lunedì 28 giugno 2010

Power weekend a Pila

Cioè, ci sto troppoddentro con il power weekend a Pila.

Sabato io, Fasana e Andrea Di arriviamo verso le 10 e alle 11 cominciamo a girare. Cominciamo con la pista 4 (una blu/rossa) per poi buttarci quasi unicamente sulla 3, la cosiddetta World Cup (nera), saltando però la power pietraia in piedi perché non ci rendiamo conto del bivio.

Incontriamo Grossi (conosciuto come Omar), Lini e Mattia e insieme a loro ci facciamo la World Cup seria, perché si fermano ad aspettarci al bivio e ci mostrano la retta via. Pietraia power, fatta tutta dopo aver guardato un po' le linee ma a velocità davvero bassa.

Scendiamo per la freeride super lunga (11km di discesa!), mi si chiude lo sterzo e bam, rotta la leva del cambio anteriore. Vabbè, me lo dovevo aspettare.

Gira gira gira (rotowash) e si va a dormire intorno alle 22.30, dopo un piatto di pasta al sugo pronto con contorno di panino al prosciutto cotto.

Si dorme malissimo, tra freddo e strettume (la mia tenda monoposto è davvero un buco di culo), e la sensazione al risveglio è quella di non essere in grado di affrontare un'altra giornata così intensa di riding. Fortunatamente mi sbaglio.

Tempo di fare colazione e sistemare due cosine alle bici e siamo in seggiovia di nuovo.

Partiamo dalla 3 (o era la 2? Boh), che inizia su un terreno scivolosissimo e in supercontropendenza che tipo si procede a 10km/h al massimo. E poi, ovviamente, ci buttiamo di nuovo sulla World Cup, stavolta in compagnia di Guglio, Polito, Bebo, Soravia, Ricky Di e Faverio.

Ormai il primo ripidello tra le pietre lo facciamo quasi senza guardarlo, ma per contro cominciano le mie cadute, una dietro l'altra. Nella prima, a inizio power pietraia in piedi, rimedio un polso dolorante (oggi fatico a stringere bene la mano), nella seconda, a fine power pietraia in piedi, un buco nello stinco destro ed escoriazioni a quello sinistro. Poi mi si chiude lo sterzo una volta; una volta piego troppo in una curva un po' strana e scivolo giù; un'altra il polverone sollevato da Andrea davanti mi nasconde un canale a causa del quale perdo la bici e io finisco rotolicchiando giù; un'altra mi si chiude lo sterzo e salto via e corro come un dannato per rimanere in piedi.

Col passare delle discese le velocità aumentano, la tecnica migliora decisamente e finalmente mi sento soddisfatto delle curve, dei salti che faccio (perché continuo a saltellare qua e là) ma in particolare riesco a controllare la bici in contropendenza, che il giorno prima e nelle prime discese non riuscivo a fare, finendo sempre fuori pista.

Il trucco? Guardare avanti, cazzo!

A settembre si bissa, decisamente. E io sto migliorando, yahoo!!!!!!!

venerdì 25 giugno 2010

giovedì 24 giugno 2010

Due in un giorno.. meraviglia..

Che meraviglia il doppio allenamento: mattino pedalato, sera discesato.

Fantastico.

Due discese - una sul Classic e una sull'Uno - al Sange in compagnia di Guglio, Bebo e un altro ragazzo, accompagnati da Giovanni (detto anche Joe the Mechanic, ma in verità no, però fa niente).

Nei pezzi di bosco non si vedeva granché e l'Uno credo d'averlo fatto solo una volta prima.. oltretutto è su ciottolato e io ho problemi a mollare su ciottolato.. nonostante ciò, mi sono divertito molto su entrambe le discese.

Sul Classic mi sono reso conto che alcuni pezzi sui quali prima facevo un po' fatica oggi li ho fatti davvero con calma, a partire dal primissimo pezzo: meraviglioso.

Vedo progressi. Forse non così eclatanti come pensavo qualche mese fa, ma li vedo. E non posso che essere soddisfatto. Devo continuare in questa direzione perché ci credo, quando mi dico "tu mettici l'impegno, i risultati, poi, arriveranno".

