3 uscite mi rendo conto che sta perdendo aria, ma talmente poco che riporto la pressione al suo livello normale e faccio le mie uscite. Finché, alla quarta, alla fine del giro, mentre stiamo sorseggiando una birra, ad un certo punto si sente un Pfffffffffffffffffffffffffffffffff potentissimo: la toppa ha ceduto.
Decido quindi di andare di accendino. Stavolta, però, onde evitare di vedere uno zombie mostruoso, cerco dei video su internet e copio pari pari. Infatti sembra tenere. Quando però vado a montarla, scopro invece che non tiene proprio nulla, quindi ripeto la procedura e, di nuovo, quando la monto e gonfio, mi rendo conto che non tiene.
Nel cestino.

Risultato: €30 per due camere d'aria, una delle quali pizzicata alla prima uscita; la seconda, invece, che ha resistito 8 uscite più 4 con la toppa, per un totale di 12 uscite. Facendo due conti estremizzati, se avessi pizzicato ogni 2 uscite avrei dovuto sostituire 6 camere d'aria, ovvero €9 da Decathlon. Ergo, non ne vale la pena.

Torniamo invece alla latticizzazione, fatta senza compressore e senza particolare fatica nel tallonare le gomme ma con molta fatica invece nel mettere la gomma sul cerchio. In pratica il kit per latticizzare cerchi non tubeless contiene due strisce con una valvola: la si poggia nel cerchio e crea un ambiente isolato tra gomma e cerchio, così da permettere all'aria di rimanere dentro. Il problema si presenta quando metti su la gomma e questa striscia si sposta troppo o da un lato o dall'altro, senza possibilità di sistemarla, mentre in verità deve rimanere centrale (altrimenti non crea l'ambiente isolato). Quindi eccomi a togliere e mettere, togliere e mettere, togliere e mettere la gomma.
Il resto, poi, è abbastanza semplice, basta avere l'accortezza di avvicinare il più possibile il cerchietto della gomma ai lati del cerchio, schiacciare la gomma all'altezza della valvola e inserire un po' d'aria: voilà, la camera è montata (a dispetto di chi dice che senza compressore sia una cosa complicatissima). 120 ml di liquido, poi, rendono la ruota pronta per essere utilizzata.

Ora le ho gonfiate a 2.20 (sempre che il manometro sia corretto, eh), ma teoricamente fino a settimana prossima non avrò occasione di valutarne il funzionamento. Per ora, però, partiamo con una nota negativa: la ruota anteriore, prima, pesava 2,67 kg.. adesso 2,91 kg.. un aumento di 240 grammi per ruota. Praticamente 1/2 kg su due ruote, con la bici che ora totalizza un bel 15 kg tondi tondi.

Per niente leggera, questa soluzione. Speriamo ne valga la pena, comunque.

lunedì 14 luglio 2014

Quando l'aria ha importanza

Oggi ho potuto appurare quanto sia comodo avere la forca e l'ammo ad aria.

Fino a ieri giravo con un sag pari al 15%. Siccome continuavo a pizzicare al posteriore, ho pensato che, al di là della mia mal distribuzione del peso - quindi un problema di tecnica - potesse incidere anche il fatto che avessi l'ammo e la gomma gonfiati troppo (minimo 2.50 bar, che per uno che pesa 63 kg e non va forte è eccessivo) - quindi un problema tecnico.
Il punto è che siccome ho la brutta - e sbagliata - tendenza a frenare un po' con l'anteriore in curva, ai tempi dell'acquisto della Vitus avevo pensato di ovviare alla cosa tenendo la forcella più rigida, di modo che non mi andasse ad affondare durante la compressione. Per evitare di squilibrare la bici, quindi, ho pensato di indurire anche il posteriore.
Ora.. ovviamente questa è tutta una congettura e, da bravo scienziato che non sono, ho messo il sag al 20%, e, contemporaneamente, ho messo una gomma dual ply al posteriore. Sbagliato! Avrei dovuto fare prima una cosa e poi l'altra, per isolare il problema, ma non importa.

È chiaro che una sola uscita non valga nulla per capire se ho intuito quale potesse essere il problema, ma giovedì avevo messo solo la dual ply gonfiata a 2.50 e mi sono reso conto che fosse tutto troppo rimbalzino. Per contro non avevo forato (e con una media di una foratura ogni due uscite, mi sembrava un buon risultato iniziale), quindi ho deciso di rendere meno rigida l'ammortizzazione in generale, aumentando il sag di ammo e forca (dal 15 al 20%) e gonfiando a 2.20 circa sia l'anteriore che il posteriore, visto e considerato che ora dietro ho una dual ply.

E oggi sono andato a provarla nel luogo dove più spesso ho bucato: il sentiero delle Guardie, sul Monte Curt.

Inutile dire che mi sembrava di galleggiare, di saltellare sopra ad un materasso. Guardando poi i dati su Strava, ho tirato giù di 16" il mio precedente tempo. In verità di per sé non significa nulla, dato che nel giro di un paio di mesi sono passato da 5'42" a 5'42" a 5'38" per arrivare al 5'22" di oggi. Anche perché, sempre rianalizzando i dati, ho avuto punte di velocità maggiori (sensibilmente maggiore, tipo 10 km/h più veloce) in passato. Però mi sta bene così: dopotutto i sentieri, col tempo si scavano, variano e quant'altro, perciò ci può stare che in certi tratti dove prima riuscivo a tirare maggiormente oggi non riesca più a farlo allo stesso modo (anche se 10 km/h di differenza in 6 mesi è un po' tantarello).

Questo è tutto ciò che ho da dire, per oggi.

Evviva l'ammortizzazione!