giovedì 13 dicembre 2012

Notturna difficile

Quella di giovedì è stata forse la notturna meno divertente a cui abbia preso parte.

La destinazione è il Monte Barro. Prima volta, non so cosa mi aspetta, ma considerato che esco con Aleda & co. mi aspetto un percorso lento, tecnico e scassato. Ed è proprio quello che mi ritrovo davanti.

La salita è ok: il gruppo decide di salire molto lentamente, perciò ne approfitto per fare un po' di gamba: metto un rapporto duro e con pedalata lentissima salgo insieme al gruppo. L'unica volta in cui accelero un po' e mi ritrovo da solo e con la luce spenta, sento alla mia sinistra un grugnito che tipo mi sembra di essere finito in un film dell'orrore, perciò rallento col cuore in gola e mi riunisco agli altri. No, non è uno zombie ma, mi spiegano, un cinghiale.

Si arriva in un punto in cui si spinge e poi, finalmente, comincia la discesa.

Cioè, finalmente si fa per dire: tecnica, tecnicissima, e lenta, con tantissime curve strette e passaggi da affrontare con un po' di velocità ma che, sia perché è la prima volta, sia perché è notte, sia perché se sbagli muori dato che è tutto un burrone, affronto in retromarcia e in modalità "Omminchia omminchia".
Chi sa fare nose press va via tranquillo; chi, come me, non ha alcuna dimestichezza col gesto (tranne qualche timido tentativo qua e là) blocca il posteriore, scodata e via.

Mi sento molto rigido e dopo un po' tutto questo frenare mi affatica la mano. Il fatto poi che abbia lasciato l'ammo chiuso - me ne accorgo solo il giorno dopo, per intenderci - non mi aiuta affatto in una discesa piena di foglie, terra ghiacciata, sassi smossi e zombie portatili.

Il mio ritmo, insomma, è bassissimo, mentre quello degli altri è decisamente meno basso.

Non è per niente un percorso a me congeniale, ma non posso usarla come scusante.

Dovrò ripeterlo, in futuro, anche se per arrivarci devo prendere l'auto e la cosa mi scoccia un po'.

A dir la verità sono un po' stufo di fare discese lente, ma sono pur sempre notturne, c'è poco da fare, e non ci sono, in zona, discese particolarmente veloci (anche se mi sto informando, sarò sincero).

Urge cominciare a fare trasferte in luoghi più.. veloci.

mercoledì 5 dicembre 2012

Con la xc tutto è più.. rigido..

Ieri sera, dovendo saltare la notturna in compagnia a causa di un cazzo di fottuto ritardo del treno di circa un'ora, ho preso la xc e sono andato a fare un giro più pedalato.
Per tornare indietro però ho deciso di ripetere l'andata al contrario in modo da fare il mio solito pezzo in discesa.

E con la bici da xc è stato faticoso a cannone, assicuro.

Il primo problema è la pressione delle gomme: 4 bar è davvero troppo, con la bici che mi sbacchetta e mi fa sentire un pupazzo in balia degli eventi. Potrei abbassarla, ma la maggior parte del percorso che faccio è su fondo compatto o asfalto, dove quindi pressioni più alte significano più scorrevolezza.

In secondo luogo la forcella è una vecchia Marzocchi MX da 100 un po' dura (le regolazioni e la valvola dell'aria non funzionano) e dietro, ovviamente, è rigida.

Tutto ciò si traduce in minore stabilità e in un dolore alla bassa schiena dopo un po' che vado sullo scassato. Aggiungiamo poi che ho i v-brake, che hanno bisogno di più forza per frenare e che hanno le leve un po' più lontane (devo vedere se riesco ad avvicinarle ulteriormente ma mi pare siano già il più vicine possibile).

Insomma, velocità ridottissime, mani, braccia e schiena distrutte e mongolismo in stile "Ehi, cos'è 'sta cosa? Ah, si chiama bicicletta?"

Nonostante tutto, comunque, mi sono divertito e, soprattutto, sono contento d'aver pedalato un po' al di fuori delle salite a 7 km/h che faccio ultimamente, dato che in termini di pedalata faccio solo quelle.

Devo ricominciare a fare un po' di fondo.

E ho scelto la stagione ideale per farlo.

lunedì 3 dicembre 2012

Non stare in sella alleggerisce il portafogli..

Dopo un weekend non in sella, sentendo parlare a ripetizione di bici, bmx, bici e bmx, alla fine ho ceduto. E mi sono comprato una bmx race che definirei seria: ci ho messo circa 4 ore per comprarla, continuando a cercare info su info su info.

Ciò che mi serve è una bici semplice ma solida e affidabile, che non costi troppo. Per questo mi sono orientato sulla marca Redline, rinomata per la produzione di bmx race (non mi serve una bmx per fare i trick, per intenderci). Sono quindi andato immediatamente sulle entry-level e, con €290 circa (grazie a CRC per uno sconto di €25, è capitato proprio a puntino!), mi sono portato a casa la Redline Roam.

Il bmx è la specialità più adatta per apprendere il corretto utilizzo della bici.. gestione dei pesi, salti, rapidità e quant'altro, quindi, nello stato mentale in cui sono entrato da qualche mese (ho ripreso a concentrarmi principalmente sulla discesa), l'acquisto è risultato semplice.

Il fatto che a dicembre ci sia la tredicesima, però, è ciò che ha contribuito maggiormente a farmi premere il tasto "BUY".

Pump track di Mendrisio e pista bmx race di Olgiate, sto arrivando!

Piace? A me molto.

venerdì 23 novembre 2012

Di notte poi è così

Ieri la notturna in solitaria non ha dato grandi risultati sotto tutti i punti di vista.

Potrei chiudere il post così ma non avrebbe senso quindi approfondirò, che tanto, sul treno, ho tempo per farlo (nonostante scrivere col telefonino sia come andare in bici rimuovendo la sella e adagiandosi sul reggisella telescopico rotto che fa su e giù che nemmeno Rocco).

La salita va tranquilla, anche se, come ho cominciato a capire, se mi si chiudono gli occhi dal sonno significa che sono stanco. Arrivo alla salita sterrata del Scioscia (il mio nuovo giro enduro), senza traccia gps perché ho già fatto il giro dire volte e confido nel mio senso dell'orientamento.

Infatti quando arrivo in cima, dopo una fatica immane che reputo colpa del terreno umido, ricoperto di foglie e particolarmente smosso, non so dove cazzo andare: gironzolo un po' al buio tra gli alberi senza successo e alla fine opto per la discesa dalla salita (paradosso.. mindfuck!): mi rendo conto che quando esco con altra gente in notturna sono come una pecora che segue il gregge e che in notturna solitaria il mio stato psichico è un po' particolare, dato che sono dannatamente solo, dannatamente al buio, in un dannatamente bosco. Lo so, avrei dovuto scrivere "dannato" ma avrei perso il ritmo.

Durante la discesa mi accorgo di quanto sia in una posizione passiva, col peso troppo indietro: il fondo è molto scassato, ma mi sento più instabile del solito, senza un vero motivo, e ciò si riflette anche nel continuo, isterico sobbalzare della luce e del mio sguardo, che è strano: la sensazione è che non riesca a star dietro con il cervello a quello che gli occhi stanno vedendo.

Arrivato giù decido di andare verso Canzo per la carrabile, giusto per allungare il giro: questa carrabile la faccio di solito (vabbè, due volte) con la xc e la sella alta, quindi verso 3/4 mi fermo perché mi sto annoiando: per prendere velocità dovrei pedalate, ma non ha alcun senso, perché questo non è fare discesa, per dio!

Torno in su e prendo la parte proserpiosa, ma mi rendo conto decisamente di essere stanco, quindi opto per il giro corto.

Arrivo all'imbocco della discesa, abbasso la sella e parto.
STOP! La canzone in cuffia non mi gasa, quindi torno indietro, cambio brano e riparto.
STOP! Non ho acceso tutte le luci, torno indietro, accendo e riparto.
STOP! Prendo dentro una pietra nascosta tra le foglie, rischio il volo, quindi torno indietro e ripeto il passaggio.

Mi ritrovo di nuovo col peso arretrato e una fortissima sensazione di instabilità e passività. Strano, davvero strano.

A fine giro mi accorgo d'aver rotto un raggio: probabilmente sul Scioscia, mentre passeggiavo nervosamente tra gli alberi aspettando in qualsiasi momento di incrociare la Strega del Scioscia (amica della Strega del Canzo, che lava i panni), tutti quei rami a terra che continuavano a mettersi tra i raggi hanno fatto bene il loro lavoro.

Decisamente una notturna da cancellare e rimpiazzare con quella che farò settimana prossima: il weekend dopo il prossimo non sarò in sella, quindi le notturne saranno il mio unico contatto con i monti.

Ah, ringrazio la pietra smossa che è venuta a salutare il mio stinco in modo un po' troppo ravvicinato.

mercoledì 21 novembre 2012

Notturna con spd e scarpe non spd

E anche questa l'ho provata: una lunga discesa - molto bella, per la cronaca - ma non gustata perché mi dimentico di portare dietro le scarpe con gli attacchi.

Ok, ho i pedali Shimano che hanno anche un po' di piattaforma, ma quando, appena cominciata la discesa, perdo entrambi i pedali, cambio immediatamente il ritmo e scendo piaaaaaano e caaaaauto. Oltretutto ho le scarpe con la suola così liscia che una donna pelosa che deve fare la ceretta ogni settimana mi invidierebbe non poco.

La discesa parte dai Corni di Canzo, dopo una salita non particolarmente lunga ma perennemente in pendenza. Affrontata però al giusto ritmo e con l'entusiasmo della prima volta (oltre al fatto che di notte non vedi oltre 20 metri davanti a te e quindi non ti viene quella roba tipo "Coooooosa? E devo salire di lì? Fuckin' hella!") si rivela meno faticosa del previsto. Ma l'ultima parte comunque non credo la ripeterò in sella tanto presto.

Inizialmente la discesa alterna tratti lisci esposti a tratti pietrosi, ma nonostante la traccia principale sia stretta, ci sono molte linee diverse che permettono anche di ottenere un flow decente. Peccato solo che con queste scarpe ad ogni piccolo sobbalzo corrisponda un piede che va dove vuole.

Alla fine riesco comunque a dare un senso alla discesa (tendenzialmente perché scopro una traccia nuova), quindi tornerò posto ad affrontarla.

Con le scarpe giuste e, perché no, di giorno.

mercoledì 14 novembre 2012

V-brake e leve cambio

Finalmente sono arrivati i pezzi per l'upgrade della mia bici da pedalata (ex bici da commuting divenuta bici da xc, anche se in verità l'ho usata solo una volta).

Appena arrivo a casa, alle 19.30, mi fiondo sulla bici.