Here goes nothing, whadda fuck madafunky in da haus yo yo!

mercoledì 23 giugno 2010

Valuti male e sbatti contro le bici

Prima pedalata settimanale con gli spd, inaugurata con botto finale.

Arrivato quasi in ufficio devo tagliare a metà una pista ciclabile e arrivo con la solita velocità leggermente alta: c'è un pedone e subito dietro una bicicletta. Con una persona sopra, ovvio. Valuto male - errore veramente stupido ma preoccupante, perché valutare male non va bene - e passando subito dietro al pedone, accompagnato da un "OH OH OH!" femminile cerco di infilarmi prima dell'altra bici. Invece la prendo dentro con la corona (lo so perché poi si è stortata leggermente) e la bici finisce a terra. E' una signora. Che comincia:

Signora: "Ma sei un imbecille! Ma tagliare la strada così!"
Masatomo (sorridendo un po' imbarazzato e divertito dalla situazione):"Eh, hai ragione, scusami"
S: "Sono basita! Ma non si va così in bici! Non si va in giro con le cuffiette!"
M: "Eh, sì, ma ti avevo sentita, ho valutato male.."
S: "Sei un imbecille! Sono basita! Sembri un ciclista (probabilmente voleva dire "automobilista" ndr)!"
M: "Ehm.. hai ragione, ti chiedo scusa, ho valutato male"
S: "Non ho davvero parole, sei un imbecille! Ma come si fa, dai"
E se ne va, magari anche un po' presa male - oltre che per il botto - perché non faccio altro che darle ragione e chiederle scusa.. dopotutto cos'altro posso fare? Ha ragione!

Giro la bici e vado in ufficio.

Mi spiace d'aver fatto spaventare così la signora. Meno male che non s'è fatta male e che non ha avuto danni alla bici. La mia corona invece l'ho raddrizzata con una pinza.

Un errore di valutazione è qualcosa di davvero brutto: ci può stare, sono umano, ma devo farci più attenzione.

Tornando a me, gli spd sono davvero power: cazzo, fai una pedalata ed è come se ne facessi due, soprattutto in salita, inoltre ti da una sicurezza enorme sia quando pedali su scassato (con scassato intendo radici nel parco) che quando curvi perché.. boh, perché ti senti una cosa sola con la bicicletta. Agganciare e sganciare deve diventare un'abitudine e ciò richiederà parecchio tempo, però wow!

Dato che stasera molto probabilmente faccio un salto sul Sange per una discesa, ho fatto poche ripetute per evitare di stancarmi troppo. Ah, stasera ovviamente con i flat perché ne passerà ancora, di tempo, prima che mi metta a fare discesa con gli spd.

Ripetute in salita:
5 x 100m su asfalto
5 x 60m su sterrato
Totale: 800m

Distanza: 30.13km
Tempo: 1h24'12"
Velocità media: 21.47km/h

lunedì 21 giugno 2010

Girando all'Iron Rock Bike Park, Insubria Bike Festival

Ieri, avendo saltato la gara a Collio, sono andato a Laveno per girare nell'Iron Rock Bike Park.

Spenderò giusto due parole sul park perché è ancora in lavorazione (a detta di chi se ne occupa sono al 30% della realizzazione): le parti lavorate mi sono piaciute tantissimo, con ampi tratti in contropendenza, curve strettissime e ripide, passaggi tra pietre più o meno appuntite.. molto tecnico e guidato, non ci si può deconcentrare. Purtroppo però queste parti compongono solo 1/3 di ogni pista (ne ho provate tre, in compagnia di Paolo Cianci: blu, nera e rossa), con i rimanenti 2/3 su carrabile o addirittura, nel caso della pista blu, su asfalto. La nera, inoltre, al termine della carrabile include pure un lungo tratto da pedalarsi per tornare alla funivia.

Se riusciranno a evitare la carrabile e continueranno a tracciare come sulla rossa o sulla nera, sarà un park veramente tecnico (la rossa si riconnette alla nera a un certo punto, quindi ho fatto metà nera due volte e al secondo giro l'ho trovata veramente fantastica) e di grande scuola.

