mercoledì 31 ottobre 2012

Esposizione dannata

Oltre alle curve strette verso destra e allo smosso che mi fanno cagare in mano ecco le due new entry: i percorsi esposti e i nose press.

Da quando ho cominciato a fare notturne con Aleda & co. mi sono ritrovato quasi sempre su percorsi esposti, stretti e anche in leggera contropendenza, quella che ti fa dire "minchia, perché quel burrone si avvicina sempre più?" e che quindi ti porta a tenere perennemente i freni tirati onde evitare di dover pinzare improvvisamente per non cadere giù dal suddetto burrone.
Poi pensi che quelli davanti a te però tutti questi problemi non se li fanno, quindi perché tu sì? Vabbè.

Oltre a ciò, si trovano sempre curve più strette dello stretto da nose press, che oltretutto puntualmente si sviluppano su pietre o gradini, e che quindi tu dovresti a) arrivare lì b) pinzare un po' con l'anteriore c) sollevare il posteriore per metterti in linea e d) fare la curva. Solo che io non lo so fare. O meglio, saperlo fare non ci vuole niente, perché basta pinzare all'anteriore. Il problema è gestire i pesi e pinzare il giusto, perché se lo fai bene sei superyeah, se lo fai male ti ribalti. E ribaltarsi nelle curve di Aleda non è consigliabile. Quindi io evito e scendo a piedi ogni santissima volta.

Ieri comunque, sul Scioscia (il giro quello che un paio di settimane fa avevo totalmente sbagliato), sono arrivato sul "ripidone che ti caghi in mano" [cit.] ma che in verità c'è poco da cagarsi e viene anzi decisamente fluido (magari dopo un paio di volte che lo fai). Ci tornerò presto, magari questo weekend, perché voglio farlo al meglio. In verità durante l'ultimo ispezione avevo notato una linea da duriepuri, però è da valutare per bene perché include un drop decisamente tosto e con atterraggio quasi verticale. Magari da fare con bici da dh.

Tornando al discorso del ripido che aiuto aiuto ma che in verità no aiuto aiuto, credo sia arrivato il momento di dare la giusta dimensione a ciò che ho davanti: faccio un pistino stretto e ripido perché non ho il senso della misura; guardo ripidi e penso siano bestiali perché non ho il senso della misura.

Insomma, sistemare 'ste percezioni del cazzo, porco d'un razzo.

domenica 28 ottobre 2012

Mattino bici, pomeriggio trail building

Ieri, sul Canto col fango e le Swampthing, mi sono sentito un po' il king of the world. Anche se, tra una cosa e l'altra, con Stefano, ci siamo fatti solo due salite e due discese.

Stamattina, per rifarmi, me ne sono andato sul Puscio, ripercorrendo la discesa della notturna di martedì scorso. Solo che la salita è stata ben più faticosa per via delle piogge che sono scese ieri e stanotte. Pioggia che, a un certo punto, è pure diventata neve.

Lo so, dovrei tornare ad usare la corona doppia, ma ormai mi sono così abituato a non dover mai cambiare le corone che tornare indietro mi sembrerebbe un grosso impedimento. Forse potrei passare a 10 velocità o magari a passare da un 32 a un 28. Boh, vedrò eventualmente cosa mi permetterà il budget.

La salita, comunque, me la faccio senza spingere troppo: arrivo alla Capanna Mara in circa 1h20, senza essere troppo devastato.
Non ho nemmeno bisogno di star dietro al rito della vestizione, perché l'unica protezione che ho è il caschetto da xc, che ho in testa: tanto sono da solo, quindi non spingerò particolarmente.

Parto e scendo su un percorso un po' innevato ma non particolarmente scivoloso.. però la questione è mentale, quindi non mollo tutto.. questa parte ho deciso di chiamarla Flow trail. Poi, arrivato sulla seconda parte - il Rocky trail perché piena di rocce - i miei ritmi calano enormemente. Con il telefono/gps in tasca, sbaglio tutto e non riesco ad arrivare allo Steep trail (ripido e stretto), ma chissenefrega, perché ormai sono totalmente bagnato per via della neve che cade - nella parte alta - e pioggia - nella parte bassa.