La prima cosa che faccio è smontare il cambio in prestito alla Canyon, mettere quello nuovo su quest'ultima e rimontare il prestato sulla xc. Approfittando del tutto cambio guaine e cavi, che male non fa.
L'operazione è rapida, che tanto l'ho già fatta in passato. Regolo il tutto e posso finalmente passare alle cose più serie: leve dei freni e dei cambi.

Due volte penso di poter riciclare cavi e guaine e perdo tempo per niente (monto, infilo il cavo, si rovina il cavo, smonto, taglio la guaina nuova), ma quello che più mi fotte è la regolazione dei minchia di freni: il pattino deve stare a circa 1mm di distanza dal cerchio ("uhm, a occhio mi sembrano 1,32mm, ci può stare"), poi deve stare a 1mm dal bordo superiore ("mmmmmnnno.. Mmmmmnnnsì, ecco, ecco!") e poi deve essere bello dritto e parallelo. Ovviamente non è parallelo di default, quindi devo cambiare i distanziali. Ma ho le mani di un parkinsoniano perciò continuano a sfuggirmi come se non ci fosse un domani. Una volta parallelo, allineo il pattino alla parte superiore del cerchio, ma poi gli è troppo vicino orizzontalmente, quindi devo sistemare di nuovo; infine avvito la brugola ma gira anche il pattino quindi devo rifare da capo. Ovviamente tutto questo ripetuto una decina di volte.

Finalmente mi sembra tutto a posto.

Guardo l'ora e noto che sono le 23 circa. Un razzo, praticamente.

Ovviamente quando proverò il tutto giovedì sera nella notturna xc/strada sui sviteranno cose e dovrò regolare il tutto di nuovo.

Ma anche questo è parte dell'irta strada che ho deciso di intraprendere.

Quindi nulla è buttato, solo investito.

venerdì 9 novembre 2012

I rischi in notturna

Ieri sera, nella mia notturna del giovedì, ho avuto un'esperienza strana.

Innanzitutto, dopo aver scoperto che da qualche mese giravo con il propedal tutto chiuso, ho fatto il mio solito giro, però col propedal aspetto.

La prima discesa lasciamo perdere: ho fatto un sentiero nuovo, che avevo fatto settimana scorsa in compagnia e che non mi era piaciuto molto in quanto esposto. Infatti l'ho trovato di nuovo esposto (strano!) e i freni sono rimasti tirati per quasi tutto il tempo.
Beh, ci può stare: da solo, di notte, su sentiero non conosciuto, esposto (ho troppo paura dell'esposto).

Poi me ne sono tornato al solito giro, un giro direi xc con qualche spunto enduro.

I freni, questi sconosciuti: ormai conosco questi sentieri, non ci sono pendenze particolari. Questo significa nuove velocità per me. E dopo aver rischiato di finire a terra malamente due volte nel giro di pochi minuti mi sono reso conto che non frenare, propedal aperto e ritorno veloce al massimo non vanno d'accordo. Perciò ho rallentato un po' il ritorno ed effettivamente la differenza l'ho sentita.

Pompando e saltellando, poi, sono atterrato con l'anteriore su un pietrone e il mio petto si è ritrovato un po' troppo vicino al manubrio (per fortuna la velocità ha permesso alla bici di andare oltre senza impuntare), anche perché non essendoci pendenze particolari guido molto avanzato, schiacciando l'anteriore come non ci fosse un domani.

Credo che questo nuovo giro (incluso quindi il sentiero esposto) diventerà il mio giro da notturna solitaria (magari un giorno vado a vedermi l'esposto con la luce, dai).

Mi sono gasato molto: sono dell'idea che se rischi qualcosa vuol dire che stai spingendo più del solito e quindi che stai alzando il livello. O almeno è quello che mi piace pensare.

Lasciatemelo fare, perché mi gaso.  Mi spavento, anche, però quell'urletto solitario nel silenzio notturno del bosco, dopo che hai rischiato, ha la sua importanza: l'importanza del gasamento.

lunedì 5 novembre 2012

The rainy Dwarfs trail

Ecco il primo video (helmet cam, in questo caso) del pistino.

Domenica mattina è stata una mattinata piovosa, in seguito a tutta una notte di pioggia, quindi non mi andava di pedalare troppo, perciò ho deciso di affrontare il mio pistino, rinominato The Dwarfs trail - grazie a Fagiana per l'ispirazione - in queste condizioni.

Ora, il pistino è ripido e stretto, ovviamente scivoloso. Perciò ho montato le Swampt Thing sperando che mi aiutassero un po' su quel terreno. Infatti credo proprio mi siano state d'aiuto.

Questo è il video. No, non è rallentato, andavo davvero a quella velocità. Soprattutto sono chiarissimi i miei problemi quando le curve sono ripide, in contropendenza e verso destra.

Non è un caso che il mio pistino abbia due curve ripide, in contropendenza e verso destra. Ora devo solo imparare a farle.

Per chi volesse rinfrescarsi la memoria, le foto di tutta la Dwarfs track le potete trovare nei vari post sul pistino.

venerdì 2 novembre 2012

Tu vai, no?

Tu vai, no?, e fai le discese quelle all mountain perché quando sei tornato da Port du Soleil e hai ripreso in mano la bici normale ti sei sentito un mongoloide sui percorsi naturali.

Poi, dopo qualche mese, finalmente cominci ad avere il feeling giusto coi sentieri naturali, stretti, rocciosi bagnati, e dici "minchia, però, dai, non vado male in bici!". E allora senti i tuoi compagni di dh - che hanno seimillordici anni in meno di te - e vai a farti un giretto sulle loro piste. Cioè, non loro perché le lavorano loro, ma loro perché ci girano spesso.

E trovi salti e sponde.
Roba lavorata, in pratica, e niente di naturale.

Di nuovo quella sensazione di essere mongoloide: i salti non li fai (se non quelli che farebbero anche i nonni); gli appoggi li sfrutti un po' ma se sono minimamente viscidi un po' ti spaventi.

Praticamente o ti senti bene su percorsi naturali ma poi vai su quelli artificiali e fai cagare, oppure viceversa.

Ma sant'iddio, ma tutt'e due contemporaneamente non si può, eh?!?!?!?

L'unica nota positiva della giornata, in quel del Sasso, è stato l'aver chiuso, finalmente, il panettone/doppio che, in passato, non ero mai riuscito a chiudere per via della poca velocità. E la cosa divertente è che l'ho chiuso senza nemmeno pompare un pochino: semplicemente ho frenato pochissimo e ho lasciato che le cose andassero come dovessero.
Praticamente anche stavolta ho chiuso qualcosa non perché ho acquisito tecnica nel salto ma perché pur di chiuderlo sono andato più veloce di quanto ci sarebbe stato bisogno.

Ah, ho pure scoperto che avevo il pro-pedal completamente attivo. Ora l'ho completamente chiuso. Vediamo come mi sentirò domani al Canto.

E domenica non mi dispiacerebbe tornare al Sasso. Perché oggi non ho saltato praticamente nulla. E devo smetterla, di non saltare praticamente nulla.

mercoledì 31 ottobre 2012

Esposizione dannata

Oltre alle curve strette verso destra e allo smosso che mi fanno cagare in mano ecco le due new entry: i percorsi esposti e i nose press.

Da quando ho cominciato a fare notturne con Aleda & co. mi sono ritrovato quasi sempre su percorsi esposti, stretti e anche in leggera contropendenza, quella che ti fa dire "minchia, perché quel burrone si avvicina sempre più?" e che quindi ti porta a tenere perennemente i freni tirati onde evitare di dover pinzare improvvisamente per non cadere giù dal suddetto burrone.
Poi pensi che quelli davanti a te però tutti questi problemi non se li fanno, quindi perché tu sì? Vabbè.

Oltre a ciò, si trovano sempre curve più strette dello stretto da nose press, che oltretutto puntualmente si sviluppano su pietre o gradini, e che quindi tu dovresti a) arrivare lì b) pinzare un po' con l'anteriore c) sollevare il posteriore per metterti in linea e d) fare la curva. Solo che io non lo so fare. O meglio, saperlo fare non ci vuole niente, perché basta pinzare all'anteriore. Il problema è gestire i pesi e pinzare il giusto, perché se lo fai bene sei superyeah, se lo fai male ti ribalti. E ribaltarsi nelle curve di Aleda non è consigliabile. Quindi io evito e scendo a piedi ogni santissima volta.

Ieri comunque, sul Scioscia (il giro quello che un paio di settimane fa avevo totalmente sbagliato), sono arrivato sul "ripidone che ti caghi in mano" [cit.] ma che in verità c'è poco da cagarsi e viene anzi decisamente fluido (magari dopo un paio di volte che lo fai). Ci tornerò presto, magari questo weekend, perché voglio farlo al meglio. In verità durante l'ultimo ispezione avevo notato una linea da duriepuri, però è da valutare per bene perché include un drop decisamente tosto e con atterraggio quasi verticale. Magari da fare con bici da dh.

Tornando al discorso del ripido che aiuto aiuto ma che in verità no aiuto aiuto, credo sia arrivato il momento di dare la giusta dimensione a ciò che ho davanti: faccio un pistino stretto e ripido perché non ho il senso della misura; guardo ripidi e penso siano bestiali perché non ho il senso della misura.

Insomma, sistemare 'ste percezioni del cazzo, porco d'un razzo.

domenica 28 ottobre 2012

Mattino bici, pomeriggio trail building

Ieri, sul Canto col fango e le Swampthing, mi sono sentito un po' il king of the world. Anche se, tra una cosa e l'altra, con Stefano, ci siamo fatti solo due salite e due discese.

Stamattina, per rifarmi, me ne sono andato sul Puscio, ripercorrendo la discesa della notturna di martedì scorso. Solo che la salita è stata ben più faticosa per via delle piogge che sono scese ieri e stanotte. Pioggia che, a un certo punto, è pure diventata neve.

Lo so, dovrei tornare ad usare la corona doppia, ma ormai mi sono così abituato a non dover mai cambiare le corone che tornare indietro mi sembrerebbe un grosso impedimento. Forse potrei passare a 10 velocità o magari a passare da un 32 a un 28. Boh, vedrò eventualmente cosa mi permetterà il budget.

La salita, comunque, me la faccio senza spingere troppo: arrivo alla Capanna Mara in circa 1h20, senza essere troppo devastato.
Non ho nemmeno bisogno di star dietro al rito della vestizione, perché l'unica protezione che ho è il caschetto da xc, che ho in testa: tanto sono da solo, quindi non spingerò particolarmente.

Parto e scendo su un percorso un po' innevato ma non particolarmente scivoloso.. però la questione è mentale, quindi non mollo tutto.. questa parte ho deciso di chiamarla Flow trail. Poi, arrivato sulla seconda parte - il Rocky trail perché piena di rocce - i miei ritmi calano enormemente. Con il telefono/gps in tasca, sbaglio tutto e non riesco ad arrivare allo Steep trail (ripido e stretto), ma chissenefrega, perché ormai sono totalmente bagnato per via della neve che cade - nella parte alta - e pioggia - nella parte bassa.