Parlando invece di me e della mia tecnica, il fatto di aver passato così tanto tempo su di una carrabile mi ha fatto capire un po' perché ho problemi in discesa. Quando ho cominciato ad andare in bici, l'anno scorso, ho cominciato direttamente a fare discesa nel senso stretto del termine, senza passare per cose come le discese XC, il motocross (che accostuma alla velocità e allo scassato) o quant'altro. Diciamo che è come se un neopatentato prendesse una macchina da F1 e cominciasse a girare in una pista.

Scendendo veloce sulla carrabile mi sono reso conto che avevo effettivamente il tempo di pensare a come avrei affrontato la curva, a mettermi nella posizione che ritenevo giusta e a fare la curva in un certo modo. Sono riuscito, quindi, a concentrarmi sulla tecnica perché il percorso era semplice e me lo permetteva.

Ho capito che mi mancano le basi dell'mtb, che ho in un certo senso saltato a pié pari: avrei dovuto prima imparare la tecnica su percorsi semplicissimi (leggi: carrabile) e poi applicarla su percorsi via via più difficili, invece ho fatto il contrario, arrivando a fare percorsi difficili senza alcuna tecnica, soprattutto senza aver preso confidenza con la bici.

Altro problema, poi, è l'usare questa bici solo due volte alla settimana: se con la bici che uso in città impennare e tirare dritto per millemila ore non è un problema, con la Canyon faccio più fatica, viste le geometrie e la posizione in sella completamente differenti. Se la potessi usare più spesso anche solo standoci seduto sopra sono sicuro che la situazione migliorerebbe e che la confidenza che le do aumenterebbe.

Ma amen: questo è quello che posso fare, questo è quello che ho fatto finora, quindi va bene così.

sabato 19 giugno 2010

Salto Collio, scendo Canto

Alla fine la situazione meteo mi ha fatto desistere e ho quindi deciso di saltare la gara a Collio: la pietraia, per me, richiede ancora troppo pelo quando bagnata (lo è già asciutta) e quindi non ho ancora la confidenza necessaria per affrontarla, soprattutto in una gara.

Mi sono perciò buttato sul monte Canto, riuscendo però a fare solo due risalite e due discese, sia perché ho sentito stanchezza che perché vado lì sempre da solo e mi stufo a risalire solo soletto.

Alla prima discesa in configurazione fango - di fango vero e proprio non ce n'è, il terreno è giusto umido in qualche punto e viscido in altri - il Geax Datura al posteriore gonfiato al minimo (2.5 bar) se ne va per i cazzi suoi sin dalla prima curva, che faccio praticamente completamente in drifting (mi chiedo anche come sia riuscito a rimanere in piedi, ma poi la risposta è probabilmente Muddy Mary all'anteriore). Penso d'aver piegato troppo la bici sul terreno un po' viscido ma dentro di me comincio a perdere sicurezza, così, una volta dentro al Kompressor, mi blocco psicologicamente davanti al ripidello dove già mille volte sono passato. "Sgonfio? Ma no, dai" e mi butto giù. Il posteriore non tiene (non sotto il mio culo, perlomeno) così mi fermo e sgonfio. Spero solo di non pizzicare. E va molto, molto meglio.

La prima parte del Kompressor, ancora non mi è chiaro perché, mi mette sempre un po' in soggezione: non è roba complicata, ma ha qualcosa che ogni volta mi spaventa un po'. Dopo il primo pezzo un po' pietroso, mi fermo di nuovo e da 7 scendo a 3 scatti di compressione sulla forcella, perché sono già abbastanza rigido di mio.

Sul secondo pezzo pietroso è un jolly dopo l'altro, perché mollo troppo e non voglio frenare poiché sulle pietre significherebbe finire a terra sicuro. Appena finito il pezzo mi fermo e penso "'sticazzi".