Al pomeriggio un po' di trail building. Ma giusto un po'.

Raccogliendo un po' di tronchetti, cerco di fare il kick di un doppio, ma arriva un cacciatore che mi chiede cose (tipo "Cosa stai facendo? Hai comprato il terreno?") e mi fa pensare che la zona sia un po' troppo frequentata. Ma lui è un vecchio rintronato. No, dico, un vecchio col fucile e rintronato. Mah. Alla fine desisto. Parzialmente. Ammucchio i tronchetti e vari altri legni in un angolo: continuerò ad accumularli finché non ne avrò abbastanza per riuscire a costruire il salto senza troppi sbattimenti. Se poi me lo distruggeranno in dieci minuti pazienza. Però almeno qualche decina di salti sarò riusciti a farli.

Sono poi salito più in alto e ho creato un salto naturale nel mio pistino (il pistino cortissimo e ripidissimo, ricordate?).. anche il salto naturale, che sfrutta un tronco tagliato come rampa, è abbastanza spaventoso, non tanto per l'altezza ma per l'atterraggio: la prossima volta che ci tornerò con la bici misurerò per bene le cose, perché è millimetrico: se sbagli, atterri contro un albero e muori. Sono tornato di nuovo dove due settimane fa ho fatto la notturna esplorativa, e ho visto il ripidone che avevo trovato ma che non mi ero fidato a fare (da solo? Di notte? Senza aver visto come si evolve? No no no no no!). Studiandolo, non è proibitivo per nulla, quindi mi ci butterò alla prossima occasione. Ho visto però che tutt'intorno ci sono aree con forti pendenze. Certo, di circa 10/15 metri di lunghezza, ma pur sempre utili per farsi il pelo. Sul ripidone di cui prima, inoltre, ho anche identificato una linea pro. Che non so se farò mai. Ma è un linea pro per chi ha le palle.

Un weekend fantastico.

Quanto amo la montagna, cos'altro posso dire.

venerdì 26 ottobre 2012

Sistemando e fungando

Oggi nel tardo pomeriggio, non essendo andato in ufficio, sono andato a sistemare il pistino. Sotto la pioggia, perché fa tanto mistico.

Lo so, è stretto, ripido e difficile.. è anche cortissimo, ok (210 metri di lunghezza per 61 metri di dislivello) e c'è solo un punto in cui si può mollare tutto, ma mi piace e vorrei usarlo proprio per allenarmi in quelle cose che mi mettono in difficoltà: le curve strette e ripide. Soprattutto verso destra. E ce n'è una che è davvero terrificante.

Nel salire al pistino, comunque, ho trovato una traccia. Ovviamente breve e senza troppe pendenze (270 metri di lunghezza per 50 metri di dislivello), ma comunque divertente e, diciamo, flow. Purtroppo per prenderla bisogna deviare dalla strada principale, e, come dicevo prima, è davvero brevissima. Magari potrei piazzarci dentro un doppio, per farla diventare la traccia del salto. Per allenarmi e fare un doppio allungabile nel tempo. Mi sembra un'ottima idea, devo ammettere.

Mentre sistemavo il pistino ho trovato tre porcini. C'entra un cazzo con la bici ma fa niente, volevo dirlo.

lunedì 22 ottobre 2012

Piccolo shopping che ogni tanto ci sta

Oggi mi sono comprato le seguenti cosine, perché ogni tanto anche a me piace fare shopping.

Lo so, piango sempre miseria e questo mese la piangerò anche più del solito. Ma alla fine è roba che mi serve. Quindi fanculo.

Casco da xc/all mountain da usare durante le mie notturne. In promozione a €75

Mascherina bianca che sostituirà quella attuale, che sta cadendo letteralmente (letteralmente!) a pezzi. €27 + €13 per le lenti

Maglietta Etnies che spacca. Superpromozione a €17, come lasciarsela sfuggire!


Jeans che spaccano e che comunque mi servono perché ne ho solo due paia, di cui uno che fa cagare. Gigapromozione a €45

mercoledì 17 ottobre 2012

Pessima notturna

Ieri sera, per qualche motivo strano (stanchezza?) La notturna in solitaria è durata solo 13km. Ma anche a causa della batteria della luce, in verità.