Al pomeriggio un po' di trail building. Ma giusto un po'.

Raccogliendo un po' di tronchetti, cerco di fare il kick di un doppio, ma arriva un cacciatore che mi chiede cose (tipo "Cosa stai facendo? Hai comprato il terreno?") e mi fa pensare che la zona sia un po' troppo frequentata. Ma lui è un vecchio rintronato. No, dico, un vecchio col fucile e rintronato. Mah. Alla fine desisto. Parzialmente. Ammucchio i tronchetti e vari altri legni in un angolo: continuerò ad accumularli finché non ne avrò abbastanza per riuscire a costruire il salto senza troppi sbattimenti. Se poi me lo distruggeranno in dieci minuti pazienza. Però almeno qualche decina di salti sarò riusciti a farli.

Sono poi salito più in alto e ho creato un salto naturale nel mio pistino (il pistino cortissimo e ripidissimo, ricordate?).. anche il salto naturale, che sfrutta un tronco tagliato come rampa, è abbastanza spaventoso, non tanto per l'altezza ma per l'atterraggio: la prossima volta che ci tornerò con la bici misurerò per bene le cose, perché è millimetrico: se sbagli, atterri contro un albero e muori. Sono tornato di nuovo dove due settimane fa ho fatto la notturna esplorativa, e ho visto il ripidone che avevo trovato ma che non mi ero fidato a fare (da solo? Di notte? Senza aver visto come si evolve? No no no no no!). Studiandolo, non è proibitivo per nulla, quindi mi ci butterò alla prossima occasione. Ho visto però che tutt'intorno ci sono aree con forti pendenze. Certo, di circa 10/15 metri di lunghezza, ma pur sempre utili per farsi il pelo. Sul ripidone di cui prima, inoltre, ho anche identificato una linea pro. Che non so se farò mai. Ma è un linea pro per chi ha le palle.

Un weekend fantastico.

Quanto amo la montagna, cos'altro posso dire.

venerdì 26 ottobre 2012

Sistemando e fungando

Oggi nel tardo pomeriggio, non essendo andato in ufficio, sono andato a sistemare il pistino. Sotto la pioggia, perché fa tanto mistico.

Lo so, è stretto, ripido e difficile.. è anche cortissimo, ok (210 metri di lunghezza per 61 metri di dislivello) e c'è solo un punto in cui si può mollare tutto, ma mi piace e vorrei usarlo proprio per allenarmi in quelle cose che mi mettono in difficoltà: le curve strette e ripide. Soprattutto verso destra. E ce n'è una che è davvero terrificante.

Nel salire al pistino, comunque, ho trovato una traccia. Ovviamente breve e senza troppe pendenze (270 metri di lunghezza per 50 metri di dislivello), ma comunque divertente e, diciamo, flow. Purtroppo per prenderla bisogna deviare dalla strada principale, e, come dicevo prima, è davvero brevissima. Magari potrei piazzarci dentro un doppio, per farla diventare la traccia del salto. Per allenarmi e fare un doppio allungabile nel tempo. Mi sembra un'ottima idea, devo ammettere.

Mentre sistemavo il pistino ho trovato tre porcini. C'entra un cazzo con la bici ma fa niente, volevo dirlo.

lunedì 22 ottobre 2012

Piccolo shopping che ogni tanto ci sta

Oggi mi sono comprato le seguenti cosine, perché ogni tanto anche a me piace fare shopping.

Lo so, piango sempre miseria e questo mese la piangerò anche più del solito. Ma alla fine è roba che mi serve. Quindi fanculo.

Casco da xc/all mountain da usare durante le mie notturne. In promozione a €75

Mascherina bianca che sostituirà quella attuale, che sta cadendo letteralmente (letteralmente!) a pezzi. €27 + €13 per le lenti

Maglietta Etnies che spacca. Superpromozione a €17, come lasciarsela sfuggire!


Jeans che spaccano e che comunque mi servono perché ne ho solo due paia, di cui uno che fa cagare. Gigapromozione a €45

mercoledì 17 ottobre 2012

Pessima notturna

Ieri sera, per qualche motivo strano (stanchezza?) La notturna in solitaria è durata solo 13km. Ma anche a causa della batteria della luce, in verità.

Che fossi stanco lo capisco appena esco di casa, con le prime pedalate, che sono lente e pesanti. La conferma arriva poi quando arrivo su un luuuuuuungo rilancio in salita, dove mi sento totalmente devastato. Poco dopo, su una salita tosta, arrivo addirittura a spingere a mano: non ne ho proprio.

E quindi tra una spinta a mano e l'altra, arrivo su (poco dislivello, sia chiaro, tanto che anche durante la parte in discesa, se rallenti troppo, devi poi spostare eccessivamente il peso indietro per passare sopra le pietre perché non si riesce a pedalare e prendere velocità, quindi temi l'impunto).

Alla fine della prima parte di discesa (se così vogliamo definirla) noto che il led della lucina è diventata gialla: batteria tra il 50 e il 25%. Ci penso su una decina di secondi e decido di tornare indietro: l'idea di trovarmi al buio in mezzo al bosco mi perplime un po'.

Giro la bici, risalgo un pezzo e arrivo al bivio, dove comincia la discesa (di nuovo, si fa per dire).

A circa metà, di colpo, sono al buio. E non mi fermo subito. Non ho capito ancora perché, ma continuo per qualche metro, nonostante non veda nulla. Poi penso che non sia così sicuro, procedere al buio,  perciò mi fermo.

Sono in mezzo al bosco.

E non ci vedo un cazzo.

Non vedo luci di paesi.

Eppure non me ne frega niente.

Faccio per prendere il telefonino per farmi luce, ma poi penso che sia strano che anche il led si fosse spento. Tocco il cavo e.. beh.. il cavo si è staccato. Che prontamente, con scatto felino, riattacco.
Il led si riaccende e in quel momento provo sollievo. Forse un po' di ansia nascosta dentro ce l'avevo.

Continuo la discesa, il cavo si stacca nuovamente ma ormai sono esperto e riattacco tutto.

È ora di tornare a casa, con la coda tra le gambe stanche.

La tentazione di riprovare il giro giovedì è forte, ma è prevista pioggia, quindi credo ripiegherò sulla lunga pedalata, sul lungo percorso nuovo che mi ha presentato Ivano ieri.

Se però il meteo dovesse permettermelo non escluderei di tornarci. A meno che non mi unisca a qualcun altro per fare qualcosa d'altro.

venerdì 12 ottobre 2012

Notturna? Modalità xc stradale

La pedalata pianeggiante, da queste parti, è decisamente un lontano ricordo. Al termine dei 24km di pedalata, a una velocità media di 16km/h, ho notato che ho fatto 500 metri di dislivello. No, dico, 500 metri di dislivello. Come salire sul Canto o sul Sange una volta e mezza, per intenderci.

Il giro comincia subito con una bella rampa da 100 metri di dislivello su asfalto, seguito poi da falsipiano e altre rampe, per arrivare sulla strada bianca che da Proserpio arriva a Canzo. Ecco, non l'avevo mai fatta quindi non sono andato oltre i 30km/h, ma comunque, anche se l'avessi già fatta altre volte, con la bici da xc e gomme gonfiate a 4 bar diciamo che non sarei andato granché più forte.

Poi, passando di fianco al lago, di nuovo asfalto qua e asfalto là, per arrivare tipo ai piedi del Cornizzolo, dove c'è una sorta di single track ma non proprio single track (praticamente non passo mai dentro a boschi) che mi riporta di nuovo sull'asfalto.

Chiude il giro una bella strada di quelle senza troppa luce e senza marciapiedi dove le macchine sfrecciano a 90km/h. Dovrò trovare un'alternativa.

In generale comunque sono soddisfatto.. certo, ho sbagliato strada seimillemila volte, ma è tutto allenamento. Soprattutto quando vai giù per una discesa e poi alla fine dici "Oh, credo d'aver sbagliato", giri la bici e torni su pedalando. E meno male che su questa biciclettina non ho il monocorona, altrimenti avrei voluto vedere come sarei salito su per certe salite in piedi come dei grattacieli un po' storti.

Settimana prossima provo col giro da 35km.

giovedì 11 ottobre 2012

Pedaliamo al buio?

Stasera bisso la notturna in solitaria.

Però diversa da quella di settimana scorsa: dato che martedì mi sono unito ai miei nuovi vicini di casa per andare a girare sul Cornizzolo; dato che ormai non pedalo più su strada - come facevo quando ero a Milano per andare e tornare dall'ufficio, con una distanza di circa 12km andata e 12km ritorno - allora stasera voglio dedicarmi alla pedalata e basta, approfittando comunque del fatto d'essere vicino ai monti per non fare proprio una roba total asfalto. Vorrei farla diventare un'abitudine, visto e considerato che con l'aggiunta delle notturne sono in sella in modalità mtb tre giorni alla settimana.

Quindi mi sono creato, con l'aiuto di Ivano, un percorso della zona. In verità due: uno da 23km e uno da 35.

Non so come reagirò alla cosa: la distanza maggiore che abbia mai coperto in modalità pedalata è stata di circa 50km, un po' su asfalto e un po' su sterrato, ma ero in compagnia e non col buio. Quindi partirò con il percorso da 23km. E se mi sento a posto, saprò che la prossima volta potrò tentare quello da 35.

Spero solo non si metta a piovere troppo.

venerdì 5 ottobre 2012

Prima notturna in solitaria evah

Prima notturna evah. E in solitaria, pure.

Sono fiero di me.

Per tutta la strada fino alla salita mi cago addosso: sono senza luci posteriori e le automobili non mi vedono da dietro. La prossima volta mi metterò la lucina rossa dietro, così sono più tranquillo. Decido di non andare sul pistino perché ho avuto enormi difficoltà con la luce, figurati col buio. Magari più avanti, quando avrò preso confidenza alla luce del sole.

Una volta giunto alla salita, faccio partire la musica a palla in cuffia, per non sentire suoni strani prodotti dai boschi. Mi metto pure il casco integrale direttamente in testa, per sentirmi più protetto, per sentirmi più "Ehi, io sono dentro e voi siete fuori, dannate bestie selvatiche!".

E comincio a pedalare. A velocità fotoniche, perché mi sto cagando addosso in modo assurdo. Guardo solo e unicamente dritto davanti a me, per evitare di incrociare qualche sguardo di qualche strana bestia, pronta a sbranarmi.

La salita finisce quasi subito e comincia la parte in discesa, che però ha una pendenza infima e proprio per quello è divertente, anche se non prendo mai troppa velocità. Anche se avessi potuto, comunque, non l'avrei permesso, perché la visione è limitata a qualche metro (è buio pesto: dopotutto sono in montagna).