Il fatto di essere solo non aiuta di certo. Quando sono con altre persone mollo di più sia perché c'è un minimo di sfida che perché se dovessi cadere e farmi male avrei qualcuno e in posti del genere - su discese poco frequentate, tipo che oggi non è passato NESSUNO - hai sempre in testa che sei lì tu e la montagna e gli insetti e nient'altro.

Lacune del giorno: la solita curva a destra - uno schifo totale, ma proprio totalissimo. Comunque mi sono accorto che ho proprio cambiato modo di andare in bici, perché mi sono ritrovato a decidere DOVE mettere le ruote e poi effettivamente mettercele. E il bello è che lo decido abbastanza in anticipo rispetto al momento in cui effettivamente arrivo in quel punto. Eppoi sto aumentando la velocità di discesa, altrimenti perché sarei lì del tipo "Oh cazzo, vado troppo veloce, non riesco a fermarmi, CAZZO!!!"? Comunque un'altra lacuna è quella di staccare le ruote dal suolo in situazioni un po' "strette": c'è un passaggio dove subito dopo l'uscita dalla curva si trova un bel gradone. Il fatto d'essere subito dopo una curva (a destra, oltretutto) non aiuta, ma arrivando a una velocità decente credo si possa dare una pompatina, spostare il peso indietro e saltarlo via, solo che bisogna proprio atterrare tra un pietrone e un altro altrimenti sicuro a terra e io non mi sento affatto di farlo. Magari con qualcun altro sì, ma da solo no. Chissà se riuscirò a provarlo entro la stagione (che, col caldo, sta ormai giungendo al termine per quanto riguarda il Canto)? Per oggi entrambe le volte sono arrivato e mi sono cagato e fermato, per poi copiarlo col bash che ha toccato il gradone.

Domani andiamo a Pian delle Betulle. Forse. O Laveno? Boh, deciderò in base ai compagni di discesa.

giovedì 17 giugno 2010

Un cazzo di computerino

'sto cazzo di computerino che mi da valori del cazzo.. giuro che non lo sopporto.. mi sono fatto oggi la pedalata infrasettimanale perché ieri ero a pezzi.. per curiosità volevo vedere a quanto arrivavo come velocità massima nelle ripetute in salita: valori a cazzo di cane, totalmente A CASO! Inaffidabile a dir poco.

Comunque, la pedalata non è stata faticosa, mi sono limitato a poca roba perché a) stava venendo a piovere e b) 'sta pioggia di merda ha bagnato tutto il parco e non avendo affatto voglia di pedalare nella melma me ne sono rimasto nelle parti asfaltate, con grande rottura di minchia.

Uhm, oggi sono scurrile, ma è 'sto tempo che mi fa girare i coglioni. Oltretutto salterò la gara a Collio perché non voglio passare due giorni sotto la pioggia - perché pioverà tutto il weekend - senza ricambio (ho solo un elemento di ogni cosa: una maglietta, un paio di scarpe, un paio di pantaloni) e dormendo nel Doblò. Sarò pure uno scemopagliaccio, lo so, ma ho sempre 33 anni e ho i miei limiti.

Fanculo.

[aggiornamento: strafanculo, la gara la faccio lo stesso e basta]

Ripetute in salita:
8 x 100m su asfalto
8 x 60m su sterrato
Totale: 1080m

Distanza: 26.63km
Tempo: 1h14'14"
Velocità media: 21.52km/h

lunedì 14 giugno 2010

Un po' di vuote statistiche

Questi dati statistici sono abbastanza inutili per una serie di fattori, ma mi piace fare questo genere di cose, quindi le faccio, punto.

I tempi si accorciano e io mi avvicino sempre più a metà classifica (mio obiettivo in questa stagione di gare è riuscire a finire a metà classifica). Non conto Pogno perché i 9' di penalità hanno falsato i risultati.

07/08 San Bartolomeo al Mare (IM) – SE Sprint - 130° su 214 (60/100) - 8'52" dal vincitore
17/18 – Sestri Levante (SV) – SE Pro - 169° su 263 (63/100) - 7'04" dal vincitore
15/16 – Molini di Triora (IM) – SE Sprint - 82° su 129 (63/100) - 6'33" dal vincitore
12/13 – Cartosio (AL) – SE Sprint - 69° su 120 (57/100) - 5'38" dal vincitore

Metà classifica, sto arrivando!