Che fossi stanco lo capisco appena esco di casa, con le prime pedalate, che sono lente e pesanti. La conferma arriva poi quando arrivo su un luuuuuuungo rilancio in salita, dove mi sento totalmente devastato. Poco dopo, su una salita tosta, arrivo addirittura a spingere a mano: non ne ho proprio.

E quindi tra una spinta a mano e l'altra, arrivo su (poco dislivello, sia chiaro, tanto che anche durante la parte in discesa, se rallenti troppo, devi poi spostare eccessivamente il peso indietro per passare sopra le pietre perché non si riesce a pedalare e prendere velocità, quindi temi l'impunto).

Alla fine della prima parte di discesa (se così vogliamo definirla) noto che il led della lucina è diventata gialla: batteria tra il 50 e il 25%. Ci penso su una decina di secondi e decido di tornare indietro: l'idea di trovarmi al buio in mezzo al bosco mi perplime un po'.

Giro la bici, risalgo un pezzo e arrivo al bivio, dove comincia la discesa (di nuovo, si fa per dire).

A circa metà, di colpo, sono al buio. E non mi fermo subito. Non ho capito ancora perché, ma continuo per qualche metro, nonostante non veda nulla. Poi penso che non sia così sicuro, procedere al buio,  perciò mi fermo.

Sono in mezzo al bosco.

E non ci vedo un cazzo.

Non vedo luci di paesi.

Eppure non me ne frega niente.

Faccio per prendere il telefonino per farmi luce, ma poi penso che sia strano che anche il led si fosse spento. Tocco il cavo e.. beh.. il cavo si è staccato. Che prontamente, con scatto felino, riattacco.
Il led si riaccende e in quel momento provo sollievo. Forse un po' di ansia nascosta dentro ce l'avevo.

Continuo la discesa, il cavo si stacca nuovamente ma ormai sono esperto e riattacco tutto.

È ora di tornare a casa, con la coda tra le gambe stanche.

La tentazione di riprovare il giro giovedì è forte, ma è prevista pioggia, quindi credo ripiegherò sulla lunga pedalata, sul lungo percorso nuovo che mi ha presentato Ivano ieri.

Se però il meteo dovesse permettermelo non escluderei di tornarci. A meno che non mi unisca a qualcun altro per fare qualcosa d'altro.

venerdì 12 ottobre 2012

Notturna? Modalità xc stradale

La pedalata pianeggiante, da queste parti, è decisamente un lontano ricordo. Al termine dei 24km di pedalata, a una velocità media di 16km/h, ho notato che ho fatto 500 metri di dislivello. No, dico, 500 metri di dislivello. Come salire sul Canto o sul Sange una volta e mezza, per intenderci.

Il giro comincia subito con una bella rampa da 100 metri di dislivello su asfalto, seguito poi da falsipiano e altre rampe, per arrivare sulla strada bianca che da Proserpio arriva a Canzo. Ecco, non l'avevo mai fatta quindi non sono andato oltre i 30km/h, ma comunque, anche se l'avessi già fatta altre volte, con la bici da xc e gomme gonfiate a 4 bar diciamo che non sarei andato granché più forte.

Poi, passando di fianco al lago, di nuovo asfalto qua e asfalto là, per arrivare tipo ai piedi del Cornizzolo, dove c'è una sorta di single track ma non proprio single track (praticamente non passo mai dentro a boschi) che mi riporta di nuovo sull'asfalto.

Chiude il giro una bella strada di quelle senza troppa luce e senza marciapiedi dove le macchine sfrecciano a 90km/h. Dovrò trovare un'alternativa.

In generale comunque sono soddisfatto.. certo, ho sbagliato strada seimillemila volte, ma è tutto allenamento. Soprattutto quando vai giù per una discesa e poi alla fine dici "Oh, credo d'aver sbagliato", giri la bici e torni su pedalando. E meno male che su questa biciclettina non ho il monocorona, altrimenti avrei voluto vedere come sarei salito su per certe salite in piedi come dei grattacieli un po' storti.

Settimana prossima provo col giro da 35km.

giovedì 11 ottobre 2012

Pedaliamo al buio?

Stasera bisso la notturna in solitaria.