Sento la nausea da affaticamente e mi rendo conto effettivamente che sto spingendo come un matto a causa della paura del buio. Eppure non mi è successo niente, fino a quel momento. Perciò mi tranquillizzo leggermente (non troppo, perché sono un cagasotto) e rallento il ritmo, addirittura scendendo a spingere nei punti più pesanti (il terreno è scassato e quindi in salita in un paio di punti non riesco ad andare).

Finisco il giro abbastanza rapidamente, perché non ho ricaricato la batteria e quindi non so esattamente quando mi si spegnerà. Ma anche perché per essere la prima volta mi sembra abbastanza: ho meno paura dell'inizio, ma non mi sento comunque a mio agio. Ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad abituarmici.

La prima cosa che ho notato, durante la discesa, è il modo in cui affronto il percorso: sono molto più aggressivo e molto più sicuro nonostante ci veda meno. Questo non significa necessariamente che le velocità siano più elevate, ma probabilmente il fatto di vederci meno gioca a mio favore, perché non il tempo di spaventarmi a ogni pietra o radice che incontro, dato che le vedo solo all'ultimo momento.

La luce funziona a meraviglia, anche se sento la mancanza di una luce aggiuntiva da attaccare al casco. Sarà il mio prossimo acquisto urgente. Dovrò anche trovare un modo per fissarla per bene, dato che quando entri in punti un po' scassati tende a spostarsi finché punta verso il cielo e non serve più a nulla.

E' stato bello, mistico e allo stesso tempo da scagallonamento. Non vedo l'ora di ripeterlo martedì prossimo.

martedì 2 ottobre 2012

Pistino inaugurato.. più o meno..

Pistino inaugurato. Forse avrei dovuto lasciarlo asciugare un po' dopo la pioggia di ieri notte, ma non ho resistito. Sono andato in modalità esplorazione (caschetto aperto e ginocchiere, nient'altro) perché poi ho proseguito nell'esplorazione della nuova zona in cui abito, ma non è una scusante. Capirete poi perché.

Ho avuto la conferma di qualcosa che già si era fatto strada nella mia mente: ho gli occhi più grandi dello stomaco. Il pistino è di un ripido e stretto che nonostante sia lungo solo qualche centinaio di metri qualche pezzo l'ho fatto con il piede giù e altri pezzi con tutt'e due i piedi giù e il culo fisso sopra la ruota posteriore.

Andiamo con ordine.

L'inizio ha questa curva verso destra con una bella radice viscida, quindi va presa larga e in contropendenza. Il ripido subito dopo è proprio ripido, ma fortunatamente c'è l'appoggio che ti tiene dentro. Solo che la parte finale è un po' deboluccia, quindi la sfondo al quindi tentativo. Lo sistemerò poi.

Vado avanti e arrivo alla seconda parte (praticamente la prima parte dura 10 secondi in sella!). L'inizio è ripido, ma proprio ripido ripido e l'appoggio serve a poco o nulla, perché la curva verso sinistra è talmente netta e in salita che praticamente quasi ti fermi. O meglio, non è in salita, ma è in supercontropendenza e stretta e con curva subito dopo a destra strettissima e pendentissima che sinceramente mi sono cagato addosso e sono andato giù con i piedi a terra e il culo sul posteriore (tipo con le braccia tese che nemmeno le corde di uno Stradivari), dritto dritto DENTRO l'appoggio. Vabbè.

Mi raddrizzo e riparto. Parte in contropendenza che a farla a piedi dici "Eh, è in contropendenza", mentre a farla in bici è "Occazzocazzocazzocazzo". Alla curva successiva, strettissima che nemmeno il culo di un mulo, mi impianticchio di nuovo e via, riparto.

E praticamente è tutto così fino alla parte finale, che inizia ripida come un'asse per stirare messa in verticale. Appoggino inutile che tanto non ho sfruttato perché sono arrivato a mezzo all'ora tutto frenato coi piedi per terra e il culo sul posteriore (di nuovo) e mi sono immesso nella parte finale. Anche qua, culo sul posteriore ed entrambe la gambe giù. Come se fosse la prima volta in bici, per dio!

C'è poco da fare: è troppo verticale, troppo stretta, troppo che non puoi mollare perché non ti fermi più e DEVI fermarti perché se non ti fermi e cadi rotoli fino in fondo oppure vai a sbattere contro non uno ma sei alberi.

Ho creato un mostro. E ho pure scoperto di avere il dono di farmi cagare addosso da solo con le piste che io stesso costruisco.

Ci tornerò col terreno asciutto, vediamo se migliora o se peggiora, ma sinceramente l'ho visto da secco, quel terreno, e temo sia bello.. scivoloso.

Aiuto..

lunedì 1 ottobre 2012

Lavoro sul pistino day 4: fine!

Pistino finito!

L'ultima parte è stata un po' del tipo "Ecco, dai, viene giù di qua e via", perché alla fine mi sono un po' stufato di ramazzare e quindi ho tirato fuori un bel drittone ripido ripido che praticamente non ti fermi più.

Ecco anche il video del track walk, giusto perché mi andava di farlo. Ovviamente non si capisce un caxxo (grazie anche all'altissima qualità del telefonino) e soprattutto è lento come la merda, ma purtroppo qua in ufficio non mi funziona più Windows Movie Maker e quindi non posso fare alcun editing del video.

Buona visione a quei pochi che lo visioneranno. Dopo il video, un paio di foto dalla parte finale del pistino. A parte l'ultima, che è una pietraia che ho trovato camminando in giro per le colline dietro casa. Il mio nuovo paradiso. Potevo evitare di fare il pistino, a saperlo prima. Ma anche no, perché tanto sono cose diverse.

Settimana prossima vado a testarlo con la bici, fuck yeah!


Un ripido con un paio di pietre

Il drittone finale
Un paradiso di pietre

lunedì 24 settembre 2012

Lavoro sul pistino day 3

Terzo giorno sul pistino.

Questa volta non c'è stato tanto da costruire: messa un po' di terra sugli appoggi creati precedentemente (che sembrano essere diventati più solidi), tolto rovi, foglie e rami.. ma anche tagliato via un paio di alberi che erano proprio in mezzo ai coglioni. Prometto che per farmi perdonare ne pianterò altrettanti in altre zone.

Due terzi della pista sono stati conclusi, manca quindi la parte più ripida. Di interessante ci sono i seguenti punti:
- un rettilineo ripido e in contropendenza (Foto 4);
- un doppio da valutare, con piccolo kick su pietra naturale e atterraggio obbligato dopo un'altra pietra.. obbligato perché se atterri corto col posteriore possono essere dolori alla ruota (Foto 5);
- pietrone da copiare, seguito da una bella compressioncina prima di ributtarti su un ripidello.. sto valutando se si possa fare un drop molto lento che parte dal pietrone e ti butta direttamente sul ripidello.. dico lento perché ci si arriva da una curva e il ripidello è davvero, davvero corto, quindi farlo veloce non sarebbe possibile (Foto 6);
- una pietraia che ancora non sa di esserlo, perché diventerà tale con le piogge e i passaggi in bici (Foto 7);


Il problema principale è che è davvero un pistino corto, ma vabbè, in fondo è una roba corta e - spero - decisamente tecnica, in modo da aiutarmi a sbloccarmi su alcune cose, in particolare le curve ripide verso destra.

La prossima settimana, in teoria, dovrebbero terminare i lavori, ma non è ancora sicuro, dato che non mi ricordo com'è messa l'ultima parte (quella ripida) e quindi non so se ci saranno da costruire tanti appoggi o se ci sarà parecchio da pulire. Ce la si metterà tutta, comunque, perché non sarebbe male poter cominciare a girarci già dal weekend nel 6/7 ottobre.

Speriamo bene.

Ecco le foto dei lavori di oggi.

Foto 1. Rettilineo in falsopiano (da pedalare)

Foto 2. L'appoggio della seconda parte allargato

Foto 3. Curva verso destra in contropendenza
che mi darà sicuramente tanti problemi.

Foto 4. Rettilineo veloce in contropendenza

Foto 5. Doppio naturale con pietra spaccaruota

Foto 6. Pietrone da copiare con compressione
e ripido.. possibile drop lento sul ripido?

Foto 7. Pietraia che deve ancora diventare pietraia

lunedì 17 settembre 2012

Lavoro sul pistino day 2




Parte finale del ripido
che si butta nell'appoggio
Giornata numero 2 sul pistino.

Fortunatamente, contrariamente a quanto pensassi all'inizio, esiste un modo per accedere al pistino senza doversi spingere la bici per quelle pendenze esagerate.

Dopo aver identificato quindi il nuovo ingresso, siamo andati a controllare lo stato delle due sponde precedenti, in seguito alla pioggia di settimana scorsa. Hanno retto entrambe, anche se vanno riempite di nuovo. Lo faremo quando arriveremo di nuovo in quel punto, dato che i lavori, col nuovo punto d'accesso, si sono spostati più in alto.

I rovi hanno rappresentato il problema principale, dato che ce n'era una marea e abbiamo dovuto estirparli praticamente uno a uno con le vanghe e una zappetta piccolina. Questo ha portato via circa un'oretta e mezza, durante la quale comunque abbiamo trovato un sacco di rami anche grossi che avremmo poi usato per creare il terzo appoggio della pista (il primo che si incontrerà durante la discesa).

L'inizio del ripido visto dall'appoggio
Il passaggio, rimossi i rovi, è diventato un bel ripido un po' ondeggiato e, a forza di tirare giù terra per usarla nell'appoggio, sono affiorate delle pietre interessanti. Se le promesse verranno mantenute, quindi, tra pioggia e passaggi in bici (non troppi perché comunque il pistino rimarrà sempre segreto e quindi poco frequentato), teoricamente dovrebbe diventare un ripidino alquanto interessante.