Mi restano Torbole e Sestri Levante.. ce la devo fare!

Gara SE: Cartosio

La fatica.. no, dico, la fatica che ho sentito al termine di questa gara? Tipo sguardo ebete fisso nel vuoto; difficoltà a camminare; ricerca perenne di un posto dove appoggiare il culo e riposare.

Sabato le prove vanno così e cosà: provando un paio di volte la 3 e la 4, non mi sento a mio agio, con tutto quel pedalare,  in particolare però mi sento intimorito dal terreno, asciutto e polveroso e sgrr sgrr che la ruota mi va via in tutte le curve. Eh, la tecnica.. e la fiducia nel mezzo.. CAZZO! LA TECNICA E LA FIDUCIA NEL MEZZO!!! No, non ci sono. Proverò magari in Oggetti Smarriti, chissà che non ne abbiano persa un po' i vari Bruno o Rodolico o Sottocornola o Valfré e che non possa impossessarmene io.

La PS1 la provo solo una volta perché c'è il trasferimento verso la PS2 che è da fare a piedi e sinceramente il giorno prima della gara voglio fare il meno possibile. E questo approccio lo pagherò caro in gara. Ma ne parlerò dopo.

La PS che più mi piace è la 2. Non so bene perché.. forse perché è l'unica nella quale c'è un breve tratto tra pietre da saltellare via che mi gasa? Oltretutto ci sono due megastrapponi in salita e io non sono un grande fan di queste cose.. boh!

Al termine delle prove, il mio errore più madornale: bevo due birre medie. Non una, due. E ormai è risaputo che a me l'alcol faccia male malissimo.

Il giorno di gara e mi sveglio stanco e storditissimo, come solo mi sento quando bevo due birre la sera prima, eppure.. no, eppure niente, io le due birre le ho bevute. E ho pure dormito malissimo la notte. Tipo che fino alle 5 di mattina era tutto un continuare a svegliarsi, spostarsi sul materassino e chi più ne ha più ne metta.

Si fa sempre più strada nella mia mente l'idea di cominciare la gara e farla così come viene, a caso. La frase che mi ripeto più spesso è "Ecco la gara in cui mi ritirerò per la prima volta".

Si comincia

Trasferimento 1
La risalita verso la PS1 è peso: la prima parte con passaggio in parte alle fogne profumate di rosa di montagna e tra i campi coltivati è piacevole, poi però si torna alla realtà e comincia la salita. Qualche centinaio di metri e scendo subito dalla bici a spingere a mano, perché non ce la posso fare. Mi consola che qualche centinaio di metri dopo scendono tutti perché il pezzo è effettivamente esagerato per noi umani. Dopo immani fatiche con contorno di sudore che tipo sembra mi sia fatto una doccia arriviamo in un punto in cui si pedalicchia e si va pure in discesa. Fico. Ma già lì mi rendo conto che oggi faccio proprio cagare: fatico a controllare la bici, è lei che mi porta dove vuole e io lì dietro a cercare di non cadere. Esatto, non sto guidando, sono in modalità damage control. Che schifo.

PS1
Si parte per la PS1. E dopo 3 secondi mi rendo conto che non so nemmeno dove mi trovi: scendo più a vista del solito, non mi ricordo assolutamente NULLA di questa discesa e quindi vado totalmente a caso, sbagliando a ripetizione. Oltretutto la sensazione che ho avuto nel tratto in discesa sul primo trasferimento mi conferma che non ho alcuna capacità di controllo nei confronti della bici e che sono totalmente, schifosamente passivo. Damage control. Staminchia control. Fanculo. Passo di fianco a Giulio (Valfré) che mi incita e mi vergogno un po' della velocità infima con la quale gli passo vicino, lui che è così abituato alle alte velocità. Vabbè. La prova finisce.

