martedì 26 luglio 2011

domenica 17 luglio 2011

Fisicamente devastato

E' stato un weekend davvero fisico, lo ammetto.

In compagnia di Andrea Di, mi sono trasferito al confine Toscana/Emilia Romagna per una due giorni: sabato all'Abetone, con l'idea di farci ogni tanto la pista DH, spaccata, e ogni tanto le freeride, rilassanti; e domenica a Sestola, con l'idea di rilassarci su piste lisce.

Ovviamente di liscio c'era solo il culo del mulo rasato.

Per me è stata la seconda volta con gli spd. Decisamente meglio della prima, non c'è dubbio, perché ti dimentichi praticamente di dover rimanere attaccato ai pedali. Certo, se le piste fossero state bagnate, il discorso sarebbe stato completamente diverso, ma il sole ci ha benedetti e quindi non ho nulla da ridire.

Facendo un piccolo passo indietro, venerdì notte ho dormito con una coperta di plastica.. già, come in Val di Sole l'anno passato, avendo dimenticato tenda e sacco a pelo a Milano. Tremendo. Avrò dormito sì e no un paio d'ore, continuando a rigirarmi, tentare di scaldarmi e quant'altro.
A questo si aggiunge che Abetone sia fisicissima: abbiamo provato tutte le piste, ma non ce n'è una liscia. Per tutto il mattino la mia notte in bianco si fa sentire, ma fortunatamente nel pomeriggio mi riprendo.

Prima si spostarci a Sestola punto alla Tana dell'Orso, dove, per €15, mi compro un pile. Sperando che mi copra meglio del telo plsticoso di venerdì notte.

Arrivati a Sestola andiamo adormire con l'idea che l'indomani ci rilasseremo un po' di più.

Durante la notte passo un'oretta a vomitare, senza capire perché. Mi si sconquassa anche questa nottata, quindi.

Ovviamente anche qua le piste sono tutto tranne che lisce: alle prime discese ci diciamo che effettivamente sono più semplici, ma già dalla terza discesa ci rendiamo conto che sono lisce e rilassose solo se le si affrontano a una velocità non particolarmente elevata. Col passare del tempo ovviamente molliamo sempre più i freni e l'effetto delle infinite brake bumps si fa sentire.

All'ultima discesa sulla DH, accondandoci a Diego Da Vinci e amici, mi lascio andare sul doppio/panettone iniziale, che non ho mai chiuso, dato che per me è lunghissimo. Rischio di impuntarmi. Ovviamente: sui salti sono davvero penoso.

Ora è sera e ho dolori un po' dappertutto.. non dolori da caduta, ma da affaticamento (tendine del mignolo; tendine della mano destra già da un paio di settimane; calli che si stanno formando ovunque sulla mano).

Una giornata all'insegna della fatica, dirò, ma soddisfacente.

Soprattutto perché con gli spd mi trovo davvero, davvero bene.

mercoledì 6 luglio 2011

Non sono fermo

No, non è la crisi del terzo anno in bici. Non sono fermo, come potrebbe sembrare. Anzi. In verità diciamo che mi sono un attimo allontanato dalle gare: dopo un 2010 che mi ha visto partecipare a 5 gare di DH e 5 gare di Superenduro; dopo un inizio stagione non proprio perfetto (ritardo alla prima manche a Pieve; gara interrotta ad Agnona; pioggia a Petosino e a Melette) ho deciso, per quest'anno, di dedicarmi a imparare ad andare in bici piuttosto che a gareggiare per classificarmi sempre in mezzo alla seconda metà della classifica.

Sto girando, quindi, con tappe a Livigno/Bormio, seguite da Pila e poi Sauze/Bardonecchia nella settimana a venire. Un ritorno ai tempi d'oro del mio primo anno (2009) e anche parte del secondo (2010), con due giorni consecutivi a fare discesa. Come tanto mi piaceva. Una sorta di passione ritrovata; passione che, negli ultimi tempi, pareva essere scemata.

Credo d'aver fatto il passo più lungo della gamba, l'anno passato, tentando di fare qualcosa che, ovviamente, non ero ancora in grado di fare.

Quest'anno sto piano piano vedendo dei miglioramenti (nonostante la gara a Caldirola mi abbia piazzato più indietro nella classifica rispetto all'ultima gara dell'anno scorso), dedicandomi in particolare ad aumentare la velocità e a fare le curve senza frenare, forse un po' a discapito di passaggi più ostici (mi viene in mente la pietraia a Pila, che ho fatto a velocità decisamente basse e prendendo la linea più esterna a sinsitra anziché passare in mezzo ai due alberi; il ripido e un altro passaggio sulla DH a Livigno, fatti lentamente, così come la parte radiciosa/sabbiosa sul rientro a Pila). Sto anche tentando, con poco successo, di saltare; di prendere coraggio nel salto.

Come ormai ho capito, però, riesco a fare solo una cosa alla volta. E lascio il tempo al tempo.