L'appoggio visto dall'inizio del ripido
L'appoggio è la combinazione, in verità, di due appoggi che, insieme, formano questo appoggio bello lungo. La parte utile, ovvero quella che si deve usare per riuscire poi a continuare sulla linea corretta, sembrerebbe essere ok - non dico supersolida perché quello lo si vedrà solo con la bici - mentre la seconda parte non sembra particolarmente stabile.. ma teoricamente non la si dovrebbe usare perché bisognerebbe uscire dall'appoggio prima per poter risalire un attimo sulla cunetta successiva. La mia intenzione, in verità, è quella di creare un salto in uscita dall'appoggio che ti permetta di arrivare oltre la cunetta. Vedremo.
L'appoggio in tutta la sua magnificenza e.. mollezza

Sulla stabilità degli appoggi, comunque, la mia idea è di tornare su a rinforzali con della nuova terra, che poi verrà compattata dalla pioggia e, più avanti, dalla neve. Non sarà quindi un processo rapido e c'è anche la possibilità che vengano giù la prima volta che ci entrerò dentro con la bici. Per questo aspetto forse dovrei avvalermi della collaborazione di qualcuno più esperto. Appena sarà tutto pronto chiederò a qualcuno di dare un'occhiata e di aiutarmi magari a sistemare la cosa.

lunedì 10 settembre 2012

Lavoro sul pistino

La partenza dal basso, vista dall'appoggio.
Questo weekend ho inaugurato una nuova attività, legata sempre alla bici: la creazione di un pistino. Purtroppo sarà un pistino liscio liscio perché questo è ciò che il terreno offre. La speranza è che duri nel tempo e che a forza di passarci e di pioverci sopra, poi, affiorino un po' di sassi e radici. Per questo motivo, comunque, punterà sull'essere ripido, contropendente e completamente da guidare (quindi con curve ripide e strette). Una roba tecnica, diciamo.

Il posto è talmente segreto che nemmeno io so come si chiama, ma per ovvi motivi anche se lo sapessi non lo direi, dato che deve rimanere segreto. Più che altro perché purtroppo parte in un punto che, secondo me, ogni tanto è frequentato (ho cercato alternative ma non ne ho trovate) e siccome parte subito in picchiata dritto dritto verso un appoggio, non è poi così nascosto.

La partenza dall'alto, col primo appoggio.
I punti salienti del pistino sono i seguenti:

1. Non è chiaro se l'area sia privata: se lo fosse, il proprietario potrebbe vederlo e distruggerlo;
2. Non c'è un accesso al pistino vero e proprio, bisogna quindi spingere la bici in salita. A questo punto segue il punto..
3. La parte finale è talmente ripida che nel giro di poche volte potrei rompermi il cazzo, perché dopo due risalite con la bici a spinta non avrei più le forze per fare nient'altro;
4. Ho gli occhi più grandi dello stomaco, quindi sto facendo della roba talmente ripida e piena di contropendenze che quando sarà il momento di affrontarla in bici non ci riuscirò;
5. Sono talmente bravo nel trail building (mai fatto prima) che la prima volta che verrà la pioggia mi distruggerà tutto;
6. Se la pioggia non lo dovesse distruggere, sono talmente bravo nel trail building che la prima volta che lo affronto in bici mi si sfonda sotto le ruote.

Il primo appoggio, in verità, ci può anche stare (si appoggia a due alberi), ma il secondo l'ho dovuto creare dal nulla senza sapere esattamente come farlo. Siccome non ho esperienza, ho messo tutta una serie di rami appoggiati a due tronchetti un po' troppo distanti tra loro (avrei dovuto metterne tre), poi ho ricoperto tutto di terra, ma tra i rami ci sono spazi e quindi le prime piogge trasformeranno la terra in fango, che filtrerà giù per suddetti spazi e rimarranno solo i tronchetti.

In uscita dal primo appoggio, contropendenza, curva verso
destra ripida (anche se non sembra) verso il secondo appoggio.
Eh vabbè, dagli errori si impara, no? Certo che la fatica..

Comunque sia, in circa tre orette di lavoro, sono venuti su due appoggi. No, dico, solo due appoggi. Non che siano state tre ore di lavoro effettivo, ma comunque un ritmo un po' lento, direi.

Prossimo appuntamento domenica: teoricamente, a parte questo primo pezzo, non è necessario creare altri appoggi per tutta la prima parte. Poi dalla seconda metà in giù, la parte ancora più ripida, ci sarà da ridere.

Cristina sul secondo appoggio (stessa foto che si vede
qua a sinistra, ma da un altro punto di vista).
Eppoi una bella struttura, anche se dovrò informarmi per bene su come crearla: un drop di legno con atterraggio ripido. Avrei preferito tenere tutto naturale, dopotutto il drop parte da un sasso. Solo che per poter arrivare sull'atterraggio bisognerebbe arrivarci con una certa velocità. E mantenendo tale velocità poi moriresti, perché atterreresti in superpendenza e davanti a te, tadà, un albero.

Un paio di foto dell'ingresso e della prima contropendenza. Ovviamente le foto non mostrano la vera pendenza.

Sentiti ringraziamenti a Cristina, che si è adoperata sia per aiutarmi in questa nuova opera mastodontica che per fare da punto di riferimento per cercare di mostrare le pendenze.

domenica 2 settembre 2012

Se non sei capace, non sei capace!

Settimana scorsa a Finale Ligure sulla DH Uomini ero un idiota. Il giorno dopo sulla Caprazoppa ero ancora idiota. Ieri, sul Canto, col fango, doppiamente minchione. E oggi, sul Sange, triplamente mongolo.

Oggi sul Sange, all'inizio della discesa, all'ingresso della discesa, ho guardato la linea fino alla curva e mi è piaciuta. Quindi sono andato un po' indietro, ho preso un po' di rincorsa e bam, mi sono lanciato e ho preso completamente la linea che volevo prendere, senza sfiorare i freni (anche perché è tutto di pietre e pure un po' umide, quindi non sarebbe stato il caso). Il problema è che non ho guardato dopo la curva e mi sono ritrovato in un paradiso (o inferno, dipende dai punti di vista) di pietre e radici, per cui mi sono ritrovato veloce e senza possibilità di frenare (frenare sarebbe significato cadere).. sinceramente non so nemmeno come sia riuscito a rimanere in piedi, dato che mi si è sganciato un piede e andavo totalmente a caso.

Successivamente, durante tutta la discesa, più e più volte mi sono ritrovato a rischio caduta. In verità la cosa non mi dispiace tanto, perché se rischi di volare vuol dire che stai osando un po' di più del solito.

Confrontando i dati gps dell'ultima volta al Sange, comunque, la prima cosa che si nota è che le mie velocità sono diminuite parecchio. E' anche vero che il fango e il bagnato e le foglie non aiutano, ma sono andato decisamente più lento.

Vedremo la prossima volta in condizioni migliori, ma la mia idea rimane: mi sono abituato troppo bene sulla bici DH e quindi sulla bici FR faccio un po' cagare la minchia.

martedì 28 agosto 2012

Un po' bitumaro

Alla fine sono riuscito più o meno a fare quello che volevo tentare di fare.. circa 40km (sono 40.73 ma il gps mi segna solo 39.39 perché mi ero dimenticato di accenderlo appena uscito dall'ufficio) tutti di fila mantenendo una media di 30km/h.. che poi sono diventati 27 e non ho ben capito perché, dato che il computerino l'ho sempre tenuto almeno a 30.00.

Comunque sia, 1h30 circa, ma la distanza giusta da coprire è di circa 45km.

Dovrò riprovarci tra un paio di giorni.. se sto dentro le 2 ore totali, per me è già un ottimo risultato.. l'unica è se riesco a farlo due volte nella stessa giornata (al mattino e alla sera).. uhm uhm..

Ecco il link coi dettagli: http://bit.ly/NAGWzz

Sono ufficialmente anche un po' bitumaro, ora, anche se con scopi di commuting, intendo.

Ma in fondo in fondo anche questo è allenamento, no?

martedì 21 agosto 2012

Si torna sulla pista delle piste


Questo weekend me ne torno sulla DH Uomini di Finale Ligure (o dovrei dire Varigotti), finalmente, dopo tanto, troppo tempo. Esattamente dal 6 febbraio 2011. Un anno e mezzo fa. Quando Aadm mi faceva questo video (dove ero un mongolo in sella):


Essendo in modalità pedalata, lascio la Canyon DH a casa e uso la Canyon FR, nonostante la tentazione sia forte. Ma non pedalo da un sacco di tempo e non vorrei rischiare di sfiancarmi prima di cominciare a godere della pista: la DH Uomini dovrebbe essere fatta almeno almeno tre volte prima di cominciare a capirla, prima di riuscire a lasciarsi andare, prima di trovare la confidenza necessaria per affrontarla.

Prima o poi, comunque, riuscirò a farla con la Canyon DH. E sono sicuro che sarà tutta un'altra pista.

Nel frattempo sono sicuro che mi cagherò addosso, questo weekend, in quella che una volta era la mia pista preferita ma che ora, che ho cambiato un po' mentalità e approccio, potrebbe darmi i cagalloni dall'inizio alla fine: quello che più fotte, della pista, è che è composta da pietre smosse, gradini e gradoni, secca e secchissima. Insomma, il terreno sul quale negli ultimi tempi non sono mai riuscito a sentirmi a mio agio.

L'obiettivo è di farne almeno tre. Ma con 'sto caldo e senza grande allenamento, per ora esiste solo un grosso punto di domanda.

giovedì 16 agosto 2012

La sfida della seggiovia


La sfida della seggiovia
(una storia di Masatomo, con Riccardo Fasana e Riccardo Di, in quel di Spiazzi di Gromo).

"Ehi Masa", lancia la sfida, Fasana, "a metà, nel punto basso, saltiamo giù dalla seggiovia e poi ci risaltiamo su."
"Yeah boy, però facciamo una giravolta", concordiamo.

Fasana salta giù, fa la giravolta, risalta su. One point.

E' il mio turno.

Salto giù dalla seggiovia.

"Uh, e adesso.. cosa devo fare, cosa devo fare? Ah sì, fare una giravolta", la faccio.
"Yeah man, I'm da boss, ora devo risaltare sulla seggiovia", mi giro rivolto verso la seggiolina e la vedo arrivare verso di me più veloce di quanto pensassi.
"Jump!" ma mi dimentico che devo sedermici sopra, quindi dovrei saltare e rigirarmi.
"Ouch!", prendo la seggiovia sul petto. Fail.

Meno male che la seggiolina successiva è vuota. Intanto la mia bici si fa metà risalita da sola.

Fasana 1 - 0 Masatomo

domenica 12 agosto 2012

E con questa son tre volte..


Le ferie in Francia sono finite.

Sei giorni di discesa in sella, di cui due nel fango con i flat e 4 con gli spd.
Sei giorni di alcol serale, tra birra e vino a go go.
Sei giorni di parlata pugliese inventata e sensoless.
Sei giorni col dolore alla mano sinistra, non ancora del tutto guarita dalla biopsia, ma chissenefott.
Sei giorni di pump track in modalità ubriaca che ti fanno entrare in curva e pompi quando sei ancora in piega e quindi la bici scivola via e il doppio lo fai strisciando.
Sei giorni in cui ancora non hai capito come cazzo si fa a saltare decentemente senza ogni volta tendere all'impunto.
Sei giorni di gasamento totale e stanchezza astrale.

Ma anche un giorno in cui dici "Ma non so andare in bici!" perché finisci a Champery e ti fai quei tre passaggi a mano o sulla chicken line perché non hai voglia di cadere su quelle pendenze esagerate.

Sei giorni fuck yeah.