Trasferimento 2
Nel bosco, lo faccio praticamente tutto a spinta se non per qualche tratto qua e là. Per fortuna il sole decide di riposare il settimo giorno, andando a farsi un giro su Marte, quindi non ci picchia sulla testa troppo pesantemente. Acqua, acqua e acqua da bere prima della PS. Fantastico.

PS2
Yeah, sono gasato, questa è la prova che mi piace di più. Mi gaso a cannone, due pedalate e.. per terra. Già, per qualche motivo la bici mi scivola via sotto e finisco sdraiato. Raccolgo e riparto, mentre dietro Porfi mi sbeffeggia "Eh, è l'emozione".
Dato che devo recuperare un po' di tempo; dato che sono comunque in una gara; dato che questa PS mi piace, mi lascio parecchio andare. Così parecchio che faccio un paio di errori che quasi mi fanno cadere: all'inizio di una gigadiscesa lunga lunga rischio il cappotto perché boh, non lo so, quindi poi affronto la discesa a cannone tipo che a un certo punto dico tra me e me "Minchia, non riesco più a fermarmi!".. per fortuna al termine c'è una piccola salitina di qualche metro che mi fa rallentare; la seconda vengo proprio sbalzato al di sopra della bici, finendo con tutto il corpo sul lato destro e rimanendo quindi con solo il piede destro sul pedale a mo' di monopattino.. riesco comunque a rallentare quel che basta per lanciare di nuovo il corpo sopra la bici e riprendere la mia discesa.
Arrivo al ripido finale, che faccio tipo con le ruote bloccate che vanno dappertutto perché subito dopo c'è una compressione che ti butta in cielo e non ho la confidenza per farlo a cannone, poi pedalo per l'ultimo tratto e, dopo aver visto Leoluca (Scurria) farlo, anche io voglio saltare via quella specie di buco finale con uno stilosissimo bunny hop. Purtroppo la mia tecnica è solo decente a velocità infime e su asfalto per salire sui marciapiedi, quindi viene fuori una schifezza e prendo dentro col posteriore. Pazienza, almeno ci ho provato. Non ho ancora controllato se anche la ruota dice "Pazienza" o se mi manda affanculo, tutta storta.

Trasferimento 3
Quello che, a detta di tutti, è il più pesante. Però non c'è sole e c'è anzi una brezza fresca che rinvigorisce. Evviva. Dopo un po', a metà circa, c'è addirittura un punto di ristoro con acqua. Gluglu e via. Al punto di ristoro vero e proprio si trova un ricchissimo menù, del quale apprezzo in particolare le fette di arancia, che divoro una dietro l'altra e che mi bagnano dolcemente la gola secca. Un sorso di acqua, un pezzo di banana e un bicchiere di coca cola poi completano il tutto. Sono pronto per la PS3.

PS3
La più pedalata e spaccagambe. Niente di particolare da dire, se non che tutti i rilanci in salita li faccio a mezzokmallora e in un paio sono pure sceso a spingere camminando. No, dico, camminando, nemmeno correndo. Uno schifo.

Trasferimento 4
Abbastanza breve, anche se non facilissimo a causa dell'accumulo di fatica. Di nuovo al ristoro faccio il pieno di arancia. Fantastica.

PS4
Va tutto bene. Per assurdo mi sono un po' ripreso e soprattutto mi sento rilassato (attenzione, ho detto rilassato, non deconcentrato). All'ultimo strappo in leggera salita, però, ho come un sentore di crampo alla coscia destra, perciò scendo e spingo a mano. Peccato perché il passaggio successivo sarebbe stato da prendere bello veloce, saltando via le pietrone. Ancora un pezzo e arrivo al guado: scendo dalla bici, metto la bici in spalla e via, dentro al fiume - un po' puzzolente, devo dire - per arrivare alla fine della prova.