Però diversa da quella di settimana scorsa: dato che martedì mi sono unito ai miei nuovi vicini di casa per andare a girare sul Cornizzolo; dato che ormai non pedalo più su strada - come facevo quando ero a Milano per andare e tornare dall'ufficio, con una distanza di circa 12km andata e 12km ritorno - allora stasera voglio dedicarmi alla pedalata e basta, approfittando comunque del fatto d'essere vicino ai monti per non fare proprio una roba total asfalto. Vorrei farla diventare un'abitudine, visto e considerato che con l'aggiunta delle notturne sono in sella in modalità mtb tre giorni alla settimana.

Quindi mi sono creato, con l'aiuto di Ivano, un percorso della zona. In verità due: uno da 23km e uno da 35.

Non so come reagirò alla cosa: la distanza maggiore che abbia mai coperto in modalità pedalata è stata di circa 50km, un po' su asfalto e un po' su sterrato, ma ero in compagnia e non col buio. Quindi partirò con il percorso da 23km. E se mi sento a posto, saprò che la prossima volta potrò tentare quello da 35.

Spero solo non si metta a piovere troppo.

venerdì 5 ottobre 2012

Prima notturna in solitaria evah

Prima notturna evah. E in solitaria, pure.

Sono fiero di me.

Per tutta la strada fino alla salita mi cago addosso: sono senza luci posteriori e le automobili non mi vedono da dietro. La prossima volta mi metterò la lucina rossa dietro, così sono più tranquillo. Decido di non andare sul pistino perché ho avuto enormi difficoltà con la luce, figurati col buio. Magari più avanti, quando avrò preso confidenza alla luce del sole.

Una volta giunto alla salita, faccio partire la musica a palla in cuffia, per non sentire suoni strani prodotti dai boschi. Mi metto pure il casco integrale direttamente in testa, per sentirmi più protetto, per sentirmi più "Ehi, io sono dentro e voi siete fuori, dannate bestie selvatiche!".

E comincio a pedalare. A velocità fotoniche, perché mi sto cagando addosso in modo assurdo. Guardo solo e unicamente dritto davanti a me, per evitare di incrociare qualche sguardo di qualche strana bestia, pronta a sbranarmi.

La salita finisce quasi subito e comincia la parte in discesa, che però ha una pendenza infima e proprio per quello è divertente, anche se non prendo mai troppa velocità. Anche se avessi potuto, comunque, non l'avrei permesso, perché la visione è limitata a qualche metro (è buio pesto: dopotutto sono in montagna).

Sento la nausea da affaticamente e mi rendo conto effettivamente che sto spingendo come un matto a causa della paura del buio. Eppure non mi è successo niente, fino a quel momento. Perciò mi tranquillizzo leggermente (non troppo, perché sono un cagasotto) e rallento il ritmo, addirittura scendendo a spingere nei punti più pesanti (il terreno è scassato e quindi in salita in un paio di punti non riesco ad andare).

Finisco il giro abbastanza rapidamente, perché non ho ricaricato la batteria e quindi non so esattamente quando mi si spegnerà. Ma anche perché per essere la prima volta mi sembra abbastanza: ho meno paura dell'inizio, ma non mi sento comunque a mio agio. Ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad abituarmici.

La prima cosa che ho notato, durante la discesa, è il modo in cui affronto il percorso: sono molto più aggressivo e molto più sicuro nonostante ci veda meno. Questo non significa necessariamente che le velocità siano più elevate, ma probabilmente il fatto di vederci meno gioca a mio favore, perché non il tempo di spaventarmi a ogni pietra o radice che incontro, dato che le vedo solo all'ultimo momento.

La luce funziona a meraviglia, anche se sento la mancanza di una luce aggiuntiva da attaccare al casco. Sarà il mio prossimo acquisto urgente. Dovrò anche trovare un modo per fissarla per bene, dato che quando entri in punti un po' scassati tende a spostarsi finché punta verso il cielo e non serve più a nulla.

E' stato bello, mistico e allo stesso tempo da scagallonamento. Non vedo l'ora di ripeterlo martedì prossimo.

martedì 2 ottobre 2012

Pistino inaugurato.. più o meno..