E dopo i pesi fatti stamattina (dopo un mese fermo, sempre a causa della mano), ora mangio e vado a pedalare per smaltire un po' di quest'alcol che ho esageratamente ingollato.

domenica 10 giugno 2012

Gara SE: Pogno 2012

Non capisco. Davvero non riesco proprio a capire.

Ok, la gente migliora, ma porco d'un cazzo, pian piano la gente che andava meno di me ora mi lascia indietro dibbestia. E non parlo di gente giovane, che è normale che mi passi via, ma di gente della mia età, porcoddue! E pure ladies, sant'ignazio do silva do caralho parabens para atraz porra!

Quest'anno la gara è stata una pro: prevista una PS al sabato e tre alla domenica. Poi la pioggia è scesa potente e le prove sono diventate una al sabato e due alla domenica. E meno male, perché tre non sarei riuscito a farne, visto e considerato il vino, la tarda ora (circa 1.30 di mattina) di coricamento e, last but not least, il fatto di aver dormito come la merda. ATTENZIONE! Non intendo che la gara sarebbe andata meglio, intendo solo che non sarei riuscito a fare tre risalite.

PS1
"Andiamo? Andiamo? Andiamo?", continuo a dire al resto del team. Ma quello deve cambiare gomma, quell'altro deve sistemare il manubrio. Risultato, arriviamo parecchio in ritardo alla partenza. Non fa niente, dato che alla fine non danno penalità per l'orario di partenza, vista la situazione meteo: la pioggia scende copiosa, la discesa è superfangosa e quindi c'è parecchio casino.
Parto e comincio a sorpassare gente, una dietro l'altra. Ho su due swampthing, davanti e dietro, e mi sento totalmente a mio agio su di un fango davvero esagerato. Purtroppo, ad un certo punto, mi ritrovo davanti due tizi che vanno davvero, davvero piano, e me li tengo davanti per un minuto intero, dato che non  accostano per lasciarmi passare e allo stesso tempo non posso azzardare un sorpasso in quelle condizioni, col rischio di finire addosso a loro. Pazienza. Ad un certo punto mi fermo proprio, perché certi passaggi non li si può fare frenando, dato che bisogna mollare il freno e riprenderlo in mano solo dopo il passaggio stesso, e quindi preferisco lasciar andare avanti i tizi prima di ripartire.
Finisco la prova 153esimo, in 9'08.
Col senno di poi, forse avrei dovuto cercare in qualsiasi modo di sorpassarli, dato che avrei potuto ottenere un risultato davvero, davvero notevole, da sommare a quelli più merdosi delle due prove della domenica, di cui scriverò tra poco.
Finisce la giornata, usciamo tutti a cena e si beve un bel po' di vino, facendo anche tardi.
Notte quasi in bianco, a causa del dolore alle mani (fottuta psoriasi/eczema) ma anche materasso molle come le zinne di una vecchia di 70 anni.

PS3
Eh già: la PS2 è stata cancellata, quindi si comincia subito con la cosiddetta "2000". Ho sempre avuto problemi a fare come prima discesa la "2000", dato che è abbastanza tecnica e che io sono un minchione che necessita di riscaldamento di un certo tipo. Ma non fa niente: così è la gara e la situazione è la stessa per tutti.
Parto a cannone perché il primo tratto è tutto pedalato. Così a cannone che dopo 30" ho la nausea da sforzo e rallento vistosamente per non dovermi fermare a sboccare. Continuo la mia gara senza fare niente di particolare: il terreno è decisamente normale; la pista è ricca di rilanci; in generale, quindi, non si crea quella situazione di sorpassi esagerata del giorno prima (ne passo tre).
Finisco 225°, in 9'02.. una merda TOTALE: la stessa pista, l'anno scorso, l'avevo chiusa in 7'34".. ma cosa CAZZO è successo?!?!?!?

PS4
Non mi dilungherò, se non per dire che era più infangata della PS3 ma moooolto meno del giorno prima, quindi anche oggi la situazione di sorpassi esagerati non si ricrea. Soffro nei rilanci e nella parte finale mi arriva, dopo tanto tempo che non succedeva, un crampo. Porca dannazione. Mi faccio quindi tutta la parte finale senza pedalare.. il bello è che è tutta in piano.. ma non fa niente, non ci sono scuse: probabilmente ero rimasto troppo teso durante la discesa vera e propria (che, oltretutto, non pareva finire mai).
Concludo la prova 213esimo, in 9'33. E l'anno scorso l'avevo chiusa in 7'12, dannazione!!!!!!!!!!!

Alla fine, con la somma dei tempi, chiudo in 182° posizione.

PS1: 9'08 - nel 2011 non esisteva
PS3: 9'02 - nel 2011 in 7'34 - peggiorato di 1'28" (minchia!)
PS4: 9'33 - nel 2011 in 7'12 - peggiorato di 2'21" (occazzo!)

Sono peggiorato, faccio cagare la minchia, fanculo. Merdaminchiafanculo! Normalizzando, ottengo i seguenti valori:

PS1: 55/100
PS3: 81/100
PS4: 76/100

Totale: 65/100

Sono andato peggio rispetto all'anno passato, probabilmente anche rispetto a due anni fa.. la prima prova era in una fangazza così fangosa e così trafficata che non ha senso usarla per fare media.

Più va avanti il tempo e più sono lento in sella, nonostante la sensazione sia esattamente opposta (vedi anche la gara DH a Petosino). C'è qualcosa di estremamente sbagliato e strano, in tutto questo. Dannazione.

lunedì 28 maggio 2012

Gara DH: Petosino 2012

Prima gara DH del 2012. Prima gara con la bici nuova. Primo schifo. E peggior gara di sempre.

Già durante le prove mi sono ritrovato ad avere difficoltà in più punti: quella curva tutta fangosa e ripida verso destra; quel passaggio pietraioso subito dopo, un po' viscido; quel piccolo canyon con lastrone; la passerella di legno; il sassettino da droppare. Questi ultimi due, poi, mi hanno un po' lasciato basito: sono cose che ho già fatto in passato - anche roba più grossa, direi - in altri contesti, ma durante le tre discese di sabato e l'unica di domenica mattina non me la sono proprio sentita di affrontarli e quindi, in gara, non li ho fatti.

Sabato ho girato continuamente a caso, senza cercare di capire le linee (infatti ogni discesa era diversa dalla precedente, perché era come se ogni volta fosse la prima) e senza affrontare la cosa come invece facevo in passato.. forse un passato lontano (prova un passaggio, riprovalo di nuovo, riprovalo una terza volta). Nella parte esterna, asciutta, tutta un po' pietrosa - come piace a me - non riesco a far scorrere la bici; nelle parti di bosco, bagnate e viscide, sembro un canarino impaurito dalla propria ombra, col timore perenne di scivolar via sui sassi o anche sulla terra.

La prima manche la faccio con le Swampthing da 2.35 con mescola 60a. Sul fango mi danno un po' più di sicurezza, ma mi sento in qualche modo meno stabile sulle parti pietrose. Tutta questione di testa, ovvio, perché le gare di Superenduro le faccio sempre con gomme da 2.35. Oltretutto, essendo Single-Ply (eh oh, il budget è quello che è), ho il timore di pizzicare, quindi le tengo a 2.00psi davanti e a 2.50psi dietro. Ancora questione di testa, perché le pressioni che tengo con la Canyon FR, per i giri pedalati o le gare di Superenduro, sono quelle (anzi, di solito le tengo a 2.20psi circa sia davanti che dietro). Ovviamente i punti in cui mi sono sentito intimorito durante le prove li faccio alla cazzo di cane anche in gara. Taglio il traguardo con il meraviglioso tempo di 4'35,05. SANT'IDDIO! Rispetto alla stessa gara che avevo affrontato nel 2010, ci ho messo un intero minuto in più. E con una bici da DH!!! L'ho sempre detto che non è la bici ma chi ci sta sopra.

L'obiettivo per la seconda manche, quindi, diventa quello di scendere sotto i 4'.. un 3'59,99 sarebbe perfetto, giusto per non vedere quel fottuto 4 davanti. Cambio le gomme, tanto il terreno è tornato quasi completamente asciutto, e torno a sezioni più generose, che di sicuro mi daranno una sensazione maggiore di stabilità nelle parti pietrose. Quando taglio il traguardo, sento l'annunciatore dire "Quattro minuti" e mi rammarico un pochino: non sono sceso sotto i 4'. Poi, però, sento il resto: 4'01,50.. 34" in meno rispetto alla prima manche (!!!).. certo, 26" in più rispetto al 2010, ma la gara finiva prima e la pista era completamente, totalmente asciutta in tutti i suoi punti.

In due anni, con una bici nuova da DH, quindi, ho fatto una gara di merda perché in certi punti ero spaventato dal viscidume, ma perlomeno non sono peggiorato, come inizialmente pensavo. Certo, non sono nemmeno migliorato, ma l'importante è non fare passi indietro, o sbaglio?

sabato 5 maggio 2012

Arrivato

Uscita dopo uscita, finalmente sono giunto alla conclusione: in discesa vado piano come la merda, non ho tecnica e, soprattutto, ho raggiunto il mio limite. Ora che l'ho riconosciuto, mi sento leggermente meglio. Un po' frustrato, ma meglio. Tutto il resto è fuffa.

giovedì 3 maggio 2012

Peggiorando col tempo

Due anni fa avevo cominciato ad andare in bici da un anno.. e avevo un certo ritmo. Nessuna tecnica, nessun niente di niente, eppure ce l'avevo, un po' di ritmo. Basta guardare i risultati delle gare, dove lasciavo indietro qualcuno, arrivavo pochi secondi dopo qualcun altro. E poi, invece, ho cominciato per qualche motivo a perdere colpi. E quelli che lasciavo indietro hanno cominciato a non starmi più dietro ma davanti; quelli che mi lasciavano indietro di poco adesso mi lasciano indietro di tanto; quelli più bravi di me, coi quali andavo a fare giri di piacere, a cui stavo relativamente vicino in discesa e ora li vedo col canocchiale; quelli che non li vedevo più se non a fine discesa e ora faccio fatica a star loro dietro. Tante persone, di età diversa, di esperienza diversa. Quindi non solo giovani che, ovviamente, hanno margini di miglioramento decisamente più alti dei miei. Forse è l'entusiasmo diminuito? Forse la voglia sempre minore di strafare, di spingermi oltre al mio limite? Due anni fa.. già.. quando tentavo tutto quello che volevo tentare, mentre oggi.. beh, basta guardare settimana scorsa, quando sul Canto sono sceso a piedi su due passaggi che ho sempre fatto in sella oppure sul Bisbino, dove col cazzo mi sono buttato per fare quei tornantini stretti stretti. E' vero, un minimo ruolo lo giocano anche l'umore e il mio stato fisico (sul Canto ero malaticcio; sul Bisbino ero devastato e preso male per una discesa continuamente interrotta da tronchi, da pezzi a spinta, da punti di risalita a piedi), ma è pur sempre minimo, non massimo. Mi chiedo se siano loro, quelli che prima erano dietro e ora davanti, ad essere migliorati in massa, se più semplicemente io abbia cominciato a tirarmi sempre più indietro o se entrambe le cose. Boh.

sabato 21 aprile 2012

Sensazione nuova

Ho una sensazione nuova.. la sensazione di andare piano.