Trasferimento finale
Purtroppo non mi rendo conto del tempo che passa e mi fermo lì a chiacchierare un po' con della gente, finché Giulio non mi dice "Ehi, guarda che se non vai all'arrivo sei in ritardo!" e io, guardando la tabella, mi rendo conto che cazzo, è vero, ho solo 4 minuti per arrivarci. Cazzo. Salto in sella e via, verso il traguardo. Arrivo con due minuti di ritardo. Peccato. Uffa. Minchia. Fanculo. Vabbè, pazienza [aggiornamento: alla fine, in verità, non hanno dato penalità a nessuno, quindi il mio tempo finale non include i due minuti di ritardo].

Al termine della gara sono definitivamente devastato e stradistrutto. Però sono riuscito a portarla a termine e ciò è semplicemente meraviglioso, soprattutto perché ero totalmente convinto che non sarei riuscito a finirla.

Ho imparato una grandissima lezione, questo weekend: devo ASSOLUTAMENTE stare lontano dall'alcol il giorno prima di una gara. Basta!

PS1: 74° su 124 con 3'36.0
PS2: 54° su 122 con 5'39.4 (sotto la prima metà classifica!!!!!!!!! 44/100!!!!!)
PS3: 80° su 122 con 5'21.4
PS4: 76° su 120 con 7'40.0

Totale: 69° su 120 con 22'17.2

Con le solite proporzioni, ho finito 57° su 100. Non male, decisamente un netto miglioramento, visto e considerato lo stato con cui ho affrontato questa gara. Mi sono nettamente avvicinato a metà classifica.

Soddisfatto, devo dire.

Saluti a tutti, belli e brutti.

giovedì 10 giugno 2010

Andando qua e là

Di corsa in pausa pranzo al Decathlon di Cairoli per comprare una camera d'aria eppoi, uscito dall'ufficio alla sera, di corsa a casa per montare l'anteriore sull'Ejector in modalità pedalata cittadina e via, a girare per il parco Nord usando il rapporto più duro perché.. beh, perché il cambio fa schifo e o uso quello oppure devo usarne uno super leggero.

Fatica da uomo di Neanderthal che spinge mammuth che si è seduto sopra la sua casa.

Poca roba, soprattutto perché ho buttato dentro 5 ripetute da 100m (anziché i soliti 60/80) + 60 perché tra weekend e vacanze infrasettimanali non ho fatto girare granché le gambe nell'ultima settimana e questo fine settimana c'è la gara a Cartosio che, narra la leggenda, è una spedalazzata continua.

Cazzo, ogni volta che mi rimetto in sella all'Ejector per la prima mezz'oretta sono in crisi da insicurezza perché è davvero cortacorta e in generale mi ritrovo in una posizione strana.

Momento yo dell'uscita quando in curva su sterrato butto giù la bici ed entrambe le ruote fanno "frrrrrrrrrrrrrrr" perché stanno scivolando via e io sto driftano in da haus! Sensazione supergasamento anche se sono ruote di millemila anni fa, parecchio consumate e tipo da xc, che quindi non è che devi buttare giù così tanto la bici per sentirle andare via. Il gasamento comunque è power e io lo sto ancora smaltendo, nonostante abbia mangiato dell'insalata.

Ripetute in salita:
5 x 100m su asfalto
5 x 60m su sterrato
Totale: 10 x 800m

Distanza: 27.15km
Tempo: 1h15'13"
Velocità media: 21.65km/h

martedì 8 giugno 2010

Allargo il manubrio

Avevo il manubrio a 730 e volevo portarlo a 750 (spostando le manopole verso l'esterno), ma devo aver preso male le misure e ora il manubrio è largo 780. Praticamente le manopole stanno sporgendo di 3.5cm per lato, ma essendo rigide stanno bene in posizione.

Ho sbagliato, ma dato che non ho voglia di portarle giù a 750 (ma come cazzo ho fatto a sbagliare?!?!?) me le terrò così e vediamo un po' come va.

lunedì 7 giugno 2010

Weekend a spasso

Dopo un sabato lavorativo mancato, ho girato la bici verso il parco Nord e mi ci sono buttato dentro per un paio d'ore, pedalando.