Pistino inaugurato. Forse avrei dovuto lasciarlo asciugare un po' dopo la pioggia di ieri notte, ma non ho resistito. Sono andato in modalità esplorazione (caschetto aperto e ginocchiere, nient'altro) perché poi ho proseguito nell'esplorazione della nuova zona in cui abito, ma non è una scusante. Capirete poi perché.

Ho avuto la conferma di qualcosa che già si era fatto strada nella mia mente: ho gli occhi più grandi dello stomaco. Il pistino è di un ripido e stretto che nonostante sia lungo solo qualche centinaio di metri qualche pezzo l'ho fatto con il piede giù e altri pezzi con tutt'e due i piedi giù e il culo fisso sopra la ruota posteriore.

Andiamo con ordine.

L'inizio ha questa curva verso destra con una bella radice viscida, quindi va presa larga e in contropendenza. Il ripido subito dopo è proprio ripido, ma fortunatamente c'è l'appoggio che ti tiene dentro. Solo che la parte finale è un po' deboluccia, quindi la sfondo al quindi tentativo. Lo sistemerò poi.

Vado avanti e arrivo alla seconda parte (praticamente la prima parte dura 10 secondi in sella!). L'inizio è ripido, ma proprio ripido ripido e l'appoggio serve a poco o nulla, perché la curva verso sinistra è talmente netta e in salita che praticamente quasi ti fermi. O meglio, non è in salita, ma è in supercontropendenza e stretta e con curva subito dopo a destra strettissima e pendentissima che sinceramente mi sono cagato addosso e sono andato giù con i piedi a terra e il culo sul posteriore (tipo con le braccia tese che nemmeno le corde di uno Stradivari), dritto dritto DENTRO l'appoggio. Vabbè.

Mi raddrizzo e riparto. Parte in contropendenza che a farla a piedi dici "Eh, è in contropendenza", mentre a farla in bici è "Occazzocazzocazzocazzo". Alla curva successiva, strettissima che nemmeno il culo di un mulo, mi impianticchio di nuovo e via, riparto.

E praticamente è tutto così fino alla parte finale, che inizia ripida come un'asse per stirare messa in verticale. Appoggino inutile che tanto non ho sfruttato perché sono arrivato a mezzo all'ora tutto frenato coi piedi per terra e il culo sul posteriore (di nuovo) e mi sono immesso nella parte finale. Anche qua, culo sul posteriore ed entrambe la gambe giù. Come se fosse la prima volta in bici, per dio!

C'è poco da fare: è troppo verticale, troppo stretta, troppo che non puoi mollare perché non ti fermi più e DEVI fermarti perché se non ti fermi e cadi rotoli fino in fondo oppure vai a sbattere contro non uno ma sei alberi.

Ho creato un mostro. E ho pure scoperto di avere il dono di farmi cagare addosso da solo con le piste che io stesso costruisco.

Ci tornerò col terreno asciutto, vediamo se migliora o se peggiora, ma sinceramente l'ho visto da secco, quel terreno, e temo sia bello.. scivoloso.

Aiuto..

lunedì 1 ottobre 2012

Lavoro sul pistino day 4: fine!

Pistino finito!

L'ultima parte è stata un po' del tipo "Ecco, dai, viene giù di qua e via", perché alla fine mi sono un po' stufato di ramazzare e quindi ho tirato fuori un bel drittone ripido ripido che praticamente non ti fermi più.

Ecco anche il video del track walk, giusto perché mi andava di farlo. Ovviamente non si capisce un caxxo (grazie anche all'altissima qualità del telefonino) e soprattutto è lento come la merda, ma purtroppo qua in ufficio non mi funziona più Windows Movie Maker e quindi non posso fare alcun editing del video.

Buona visione a quei pochi che lo visioneranno. Dopo il video, un paio di foto dalla parte finale del pistino. A parte l'ultima, che è una pietraia che ho trovato camminando in giro per le colline dietro casa. Il mio nuovo paradiso. Potevo evitare di fare il pistino, a saperlo prima. Ma anche no, perché tanto sono cose diverse.

Settimana prossima vado a testarlo con la bici, fuck yeah!


Un ripido con un paio di pietre

Il drittone finale
Un paradiso di pietre