Mi spiego, perché non intendo dire che prima avevo la sensazione di andare forte.

Durante le discese, oggi, mi sono sentito andare più veloce con la volontà che con il fisico. Ovvero che mentalmente, durante tutte e due le discese a Pogno, pensavo "Cazzo, sono lentissimo, devo andare più veloce, devo frenare di meno!", mentre fisicamente non riuscivo ad andare più veloce e a frenare meno.

E' strano, perché è qualcosa del tipo "So che puoi far meglio". Ma se non faccio meglio evidentemente è perché non riesco a far meglio, no?

Se almeno quel minchia di GPS del Samsung fosse un pochino affidabile, potrei fare un confronto con le altre uscite e avere qualcosa di tangibile per confermare o smentire i miei pensieri.. invece mi da dei valori del cazzo per cui non si capisce un beneamato coddonchio.

Evvaffanculo, va!

lunedì 16 aprile 2012

Cadute, serie sterzo e testicoli

Sabato mattina mi sveglio prestissimo: devo passare per Bedizzole a ritirare il vetro posteriore del mio Doblò (che poi risulta diverso da quello che montavo io, ma più o meno dovrebbe andare bene) e poi puntare verso Torbole, per il Welcome Season organizzato da quelli dell'Alto Garda Bike Area, sia sabato che domenica. Situazione ideale per provare la Canyon DH, no?

Il meteo giurava fine del mondo, ma, mi son detto, al massimo non mi fermo entrambi i giorni.

Arrivato a Torbole, faccio avanti e indietro per qualcosa come mezz'ora, per capire dove andare e poi per capire dove parcheggiare. I negozianti della via principale m'avranno dato dell'idiota vedendomi passare e ripassare continuamente con il mio Doblò coi vetri oscurati (da un telo blu).

La prima risalita avviene verso le 11: per riscaldarmi scelgo la "Val del diaol". Con le sue pietre e le sue radici, tutte belle bagnate dalla pioggia dei giorni precedenti, è il paradiso del viscido. E io, nell'ultimo periodo, ho avuto grossi problemi con queste condizioni. Mi faccio coraggio e cerco di vivermela bene. Non sono per niente a mio agio sulla Canyon DH, ma mi convinco che sia una cosa normale e cerco di andare con un minimo di scioltezza, nonostante sia la mia prima discesa e in condizioni non ottimali. Se non si fosse capito, sto cercando di cambiare un po' il mio approccio.

La prima parte è ok.. la bici sguscia via un po' dove vuole lei, il mio ritmo è decisamente lento e cerco di capire che posizione mantenere in sella per affrontare al meglio un percorso del genere, composto quasi unicamente di sassi e radici, intervallati da sassi e radici. Entro nella seconda parte, un po' più deciso, e dopo pochi metri perdo l'anteriore e poi tutto il resto della bici, finendo a terra dopo aver preso un tremendo colpo alla palla destra e un fortissimo pop/crack emesso dalla bici. Non vedo nulla di rotto, quindi rimonto in sella e facendomi coraggio arrivo di nuovo giù, non con qualche - molte - difficoltà.

Da quel momento in poi praticamente il dolore è continuo e.. beh, non entrerò nei dettagli, ma da oggi, per tre giorni, vado di Nimesulide, come ha detto il dottore (diciamo che ieri avrei potuto fare esercizi sulla medicine ball, senza usare una medicine ball).

Facendo vedere la bici a un altro tizio, nota che la serie sterzo balla troppo. Stringiamo il tutto e, col manubrio che fatica un po' a girare, riprendo a fare discese.. ogni tanto cado, ogni tanto mi fermo, ogni tanto scendo a ritmi un po' più decenti ma in generale scendo a ritmi bassissimi.

Durante la penultima discesa, la seconda caduta pesante della giornata. Di nuovo mi parte via l'anteriore, la bici vola a sinistra e io volo a destra, con la spalla direttamente su di un sasso. Mi viene un po' a mancare il fiato, come quando ho preso i colpi alle costole in passato, ma dura poco e quindi riprendo senza troppi problemi. Ovviamente oggi la spalla ha un bel livido.

Faccio un'ultima discesa e chiudo così la giornata. La serie sterzo è proprio ballerina, quindi, dopo un paio di birre, vado con Alex a Riva del Garda, dal suo meccanico, dove scopriamo che quel pop/crack è stato emesso dalla compression ring - in polimero, o anche plastica - della serie sterzo. €35,00 e la cambio con una di metallo. Incluso nel prezzo comunque c'è qualche bicchiere di spumante, un amarcord molto piacevole sugli anni di gara del meccanico e uno spritz.

Un po' brillo, saluto Alex e il meccanico e me ne torno a Torbole. Salgo per la strada del monte e, in un piccolo spiazzo, parcheggio per la notte. Chiudo la bici sul lato del Doblò, preparo il materassino e i sacchi a pelo, mi mangio un piatto di pasta e, alle 21.30 circa, chiudo gli occhi nella speranza che, dopo aver sbagliato per sabato, il meteo sbagli anche per domenica, evitando di piovere.

Passo la notte sotto i colpi costanti delle gocce d'acqua, rigirandomi per via del dolore alla spalla e alla palla (ah ah) e per il materassino che, ormai, non mantiene più la sua rigidità: non è granché dormire sul fondo del Doblò di ferro, tutto a righe. Verso le 5.30, sento dei passi e qualcuno che bussa sul portellone. Ovviamente è stato un sogno, dato che non c'è nessuno, lì in montagna, sul bordo della strada, ma ormai la mia mente si è allarmata e non riesco più a riaddormentarmi. Verso le 6 e qualcosa viene fuori un po' di luce, quindi mi sveglio del tutto, preparo l'auto (dopo aver lavato per bene la bici), faccio colazione.
Durante la preparazione, rifletto un po': il dolore al testicolo è decisamente aumentato; la stanchezza del giorno prima assieme a quella della notte non proprio in bianco ma diciamo in grigio chiaro è potente; la pioggia insistente durata tutta la notte mi fa immaginare le condizioni del terreno. Decido di tornare a Milano. Il viaggio è difficoltoso: la stanchezza si fa sempre più sentire, così come il dolore. Una volta a Milano, poi, mi rendo conto ancora di più delle mie condizioni, tanto da ritrovarmi con la febbre a 38 e una visita al pronto soccorso in mancanza del medico di famiglia.

Ed eccomi qua, dolorante e un po' deluso dalle mie prestazioni, sia in bici che umane: ritmi bassissimi in discesa e malaticcio dopo una notte in auto, come tante altre che ho passato nel recente passato.

Spero solo sia stato un caso. Nel frattempo, però, vorrei capire come risolvere il problema del materassino, perché ho dormito davvero scomodo. Eppure è uno di quei materassini superfichissimi autogonfianti che spaccano il culo del mulo.

Ah, dimenticavo.. decisamente caduta di stile totale in quelle condizioni, con un andamento altalenante con la bici che va da tutte le parti.. pessima, pessima roba da vedersi, ma impossibile da combattere.

giovedì 12 aprile 2012

Stanchezza pesata

Ieri ho cambiato il mio workout pesistico.. praticamente ho preso il carico massimo che faccio solitamente all'ultima ripetizione, prendo come esempio il bench press = 5 reps x 46kg, ne ho preso il 70% (quindi 32kg) e ho fatto 3 sets x 15 reps x 32kg , pompando il più velocemente possibile senza perdere il controllo, con recuperi di circa 30". Il risultato è che a metà workout sono sceso di 1kg sui manubri e 2kg sul bilanciere (quindi al 65% del carico massimo) perché al quinto set di ogni esercizio arrivavo devastato.

Non mettendo su massa (per qualsivoglia motivo) sto cercando di concentrarmi sullo sviluppo della forza esplosiva, che ritengo sia molto importante per andare in bibicletta.

Non so bene se possa servire allo scopo, ma oggi sono davvero, davvero stanco e infatti, stamattina, complice anche il fatto che anche per il commuting sono tornato ai flat, ho fatto una fatica tremenda a venire in ufficio.

I flat.. eh già, ho sperimentato perché sabato scorso, non essendo andato in montagna, sono andato al parco e sono rimasto colpito dalla confidenza che avevo con loro (messi, per l'occasione, al posto degli spd sulla bici xc).. tendenzialmente per il commuting sono mille volte meglio gli spd, ma prima di tornare a loro preferisco dare ai flat un'altra possibilità.. giusto perché sta arrivando il periodo del "Ma sì, dopo lavoro me ne rimango a girare nel parco a fare curve piatte e saltini stupidi" e preferirei affrontarlo con i flat.

martedì 10 aprile 2012

Primo giro con la nuova bici

Spiazzi di Gromo. Con tutto il fango del mondo. Ecco dove ho provato per la prima volta la nuova bicicletta.. una bicicletta da dh, finalmente.

La prima volta in sella a una bici da dh, oltretutto: quando mi chiedevano se volessi provare la loro bici rifiutavo sempre.. al massimo giravo nel parcheggio, sentendo che la bici girava diversamente dalla mia, più pesantemente.

Pesante. Questo è il termine giusto per descrivere la sensazione che ho avuto sulla Canyon DH (d'ora in poi farò riferimento a questa come DH e all'altra come FR). Non pesante di peso, ma di gestione del mezzo. Però allo stesso tempo di leggerezza.

Visti i millemila settaggi della forcella, metto tutte le levette a metà, ma Manuel (Compagnoni) mi consiglia di aprire tutto - e mi apre tutto - considerato che la molla è nuova e che quindi sarà dura come il marmo per qualche tempo. Durante la prima risalita, comunque, chiudo un po' la compressione, memore della mia incapacità di affrontare le curve: chiudo a metà la compressione alle basse velocità e un pochino quella alle alte (tanto la possibilità di sfruttare quest'ultime è remota).