Ieri, invece, prima puntatina dell'anno in quel di Pezzeda, per sondare la pista della gara del 19 giugno. Come già ricordavo dall'anno scorso, la pietraia intimorisce, ma sono riuscito a farla tutta in sella, anche se a velocità infime, mentre nel 2009 erano più i pezzi in cui scendevo a farla a mano. Evito di parlare della pietraia parte 2 perché tanto non ci sarà in gara. E meno male, visto che intimorisce ancor più.

La DH1 è proprio come me la ricordavo: stupenda.

Problema del giorno: le curve, anche se con appoggio. Toh, che novità, ma com'è possibile, le curve? Eh già.. ora le prendo meglio che in passato, non c'è dubbio, ma ho sempre grossi problemi ad affrontarle, tanto che ci freno sempre dentro e ciò è male. Quello che dovrei fare è arrivarci dentro con una velocità che mi dia la confidenza necessaria affinché non mi metta a pinzare a metà (ho sempre il timore di non riuscire a chiuderla), che porta sempre il posteriore a derapare. Ciò sarà pure yeah per qualcuno, ma per me significa solo una guida sporca e poco fluida.

Devo prima imparare a farla, la curva, a velocità basse per poi riuscire a farla a velocità più elevate.

giovedì 3 giugno 2010

Gara DH: Petosino



Finalmente, dopo Agnona e Tamaro annullate, sono riuscito a fare la mia seconda gara DH in quel di Petosino, provincia di Bergamo. Una gara provinciale, ma che probabilmente di provinciale ha solo il numero di partecipanti, pari a 80, di cui 77 giunti a fine gara, perché l'organizzazione e l'accoglienza sono davvero ottimi.

Comincia tutto martedì con 6 prove: la prima a marcia indietro e poi piano piano aumentando di velocità fino alle ultime due, con vari appostamenti in compagnia di Andrea Di per osservare un po' qualche linea, inclusa una di Norek che però non ho poi mai provato a imitare - eh, vabbè - e un paio di Bucci.

La pista è un saliscendi continuo nella prima parte del bosco, con curve strette e compressioni, per poi aprirsi nella seconda parte, diventando qualcosa di simile al tipico terreno pietroso ligure, per poi rientrare nel bosco con un'altra serie di curve strette. Ci sono due salti in passerella, che però non mi sento affatto di fare: inizialmente il primo lo copio poi, vedendo la linea di Bucci ("Eh, ho preso una botta alla spalla quindi ho evitato il salto per quel giro", mi ha detto poi quando gli ho chiesto info), lo prendo a sinistra, riuscendo a mantenere quindi una velocità decente - e non il 2km/h della copiatura - mentre il secondo, nonostante non sia questa cosa grossa, lo continuo a copiare. Eh, oh, sono ancora bloccatissimo coi salti.

Dopo una notte mezza insonne nel Doblò, sveglia alle 7.30, colazione e prove del mattino. Purtroppo riesco a farne solo 2, ma anche a farne altre non avrei ottenuto chissà cosa.

Con il numero 86, parto per la mia prima manche: sbaglio qua e là, chiudo con 3'39.37 e mi piazzo 46°. Sono già oltre metà classifica, quindi obiettivo mancato. Tanto c'è la seconda manche e se non ripeto gli errori della prima, posso fare meglio.

La seconda manche va meglio e ottengo il massimo di quello che avrei potuto ottenere. Tiro giù il tempo di circa 4", scendendo a 3'35.56, ma anche altri migliorano il proprio tempo, quindi chiudo 50°. Numero tondo tondo.

Facendo la solita proporzione, ho chiuso 65/100 contro i 73/100 di Pieve: facendo ulteriori proporzioni, se Petosino fosse stata lunga 2.5km (come Pieve), avrei fatto un 5'07" contro i 6'12" di Pieve. A livello teorico, quindi, sono migliorato. A livello pratico invece è tutt'altra cosa (il tipo di pista, la fatica fisica, etc), ma tant'è.

Penso di aver dato il massimo della mia attuale preparazione tecnica, quindi non ho assolutamente nulla da recriminarmi.

Mi spiace solo aver mancato, ancora una volta, l'obiettivo di finire a metà classifica.

Prossimo appuntamento la più impegnativa Pezzeda. Dum da dum.