Alla prima discesa il terreno è ghiacciato, ci sono le canaline di terra solidissima. Le ruote sono gonfiate a pressioni stratosferiche, dato che sono dure come il marmo e la bici salta a destra e a sinistra, sia nei tratti in discesa che nei tratti pedalati sulle pietre. Decido di sgonfiarle un bel po' e, in seguito, scopro di averle portate giù a 2.00. La situazione migliora, ma sento comunque le ruote pesanti, in particolare quando passo su radici e tratti un po' scassati. Mi torna in mente l'uscita sul Sange del giorno prima, dove avevo montato le Muddy Mary (sezione 2.35, pari alla 2.50 Maxxis) sulla Canyon FR: anche lì ho avuto la stessa sensazione.. evidentemente l'aver usato, negli ultimi mesi, quasi sempre le High Roller 2.35 con mescola 60a (mentre MM ha una mescola più morbida, così come la DH F montata sulla Canyon DH, che è 42a) ha fatto sì che avessi questo sentore di avere un carrarmato sotto di me. La sensazione rimane tale per tutta la giornata.

In generale mi sento un mongoloide. Non riesco a farla scorrere come dovrei, soprattutto a causa del terreno (negli ultimi tempi, essendomi completamente disabituato ai terreni bagnati, ho serie difficoltà ad affrontarli, soprattutto con radici e sassi.. in gergo si dice "Mi cago addosso") e, come giustamente dice Manuel, "Queste [bici da dh] sono da lasciar andare, altrimenti non funzionano". Non ha detto proprio così, ma il senso è quello. Credo sia un po' come usare una Ferrari a 50km/h.

Sono molto nervoso, perché sono su un terreno bagnato e su una bici nuova, con la forcella è nuova. Il risultato è che le braccia e le mani mi fanno male. Ah, da quanto tempo che non mi succedeva! Ne potevo fare a meno. Ma vabbè, è la prima discesa, ci sta. Arrivati al termine, la forcella ha l'o-ring a metà: praticamente ha lavorato al 50%. Ci può stare, visto che le velocità sono state bassissime, ma per provare la apro tutta (come aveva fatto Manuel).

Nelle discese successive le condizioni del terreno peggiorano (il ghiaccio si scioglie e il terreno diventa fango totale), ma io, piano piano - moooolto piano - prendo confidenza. In curva la bicicletta mi da ottime sensazioni.. mi sento molto più sicuro rispetto alla FR e addirittura riesco ad affrontarle nel modo giusto, probabilmente per la prima volta in vita mia: arrivo, freno prima di buttarmi nella curva, mollo i freni durante la curva, riprendo i freni dopo. Sarà l'angolo di sterzo? Sarà la doppia piastra? Non lo so, ma curvo bene (non sempre, ovvio).

La sensazione che la bici - le ruote - sia pesante rimane, ma allo stesso tempo, schiacciandola prima di saltini o cose del genere, la sento diventare leggera. Col passare del tempo, poi, cambio posizione, mettendomi più schiacciato, quindi diverso dal mio marmotta style (come da foto qui di fianco).

Ultimamente insisto tanto con il termine "confidenza": ritengo che la differenza tra andare in bici e andare bene in bici stia tutta nella confidenza. Durante la terzultima risalita, quindi, mi parlo mentalmente: "L'esperienza ormai ce l'hai (eccazzo, sono tre anni!) così come la tecnica di base (eccazzo, sono tre anni!), quindi sta tutto nella confidenza". L'essermi parlato e l'aver fatto un po' di volte le piste - prendendo anche confidenza col terreno - risultano in una discesa qualitativamente migliore. La penultima discesa va ancora meglio e nell'ultima, per quanto non vada a velocità fotoniche (mai successo, a dire la verità) mi ritrovo tutto schiacciato e a saltare via un paio di cose sulle quali, nelle discese precedenti, ero atterrato corto. La velocità quindi è maggiore. Certo, verso metà pista mi fermo perché mi fa male la mano destra, quella del freno posteriore, che mi ha dato un problema per tutta la giornata: ogni tanto la corsa della leva si accorcia e per me che sono abituato a una corsa lunga (la leva mi tocca quasi la manopola) ciò mi da problemi. Al termine della giornata poi l'ho spurgato, sperando che il problema fosse quello, anche se, essendo nuova di pacca, teoricamente non dovrebbe avere questo genere di problema.

Durante quest'ultima discesa ho come la sensazione che la bici sia un po' troppo morbida, anche se in verità in più punti perdo il pedale sinistro, probabilmente per via delle vibrazioni nelle parti di pista più scassate miste ad una velocità maggiore rispetto a quella precedente. Guardo l'o-ring della forcella ed è a 3/4 (non sono percorsi da fondocorsa, questi, e se fosse arrivata più su sarebbe stato un problema) quindi forse, per ora, le regolazioni e la pressione vanno bene. Magari le FiveTen e un pedale un po' diverso potrebbero aiutare, da quel punto di vista. Dato che ho solo le prime, le userò la prossima volta e vediamo un po' come andrà.

Sono stranito da questa nuova bicicletta, lo ammetto. Sotto di me, come dicevo, la sento pesante e leggera allo stesso tempo; mi da in generale una sensazione di poter osare di più e dovrò quindi, pian piano, sfruttare questo elemento.

Per ora, non vedo l'ora di rimettermici in sella. Ma il meteo non è clemente e ho come la sensazione che la gita sul Garda potrebbe saltare (più che altro perché l'idea di stare in giro due giorni in tenda sotto la pioggia e con l'umidità a mille non mi entusiasma più di tanto).

giovedì 5 aprile 2012

Troppa roba

Praticamente non ci sono tante gare, quest'anno (anche per colpa di Skrillex, che suona il giorno prima della gara DH a Selvino), finché non si arriva tipo a giugno, quando ci saranno 3874 gare tutte assieme contemporaneamente.

Aggiornato il calendario. Quanta roba, però..

lunedì 2 aprile 2012

Gara SE: Coggiola 2012

La prima gara del 2012 è arrivata e già andata.

Nonostante il risultato finale, mi sento fuck yeah, baby!

PS1: 6'09.1 (163/324 > 50/100 = metà classifica yeah!)
PS2: 8'35.7 (226/314 > 72/100)
PS3: 7'13.7 (205/299 > 68/100)
Tempo finale: 21'58.6 (191/299 > 64/100)

Ma andiamo con ordine.

Sabato si prova furgonando: tre volte la PS2 e una volta la PS1. Per questi e quei motivi, insomma, non provo molto ma non importa.. potrei anche provare altre tredici volte, ma poi in gara dimentico quasi tutto e non capisco un caxxo. Al primo giro sulla PS2 provo a sfruttare una pietra per saltare via il ruscelletto, subito dopo il ponte di legno. Ovviamente salto corto e col posteriore atterro sulla pietra tagliente. Spingo fino alla fine della pista e cambio camera d'aria. Rimastoci male, riprovo un'altra volta la PS2, però rimango solo come un cane e quindi non riprovo il salto. Riprovo quindi la PS2 per la terza volta, solo e unicamente per quel passaggio. Al primo tentativo fuck yeah! Avere i compagni di squadra che guardano da confidenza, è risaputo. Per chiudere l'opera, lo riprovo subito dopo.. fuck yeah di nuovo! Contento, balzello anche sul piccolo rigagnolo d'acqua successivo. E  pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff .. boh, pizzicato di nuovo. Come e dove non lo capisco: o ho pizzicato comunque sul passaggio precedente ma per un attimo ha resistito oppure ho pizzicato sul rigagnolo. Mboh. Cambio camera - grazie Marco - e arrivo giù.

La notte dormicchio e pure male, ma ormai è abitudine, quindi non ci faccio più di tanto caso. Sarà l'età.

Dopo la colazione dei campioni (due caffè, due biscotti e due briosche) parto per la prima risalita. Trallallà e arrivo con 10 minuti di anticipo. Davanti ho Cruz, il mio nuovo nemico per la stagione 2012.

La discesa va, anche se mi sembra di andare più lento che in prova - lo sento perché alcuni passaggi che saltavo via li salto meno via e atterro più corto, quindi sono più lento. Non fa niente, perché comincio sempre più ad avvicinarmi alla mia nemesi.. poco alla volta, ma mi sto avvicinando. Finché non giungiamo nel tornante quello gigamega, dove devi salire in cima alla sponda e venire giù in nose press. Cioè come fanno i top: io in prova, ieri, mi sono limitato ad alleggerire il posteriore nel tentativo di imitarli. Entro nella curva precedente quel tornante e, in una nuvola di polvere, intravedo Cruz che dice cose tipo "Fanculo, minchia" e cose del genere. Ormai mi sono fermato, lo lascio rialzare e riparte. Fa ancora qualche metro e decide di lasciarmi passare. Un po' di tempo l'ho perso ma fa parte anche questo della gara.

Sulla PS2, la mia preferita, Cruz è deciso a non farmi raggiungere. In effetti ci metto un po' a cominciare a vederlo e lo perdo completamente di vista sulla rampa post-chiesetta, dove scendo a spingere perché a) non ho abbastanza forza nelle gambe - dannazione! - e b) non ho il reggisella telescopico e quindi pedalare alzato è un disastro, dato che mi continua a scappare via il posteriore (pedalo un po' a vuoto). Ormai Cruz l'ho perso, ma fa niente.. passo il ponticello e avvicinandomi al passaggio della doppia foratura penso "Fanculo, me la tento!". E mentre sto saltando penso "Mmmm, sono troppo lento, pompo e punto un po' più a sinistra della pietra fottuta". Sono un po' troppo sbilanciato in avanti, atterro troppo sull'anteriore e per qualche motivo il posteriore mi viene giù pesantemente. E sono effettivamente corto. "Sbam!", mi dice il posteriore. "Nooooooo!", esclamo a voce alta. Ma non sento il pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff successivo, quindi mi tranquillizzo. Balzello sul piccolo rigagnolo d'acqua successivo. E pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff. Minchia, dejavu! Stavolta però me ne fotto e continuo la mia gara. Solo che pedalare in quelle condizioni è pesantissimo e nei tratti in discesa non lascio troppo andare la bici perché comunque il posteriore mi va continuamente via. Arrivo alla fine della prova decisamente provato.

La risalita della PS3, nonostante i circa 30 minuti di pausa per il Controllo Orario, è un martirio - ho bruciato tutte le mie energie sul quarto finale della PS2, dove ho voluto fare il fico pedalando come un forsennato con una gomma bucata - e mi rendo conto che non sarò in grado di fare una discesa decente - sono completamente non lucido, opaco a dir poco - tantomeno di pedalare sulla più pedalata delle tre prove. Cruz, dopo aver scoperto che, nonostante la foratura, mi abbia dato solo 24" sulla PS2 (a causa anche di una sua caduta, direi), decide di gasarsi esageratamente. Infatti non lo vedo mai. Io, per contro, su ogni tratto pedalato mi siedo e, con rapportino agile, osservo gli alberi. Infatti arrivo al termine della prova a ritmi di nonno.

Nonostante tutto, quindi, mi sento fuck yeah lo stesso, perché ho mandato a puttane una gara nel tentativo di andare oltre le mie capacità, saltando - e io non sono un saltatore - nonostante non fossi sicuro di farcela.

Quindi.. fuck yeah!